“E’ un giallo ambientato a Roma”, dice Floris ospite da Giletti che lo introduce non già come collega o giornalista ma “scrittore, regista, romanziere”. Sprofondato nell’abnorme poltrona “Chesterfield” di pelle marrone, tra le scenografie di “Non è l’arena”, Floris spiega il senso del suo ultimo romanzo, “un thriller serratissimo” che racconta “una vicenda che è lo specchio dei nostri tempi”, come dice Giletti, quindi “romanzo d’invenzione” ma “estremamente probabile”, scritto d’estate, nella sua villa in Sardegna, quando Floris trova finalmente il tempo di dedicarsi alla saggistica e alla narrativa… L’articolo completo su ilfoglio.it