Saranno Giorgia Meloni e Matteo Salvini a sciogliere l’ultimo nodo sul candidato sindaco del centrodestra a Catania. Nelle scorse ore, al nome già in campo Valeria Sudano, (Lega) si è aggiunta la proposta di Fratelli d’Italia, che ha indicato come papabile l’avvocato Enrico Trantino, già assessore di Salvo Pogliese. Trantino, figlio di Enzo, vicino a Razza e Musumeci, permette a Manlio Messina di rinunciare alla candidatura che il partito, specie nelle sue espressioni romane, pensava di potergli cucire addosso. Anche se l’ex assessore al Turismo non ha mai manifestato l’intenzione di lasciare la Camera dei Deputati (per altro al suo primo mandato). La partita, quindi, è un derby fa Sudano e Trantino, col secondo che ha già ricevuto l’endorsement degli Autonomisti e, in parte, di Forza Italia.

Mentre il neo commissario regionale Marcello Caruso, ha preferito non sbilanciarsi più di tanto (“Trantino? E’ una figura autorevole e di altissimo profilo, la cui esperienza rappresenterebbe sicuramente una risorsa per il buon governo della città. Non possiamo comunque non considerare il fatto che la Lega ha da tempo avanzato un’altra candidatura qualificata come quella dell’onorevole Sudano”), l’assessore all’Economia Marco Falcone rompe gli indugi: “Salutiamo con favore l’indicazione, giunta dagli alleati di Fratelli d’Italia, sulla candidatura a sindaco di Catania di Enrico Trantino. Professionista e politico molto apprezzato in città, figura che risponde a tutti quei requisiti in ambito amministrativo, professionale e soprattutto umano di cui deve disporre il sindaco della nona città d’Italia. Attorno a Trantino possono esserci le giuste condizioni per costruire una seria e duratura prospettiva di buongoverno per Catania, fondata sulla rappresentatività del centrodestra e la sua riaffermata unità”.

Meno entusiasta Annalisa Tardino, segretario regionale della Lega: “Prendiamo atto del nome di grande rispetto avanzato da FdI ma restiamo sulla candidatura di Valeria Sudano. Siamo convinti – aggiunge l’europarlamentare di Licata – di avere proposto alla coalizione il nome migliore e di avere tutte le carte in regola per offrire a Catania programma e azioni amministrative di livello, insieme al centrodestra”. In un’altra nota Tardino rivendicava la bontà delle indicazioni del Carroccio: “Oltre allo spazio lasciato agli alleati nei capoluoghi già oggetto di negoziato, con qualche nota stonata, come l’imposizione di un candidato già scelto a Trapani, abbiamo nelle settimane tollerato atteggiamenti sleali da parte di Fdi nei nostri confronti”. Tardino cita il caso di Mascalucia e Licata, dove FdI ha preso altre strade: “Le scelte a macchia di leopardo possono essere tollerate se eccezionali e legate a particolari situazioni territoriali, ma non se diventano sistemiche e sleali. Per questi motivi invito, come ho fatto in privato la dirigenza di Fdi a riconsiderare il posizionamento complessivo al tavolo delle amministrative, al fine di arrivare ad un accordo con tutti gli alleati rispettoso del lavoro e della storia di ciascuno”.