Cara Direttrice, carissima Patrizia

Sento la necessità di scriverti, oggi che lasci la Federico II, non per salutare un’amica con cui ho condiviso un periodo per molti versi irripetibile, ma per ringraziarti, da cittadino e, se possibile, da chi come te ha servito la cultura e le istituzioni che la presiedono con amore e dedizione. Lo dico irripetibile, perché è stato, per diverse ragioni, un periodo fondativo di un nuovo modo di produrre cultura e rendere fruibile il nostro patrimonio culturale e monumentale. Abbiamo praticamente iniziato insieme le nostre reciproche avventure e Tu, mia cara, sei stata per tutti noi un riferimento costante perchè hai fatto un lavoro magnifico, con fantasia, capacità, determinazione e coraggio, perseguendo obiettivi di livello assoluto

La Tua è stata una semina e il tuo campo ha dato frutti strutturali, che resteranno. La Fondazione che hai presieduto ha testimoniato una politica della cultura, libera da ogni condizionamento e mai, neanche un attimo, motivata nel veicolare l’una o l’altra parte, tantomeno politica. Una stagione della Città che è stata segnata dall’apertura, la più ampia possibile, di luoghi fino a quel tempo elitari: il Palazzo Reale e, con noi dell’Orto Botanico, i sui giardini; i luoghi dell’Università, lo Steri e l’Orto Botanico; Santa Caterina; Palazzo Butera e tanti altri ancora, come la Fondazione Sicilia e i Musei Regionali che hanno fatto anche loro un grande salto di qualità strutturale e di governance. Una rete di Musei, Fondazioni culturali e di privati attori e curatori della cultura alla quale la Città non potrà più rinunciare, perché ne costituiscono, oggi, più di ieri, l’essenza. Luoghi che hanno raccolto centinaia di migliaia, se non milioni di visitatori in questi anni, diventando il punto di riferimento della Città e del Suo turismo culturale. Di questo passaggio importante per la nostra comunità e per l’idea che il mondo si fa di essa, Tu sei stata una grande protagonista e quindi, Direttrice cara, chapeau!

La bellezza di quello che facciamo sta proprio nella sua caducità, ma quello che hai realizzato rimane limpido e chiaro e testimoniato da tanti che ne hanno goduto e che ne godranno ancora.

Ad maiora, grandissimi auguri a chi Ti succederà in questo compito straordinario e grazie ancora per questi anni indimenticabili.

*Paolo Inglese è docente ordinario all’università di Palermo*