La colpa è sempre degli altri. Del pubblico che è incolto, insensibile, rimbambito dai ritornelli delle canzoni e dunque non capisce e, se non capisce, è perché ormai la tv la fanno persone che, pur di fare ascolti, si aggrappano a culi, a gare fra imitatori giudicate da giurie imbelli, a lotte all’ultimo decibel tra rivali politici che si parlano addosso. La colpa è sempre degli altri anche quando i tuoi discorsi girano a vuoto, quando ti scordi il copione e non riesci a leggerlo sul gobbo, quando fai passare due minuti di silenzio per bere un bicchier d’acqua, quando fai la solita finta del «basta, spegnete tutto, chiudiamola qui» ed esci di scena (che uno intanto va in bagno, poi in cucina a prendere un bicchier d’acqua e a caricare la lavastoviglie tanto lo sa che è uno dei tuoi scherzi e alla fine torni davanti alle telecamere e molti si augurerebbero invece che spuntasse il vecchio, flebilmente sibilante monoscopio), quando probabilmente hai un gruppo d’autori che son messi lì perché devono portare a casa la pagnotta ché tanto lo sanno che con te è tempo perso…

Canta Adriano, canta! Anche noi, accecati come il resto del pubblico che vuole ancora e solo «Pregherò» o «Prisencolinensinainciusol» (ol rait), ti invochiamo: canta, per carità! Così a Mediaset non potranno dirti che la colpa è nuovamente tua se – parlando – hai portato a casa 3.869.000 telespettatori con il 15,41% di share, e che quando da carne ed ossa ti sei ritrasformato in cartoon  («Adrian») la situazione è persino peggiorata e sei crollato a 1.859.000 e al 10,44%.

Avevi a disposizione un tesoretto da 16 milioni di ascolto (dati Renato Franco, “Corriere della Sera”) ovvero Bonolis, Conti, Giletti, Scotti, Chiambretti, plenipotenziari dell’intrattenimento televisivo, ma a questo punto non ti sarebbero serviti, a rinforzo, Gruber, Carlucci, Insinna, Carrà, Vespa, il cartonato semovente di Mario Giordano e finanche Fiorello ché la serata sarebbe colata a picco lo stesso. Ma tant’è: le colpe sono sempre degli altri. Di Bonolis che ogni volta è lì a mostrare il “lato B” di Madre Natura («ma io cambio culo ogni settimana», s’è prontamente difeso, com’è suo costume, Paolino Darwin), di Conti che non sa scegliere le giurie che devono bacchettare o lodare i suoi replicanti (che c’è, Adria’?, non ti piacciono la Goggi, Panariello, Salemme?), di Scotti che regala centinaia di migliaia di euro ai suoi concorrenti facendoli rispondere a domandine facili facili dando così un cattivo esempio alla patria gioventù (ma va…? è dai tempi di «Lascia o raddoppia?» che funziona così), di Giletti che fa accapigliare Crocetta sul sofà etnico in trama kilim via satellite con i suoi interlocutori (ma quello proprio questo vuole, pur di beccare un telespettatore in più, e questo fa).

Lo sappiamo che volevi lanciare un ultimo appello prima che Greta ti superasse in popolarità, lo avevi già fatto 47 anni fa con il tuo “albero di 30 piani” ma non hai mai parlato all’Onu né sfiorato il Nobel. Lo sappiamo che il costosissimo cartoon (sudore e danari sborsati da Mediaset) non era solo autocelebrazione ma anche “memento mori”. Lo sappiamo che in tv nulla più si crea, che è tutto talk, che trovare un autore che abbia un’idea – anche una sola – è come chiedere a Malgioglio di essere sobrio. Ma adesso basta, per carità. Canta, Adriano, canta! Te la forniamo noi, stupefatti da quella tua voce ancora in tiro e inebriati da versi come «a mezzanotte sai che io ti penserò», la scaletta di canzoni per il prossimo appuntamento. Anzi, guarda, piazza pure «Azzurro» al minuto clou della rilevazione Auditel che così non troveremo alibi alcuno per alzarci a scopo pipì, bicchier d’acqua e lavastoviglie e sicuramente ti garantiamo coretto familiare sul divano e, forse, cane in allerta che batte la coda sul suo cuscino, a tempo.