Casa Meloni. I fastidiosi scarabocchi di Salvini e La Russa

E sarebbero questi gli alleati di Meloni, gli amici che dovrebbero aiutarla? Si è assemblato un tandem di adorabili straparlanti su Ucraina e legge elettorale. Sono Matteo Salvini e Ignazio La Russa. Non vogliono far cadere il governo ma riempire i giornali, usare la provocazione come petardo di Natale. Ecco cosa dice La Russa, in visita alla Camera, sulla legge elettorale: “Sui tempi di approvazione della legge, il Capo dello stato non può intervenire. È una prerogativa del Parlamento, semmai può intervenire sulla costituzionalità delle norme contenute nella legge”. L’altro è Salvini. Quando minaccia di non votare il decreto Ucraina, sulle armi, lo fa soltanto per distrarre. In Cdm è stato approvato il ddl delega sull’edilizia, il ddl di Salvini, ma Salvini è in realtà scontento. È “irritato”, “offeso” con..

Ponte, Bruxelles a Salvini:
necessaria la gara d’appalto

“L’orientamento di Bruxelles non è cambiato e c'è totale interesse e determinazione affinché l'opera possa partire quanto prima”. Matteo Salvini riparte per Roma soddisfatto del suo incontro a Bruxelles con il commissario europeo ai Trasporti Apostolos Tzitzikostas, da sempre sostenitore della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Il vicepremier leghista approfitta del Consiglio europeo Trasporti per un colloquio a margine con l’esponente della squadra di Ursula von der Leyen. La missione è guadagnare una spinta europea al progetto, impantanato nelle polemiche e negli stop della magistratura. L’ultima, la sentenza della Corte dei Conti che contesta violazioni delle norme europee in fatto di ambiente e di concorrenza. Secondo quanto apprende Huffpost, il nodo sta proprio in questo secondo capitolo: la mancanza di una gara d’appalto per l’assegnazione dei lavori. Continua..

In Forza Italia s’avanza Occhiuto,
il liberale che piace ai Berlusconi

“Qui in Calabria ho la Lega con me e faccio il liberale lo stesso”. Gongolava così, a inizio novembre, Roberto Occhiuto. Incassata la vittoria “sacrosanta e liberale” sui taxi, quindi contro i lacciuoli su Ncc stretti da Matteo Salvini, esultava sventolando quello che pareva già un manifesto. Del governatore calabrese si parla tanto in Parlamento. E non più sottovoce. Il forzista, rieletto dopo un azzardo tutto politico, non smania. Convegni, iniziative regionali, incontri milanesi e amici romani lavorano per lui. La notizia sta dividendo la sonnacchiosa Forza Italia. I pretoriani di Antonio Tajani si affrettano a smentire. “Panna montata”. Simbolo di un certo nervosismo, chiosa l’ala ai margini dell’attuale classe dirigente azzurra. Perché i messaggini stanno arrivando “a valanga”. Prima, il ricevimento a casa Berlusconi, rivelato da AdnKronos: un mese..

Dall’anatema all’abbraccio: la questione morale di Schifani

Quella respinta dall’Assemblea regionale, al termine di un breve, modesto dibattito, è stata solo formalmente una mozione di sfiducia. Chi l’ha presentata, già con poca convinzione, come un atto dovuto per segnalare una presenza esile e ininfluente, ne conosceva l’esito, consapevole perfino di pervenire ad un risultato opposto a quello sperato. Anziché svelare le pesanti contraddizioni della maggioranza, rese ancora più stridenti dalle vicende giudiziarie che hanno riguardato Cuffaro e hanno portato alla cacciata dei suoi dal governo, l’iniziativa dell’opposizione ha consentito a Schifani di nascondere temporaneamente la polvere sotto il tappeto e di ostentare l’unanime consenso dei partiti che lo sostengono. Tutti per uno, uno per tutti. Non è costato nulla, non erano in ballo questioni di potere né si dovevano distribuire dei fondi. Il voto, del resto, era..

Atreju come Sanremo, un inno
al governo di Giorgia Meloni

Simboli del Natale e volti rassicuranti. Di quelli che fanno parte del quotidiano degli italiani. È un Atreju nazional popolare quello che comincerà il 6 dicembre per finire il 14. È “l’edizione più lunga di sempre”, tiene a ricordare il responsabile del programma di Fratelli d’Italia, nel corso della presentazione della festa del partito di Giorgia Meloni. La terza da quando è al governo. Quella nella quale si esalta la "stabilità". Dell'esecutivo e, sostengono dal board dei meloniani, del Paese. Dopo il Circo Massimo, la kermesse torna nei giardini di Castel Sant’Angelo. Tra una pista di pattinaggio, i presepi artigianali, le mostre a tema e il vin brulé, a rimarcare un clima rassicurante e natalizio ecco affacciarsi alla festa non i più puri tra i sovranisti, ma volti arcinoti della..

Che ne è di Bologna. Cronaca di un degrado intellettuale

Ma che gli è preso al demone divino di una città come Bologna? Quale altro morbo ha combattuto e vinto la sua spensieratezza e anche la sua drammatica, spettacolare allegria, la sua pastosità, la sua bellezza piazzaiola e cattedrale, le sue glorie municipali, la sua resistenza al vecchio vizio dell’italiano che da Milano infallibilmente marcia su Roma e da Firenze pretende di imporre il dominio universale del Rinascimento, che fine ha fatto la sua civiltà filologica, la pastosa eccentricità della vita civile nel grande studentato, la severa gustosità dei suoi portici e ristoranti? In un giro di tempo brevissimo Bologna ha monumentalizzato, celebrato, emeritato con le chiavi della città il nullismo antisionista di una chiacchierona di serie B e poi ha vietato un corso di Filosofia per gli allievi in..

“Sedicenti”. La reticenza che copre teppisti e terroristi

Puntuale e stupido, è arrivato il marchio “sedicenti”, cattiva roba d’antan. “Sedicenti pro Pal”, nel post di Telese. E tutto un profluvio di attenuanti generiche, so’ sedicenni, anzi so’ fascisti (“il fascismo è nelle teste”, abbiamo dovuto leggere) perché dover ammettere che il Kollettivo studentesco autonomo imparentato Askatasuna (36 denunciati) non è “di destra” è faccenda impossibile per il buon pensiero “antifascista”. Anche per il direttore della Stampa Andrea Malaguti (si rinnova la solidarietà) erano “teppisti invasati, antagonisti fuoriusciti da un corteo pro Palestina”. (Fuoriusciti, insomma sedicenti). Ma sacrosanto è il ricordo del vicedirettore della Stampa Carlo Casalegno, il primo giornalista ucciso dalle Br (allora “sedicenti” pure loro). La verità è che non solo Torino, ma molte città italiane sono minacciate e messe sottosopra dalla violenza pro Pal, e cavarsela..

Referendum: Tajani chiama Mulè
per la campagna di Forza Italia

Sarà il vicepresidente di Montecitorio e deputato Giorgio Mulè il coordinatore di Forza italia per la campagna per il Sì al referendum sulla giustizia. La notizia è stata data con una email agli iscritti da Antonio Tajani. "Tra le battaglie che identificano Forza Italia e ne costituiscono un valore identitario - scrive il segretario di FI - quella della Giustizia Giusta ha attraversato e segnato la nostra storia fin da quando Silvio Berlusconi fondò il nostro Movimento. Quella della separazione delle carriere - aggiunge - è una battaglia di civiltà che abbiamo portato avanti in Parlamento in favore dei diritti del cittadino di avere una giustizia davvero imparziale, rapida ed efficiente". Tajani invita dunque gli iscritti ad aiutare il nuovo coordinatore nella sfida referendaria: "Sono certo di poter contare sul..

Abbiamo un nuovo santo da venerare: il Black Friday

Sempre sia lodato il Black Friday, festa solenne della religione di tutte le donne e gli uomini di buona volontà che preferiscono godersi la vita, essere felici, perfino socializzare con la pizza discount che non macerarsi il corpo, e dunque lo spirito, idolatrando una religione senza joie de vivre che negando il corpo nega pure l’anima. Insomma il cristianesimo manicheo e vittimario in formato cilicio, senza carne (al massimo vegan per non inquinare) che ha ridotto i beni del mondo a un demoniaco “consumo” da evitare. Vade retro sconto! Sempre sia lodato il Black Friday, del resto si celebra il venerdì dopo il Thanksgiving, quando si mangia un bel tacchino grasso alla faccia di tutte le mestizie dell’anno. Il moralismo contro i compratori da black season – cioè i cittadini..

Ma il monito del vescovo è anche per noi dell’opposizione

C’è una frase, tra le molte pronunciate dall’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, che dovrebbe togliere il sonno a chi oggi ha responsabilità politiche: “La politica che si distacca dalla gente, dalla vita, diventa antipolitica, preda la città, la disperde”. Non è retorica, non è omelia. È una diagnosi. E riguarda tutti noi. Lorefice ha parlato con franchezza, e chi parla con franchezza va ascoltato sempre. Non si è limitato a elencare i guasti di questa terra, la disperazione dei giovani, l’assenza di futuro, la rassegnazione che diventa convenienza, la connivenza che diventa sistema. Ha denunciato un clima nel quale “proliferano le complicità che continuano a distruggere la nostra isola”. È un atto d’amore, non un atto d’accusa. E proprio per questo pesa di più. Il silenzio del potere è una..

Gerenza

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