Salvatore Merlo per Il Foglio

Elly ha ricoverato i dinosauri nell’ospizio di Bruxelles

Tutti con Elly, ella per tutti. Avrà anche negoziato malissimo con i socialdemocratici a Bruxelles – visto che il Pd non ha preso la guida del gruppo pur essendo il primo partito – avrà anche perso la commissione Affari economici ma in realtà ella, cioè Elly, insomma Schlein, ovvero la segretaria del Pd, ha avuto esattamente i posti che voleva: ha piazzato dinosauri, vegliardi, oppositori e riformisti in disarmo. E li ha accontentati. Questo voleva e questo ha fatto. “Via i rompiscatole”, la sua parola d’ordine. Ma è stata una quadriglia: una poltrona per tutti, tutte le poltrone per Elly. L’anguillone metafisico, Nicola Zingaretti, l’ha capito subito, anzi prima di tutti. Da ieri capodelegazione del Pd a Bruxelles, al lamentoso e più giovane Brando Benifei – meno lesto a capire..

L’attacco alla Costituzione? E’ roba da Oronzo Canà

Abbiamo sempre pensato che in Italia l’allarme antifascista fosse roba da Oronzo Canà, che insomma seguisse l’infallibile schema di Lino Banfi: il 5-5-5. Avete presente? “Cinque giocatori avanzano, cinque indietreggiano, così sembriamo quindici e gli avversari non ci capiscono niente”. E ora ne abbiamo avuto la prova definitiva. Tanto è il rischio democratico, tanto è il pericolo posto dal governo e dalle sue riforme, tanto Ignazio La Russa è “indegno” col suo busto di Mussolini nello studio, insomma è così vero che c’è “l’onda nera”, “l’ombra nera”, “la marea nera” e “la lobby nera”, è così essenziale resistere alla logica antidemocratica della destra, che martedì sera Ignazio La Russa faceva il ct della Nazionale politici, allo stadio dell’Aquila, in diretto su Raiuno, e metteva in campo Schlein e Conte, faceva..

Il truce Matteo, con la Meloni, salvina sempre. E voi?

Le mamme d’Italia, anche quelle che si chiamano Giorgia, quando non ce la fanno più ormai sbottano solo così: “Smettila di salvinare”. Abbiamo anche controllato le loro chat e non dicono più di un bambino, “birichino”. Piuttosto gli dicono “Salvini”, che è diventato sinonimo di monelleria irritante. Perfino verbo: io salvino, tu salvini, egli salvina. Così la sera il nonno raduna attorno al focolare i suoi piccoli salvinini e racconta loro delle favole educative: “Avete visto, da giovane, che pezzo di salvini ero anche io...”. E intanto la nonna, la vecchia salvina, sta a sferruzzare silenziosa e fedele. Poi si sentono i lenti rintocchi dell’antica campana del Duomo, detta “la salvinona”, mentre corre voce, negli ambienti meglio informati del governo, che sia imminente una nuova salvinata. D’altra parte, l’eroe eponimo,..

A Mattarella manca il grande scatto sulla malagiustizia

La sincerità ha un fascino che è pericoloso compromettere con accorgimenti di altra natura. E allora se il presidente della Repubblica è ostile al premierato, come sostengono gli esegeti, gli interpreti, gli àuguri e gli aruspici, in definitiva i quirinalisti, perché non dirlo con chiarezza? Magari sarebbe utile. Potrebbe dare qualche consiglio. Persino migliorarla, la riforma. Al contrario, come esiste un linguaggio dei fiori esiste anche un linguaggio dei presidenti della Repubblica. E Sergio Mattarella non fa eccezione. Egli fa al modo dei democristiani, pardon, al modo di Eraclito l’oscuro: “Un fermo ‘no’ a un’autorità senza limite, potenzialmente prevaricatrice”. Non dice, ma accenna, esterna senza picconate, allude a tutto utilizzando il niente, offrendo così una sponda ai soliti noti che sono già scesi in campo con un arsenale di proverbi..

Salvini tragico con taxi e Ncc. Arridateci Toninelli

Quando si è trattato di assegnare un titolare al ministero dei Trasporti pare che un solo nome sia venuto alle labbra di ciascuno: Matteo Salvini. Prima di tutto perché il predecessore più rinomato, cioè Danilo Toninelli, avrebbe ottenuto così la realizzazione di un suo sogno che gli esperti giudicavano impossibile: essere rimpianto. E poi perché il segretario leghista Salvini è il solo, in Italia, fermamente convinto che Italo (treno) sia il nome di un sigaro e che Ita (Airways) sia un participio passato. A proposito di Ita, che non se n’è ita ma da ieri si è fusa con Lufthansa, la previsione è che questo capolavoro di Giancarlo Giorgetti (uno che con Salvini ha evidentemente in comune soltanto l’essere nato in Lombardia) garantirà un aumento del traffico aereo, dei passeggeri..

Ma Marina Berlusconi non dimentichi il padre e Drive in

Dateci Drive in e Tinì Cansino, tenetevi Walter Siti. Con tutto il rispetto per Walter Siti, ovviamente, che capirà cosa intendiamo dire. L’intervista di Marina Berlusconi al Corriere della Sera sul papà, sul Cav., cui adesso viene dedicata una casa editrice “liberale”, ci riporta all’antico dilemma: a chi appartengono gli uomini che hanno fatto la storia? Alla famiglia o alla patria? (e qui chiediamo perdono non a Siti, ma a Cavour e a Garibaldi). Chi li capisce meglio, la famiglia o il popolo? Perché in quell’intervista non abbiamo riconosciuto l’uomo che ha salvato l’Italia con Eva Grimaldi e Massimo Boldi, quello che insomma ci ha fatto capire che Umberto Smaila è assai meglio di Antonio Gramsci. Non abbiamo visto l’uomo che con la nota scanzonata e commerciale delle sue tv,..

Chiunque può ridere del ministro Sangiuliano, tranne il M5s

Il famoso porto di Madrid, il mar Mediterraneo in Russia, i tunnel chiusi che però funzionano con il trasporto tridimensionale, il falso allunaggio, le sirene, i chip sotto pelle, i condizionatori generatori di Pil, epoi ancora Mr Ping e il dittatore (attenzione: venezuelano) Pino Chet, nonché Giuda scambiato con Barabba e pure Dio che “creò la Terra in tre giorni”. Riteniamo che qualsiasi antropoide dotato all’incirca di pollice opponibile possa sentirsi sufficientemente evoluto dal sorridere del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che racconta di Cristoforo Colombo alla ricerca della sfericità della terra perché ispirato dalle teorie di Galileo (che però all’epoca non era ancora nato). Chiunque. Tutti insomma possono sorridere. O quasi. Tutti tranne i ragazzi del M5s. Le gaffe del ministro sono infatti robetta da “mi scuso per il..

Meno Tolkien più Tatarella. Meloni legga il libro di Giuli

Meno Tolkien e più Tatarella. Se fosse uno spot pubblicitario non potrebbe essere che questo. Una parola d’ordine, anzi un monito. Dove con Tolkien s’intende il settarismo della classe dirigente della nuova destra che circonda Giorgia Meloni (e il termine che allude a una forma di prigionia della leader è più che adeguato) mentre per Tatarella s’intende l’intelligenza prensile e armoniosa dell’uomo, Pinuccio Tatarella appunto, che negli anni 90 contribuì in maniera determinante a fare uscire Alleanza nazionale da un ghetto psicologico prima che politico. Vinte le elezioni europee è forse arrivato il momento anche per Meloni: allargare, aprirsi, far somigliare sempre di più la sua creatura a un elettorato che ormai è quasi il 30 per cento non più il 3 per cento di una storia ormai conclusa. L’alternativa..

L’allarme antifascista? Una manna dal cielo per la Meloni

L’allarme antifascista ha funzionato. Ne eravamo certi. Il risveglio delle coscienze, democratiche s’intende, c’è stato. Decisivo peraltro. Giorgia Meloni è stata fermata, placcata, bloccata, anzi congelata sulla linea del bagnasciuga come direbbero loro (i fasci): 28,8 per cento. Non ha fatto manco il 30, pensate. A Fratta Polesine, comune di nascita di Giacomo Matteotti, appena il 40,86. Contro il 18 del Pd. Che il miracolo della Resistenza sarebbe accaduto noi l’avevamo capito sin da quando una parola su tre in Italia è diventata fascismo, fascista, antifascismo, antifascista. E’ da due anni che va giustamente avanti così. E i risultati si vedono. Finalmente. Di fronte a un’opposizione capace di elaborare idee così originali e ardite, il governo non aveva speranze. Nessuna. Zero. Con tutti quelli che ci mettono giustamente l’accento, poi...

Vannacci fra la tragedia tedesca e la commedia italiana

Tutti recitano una commedia, diceva Petronio Arbitro, scrittore latino, nostro antenato. Deve essere un difetto di famiglia. Chissà se, per esempio, i neonazisti di AfD, Alternative für Deutschland, il partito estremista tedesco, hanno mai visto la famosa copertina di Vannacci su “Chi”. Quella col piedone giallo e calloso lanciato in alto, quella dello spruzzetto d’acqua birichino, quella che Michele Masneri una volta ha scritto “sembra di averla già vista su Grindr, la app di incontri, sotto la didascalia ‘Etero curioso 38’”. Il fatto è che secondo Politico Europe, il giornale online americano, AfD ha intenzione di costituire un nuovo gruppo di estrema destra nel prossimo Parlamento a Bruxelles. E indovinate un po’ chi immaginano di accogliere? Chi sognano mai di acquistare? Ma il Generale italiano, ovviamente, il candidato indipendente della..

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