Giuseppe Sottile

E Musumeci convive
con la pantera di Balzac

Se non fosse stato per Ruggero Razza, assessore regionale alla Salute, che ci ha messo la faccia di uomo per bene, staremmo ancora qui a chiederci: ma “Diventerà Bellissima”, il partito di Nello Musumeci, esiste ancora? Razza ha ricordato gli strapuntini ottenuti in queste elezioni comunali e chiude dicendo: “Ci stiamo radicando”. Ma il grande assente rimane il Governatore. Che se ne sta chiuso nei suoi uffici ad amministrare l’ordinaria amministrazione con una timidezza che ricorda Une passion dans le désert, un libricino dove Honoré de Balzac racconta di un soldato provenzale che durante la campagna d’Egitto finisce in una grotta con una pantera. Tra i due nasce una convivenza sentimentale. Il soldato vive per giorni felice e contento, poi… Beh, non voglio rubarvi la sorpresa: date voi un nome..

Sul Palermo s’avanza
il banchiere dei prodigi

Avevamo in casa un enfant prodige e non lo sapevamo. Avevamo tra i quarantenni un mago della finanza e non lo avevamo mai incontrato né per le strade di Palermo né lungo i sentieri dorati delle cronache economiche. E’ apparso all’improvviso, come quei conigli che vengono fuori dal cilindro di un prestigiatore e puntualmente stupiscono avventori e spettatori. Un genio, indubbiamente. Un genio degli affari e dell’intermediazione. Si chiama Vincenzo Macaione ed è il banchiere che, con ogni probabilità, da qui a qualche giorno diventerà il presidente del Palermo Calcio, la società sulla quale per anni ha fatto il bello e il cattivo tempo un avventuriero di nome Zamparini. Macaione assicura in ogni intervista che non sarà il prestanome del vecchio patron. Ma il Palermo non è solo una società..

Salvate la Costituzione
da questi suoi partigiani

Quando non sanno come giustificare le loro sparate giacobine, quando non sanno a quale chiodo appendere la loro smania di protagonismo, allora si definiscono “partigiani della Costituzione”. E così dicendo fanno strame di ogni canone istituzionale. Ricordate Antonio Ingroia? Da magistrato titolare di inchieste delicatissime – a quel tempo era sobrio, potente e intoccabile – faceva comizi in piazza e partecipava ai raduni di Rifondazione comunista. E se qualcuno lo invitava a rientrare nei ranghi, rispondeva che agiva da “partigiano della Costituzione”. L’infelice espressione è riapparsa ieri sulla bocca di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, mentre si intestava l’ennesima guerra santa contro il truce Salvini e spregiudicatamente teorizzava la non applicazione di norme emesse dal governo centrale. Se questi sono i suoi partigiani, che Dio salvi la Costituzione.

I danni di Ingroia
quando era sobrio

Ok, accettiamo pure la versione con la quale Antonio Ingroia, l’ex pm della Trattativa, ha cercato di addolcire la figuraccia del giorno prima: era a Parigi in stato di ebbrezza e il comandante gli ha impedito di salire a bordo di un aereo diretto in Argentina. Lui sostiene che aveva bevuto sì e no due o tre bicchieri di vino e che la manfrina era dovuta alla maleducazione di uno steward, puntualmente difeso da tutto l’equipaggio. Vabbè. Il problema di Ingroia non è quello che ha fatto da alticcio all’aeroporto di Roussy. Ma ciò che ha fatto da sobrio alla Procura di Palermo, dove trasformò l’inchiesta giudiziaria sulla Trattativa nella giostra mediatica di una campagna elettorale che avrebbe dovuto portarlo a Palazzo Chigi. A quel tempo era sobrio, lucido, cinico,..

L’inutile moralismo
del “fascista perbene”

No, caro Presidente, la ricreazione alla Regione non è finita. E la resurrezione, se proprio vogliamo seguire il simbolo pasquale, non c’è stata, non c’è e temo proprio che non ci sarà. Perché lei, onorevole Musumeci, ha paura della sua ombra e dietro la scorza di “fascista perbene” – una scorza colorita con i più triti e ritriti slogan del Ventennio – c’è semplicemente il nulla. Il bisturi? Ma chi l’ha visto mai nelle sue mani. Lei, per gettare un po’ di fumo negli occhi, dice che la “ricreazione è finita”. E subito dopo, confidando negli anelli al naso del popolo siciliano, aggiunge: “Se trovo qualcuno che vuole fare il malandrino di turno lo allontanerò senza pensarci un attimo”. Ma a chi le racconta queste sonore minchiate, Presidente? Lei i..

Le trame nascoste
di Bullo & Bulla

Lui tresca con il candidato sardo. Essendo un pezzo grosso di Palazzo d’Orleans dovrebbe sostenere qualcuno che sia legato corpo e anima a questa sfortunata Sicilia. Invece no. Pur di fare uno sgarbo a Gianfranco Miccichè sbandiera ai quattro venti che convoglierà i suoi voti – quali voti? – su Salvatore Cicu. Lei invece piritolleggia a Gela, dove si vota per le comunali. Miracolata da Berlusconi che l’ha portata aggratis a Montecitorio, si diverte a sputacchiare sui berlusconiani di Forza Italia e ad applaudire il candidato leghista. Bullo e bulla sono fatti così: credono che sia arrivato il momento di abbandonare il leader che tramonta e traccheggiano per arruffianarsi con i nuovi potenti, Salvini in testa. E la Sicilia? Gli avventurieri della politica generalmente pensano ad accumulare potere. Non hanno..

Musumeci, il piritollo
e quello sporco affare

Scusi, presidente Musumeci, quale bonifica ha già avviato il suo governo? Nell’ultimo intervento in aula, Lei ha legittimamente rivendicato alla sua azione politica un percorso di onestà e di pulizia. Ma lei sa che siamo appena agli annunci e che la questione morale è ancora tutta da risolvere e da chiarire. A cominciare dallo scandalo più sfacciato fra i tanti che, negli anni, hanno attraversato Palazzo d’Orleans: lo sporco affare dei novantuno milioni versati dalla Regione, estero su estero, a una banda di avventurieri per un censimento del patrimonio immobiliare che nessuno ha mai visto. Era lecito aspettarsi che lei chiamasse il piritollo che le farfalleggia attorno – persona molto informata sui fatti – per chiedergli una spiegazione. Ma lei ha preferito girarsi dall’altra parte. E l’onestà, senza coraggio, finisce..

Non bastava il bullo
Ecco a noi la bulla

Non bastava il bullo. Anche la compagna del bullo ha cominciato a sfidare Forza Italia. Lui ha trovato nel suo cammino quel pappamolla di Musumeci che, terrorizzato dal fatto stesso di dovere governare, gli ha consegnato le chiavi della Regione, dandogli il permesso di fare, di strafare e soprattutto di distribuire un po’ di becchime ai leccaculisti che gli corrono dietro. Lei invece si era tenuta in disparte. Aveva convinto Berlusconi che il suo compagno fosse a dir poco uno statista e lo aveva pure affascinato; e poi si era ritirata nelle stanze di Montecitorio, a godersi il seggio che il padrone di Arcore le aveva assegnato aggratis. Ma l’altro ieri ha deciso pure lei di uscire allo scoperto. Accompagnata dal bullo, è andata a una manifestazione leghista. Perché non..

Così spende e spande
quel gaga del Turismo

Qualcuno fermi l’assessore Sandro Pappalardo, meglio conosciuto come il gaga del Turismo. E’ messo lì che spende e spande come un nababbo i soldi dei siciliani. Forniamo qualche cifra: ha preso undici milioni e li ha portati alla Gazzetta dello Sport per avere in cambio la promessa che il prossimo Giro d’Italia partirà da Catania. Se l’effetto sul turismo sarà lo stesso di quello provocato dallo spelacchiato Giro di Sicilia, anche le pietre impareranno la differenza che passa tra spendere e sprecare. Ma il gaga è ormai uno specialista degli appalti concessi senza bando di gara. Come se la Gazzetta non bastasse, ecco altri quattro milioni dati, con trattativa privata, a IGP Decaux, una società francese chiamata per pubblicizzare la Sicilia negli aeroporti italiani. Visto che l’onestissimo Musumeci dorme e..

Gerenza

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