Mulè contro Gratteri “e gli altri smemorati della giustizia”

“La riforma della giustizia non appartiene a una parte politica, ma è una riforma di civiltà che va esattamente nel solco della Costituzione. Alla congregazione degli smemorati, che va dal Pd all’Anm, passando per magistrati di primo piano come Gratteri, suggerirei un ripasso degli atti e dei lavori preparatori dell’Assemblea costituente perché lì c’è il seme di ciò che è previsto nella riforma di oggi: i giudici emettono le sentenze in nome del popolo italiano che – cito la Costituente – è il mandante della magistratura. E la precondizione è che i giudici siano autonomi, indipendenti e imparziali. Da qui l’articolo 104 della Costituzione, che non viene neanche sfiorato dalla riforma. Anzi si dà finalmente piena attuazione al principio di terzietà del giudice”. Lo dice al Foglio Giorgio Mulè, vicepresidente..

Di Pietro star del referendum
Le coccole di Atreju per l’ex pm

“Sono circondata!”. Scherza Silvia Albano, presidente di Magistratura democratica, nonché una delle toghe più critiche nei confronti dei provvedimenti del governo in materia di immigrazione, entrando ad Atreju fianco a fianco al padrone di casa, Giovanni Donzelli. È stato lui a telefonarle per invitarla. È lui ad accoglierla. “Lei è terribile”, osserva uno dei tanti simpatizzanti di Fratelli d’Italia, presente nella sala Enzo Tortora, una delle sale dove si svolgono i dibattiti della festa del partito. Ma i commenti, in questa Atreju così nazional popolare, e così istituzionale, si fanno a bassa voce. Nessun applauso per la “terribile Albano”, ma nessun fischio, a differenza di quanto successe lo scorso anno con l’allora presidente Giuseppe Santalucia. Continua su Huffington Post

“Volti nuovi”. Come gira a Mediaset la ruota della politica

Forza Italia vive giorni surreali: il partito fondato dal “Caimano” si ritrova improvvisamente a difendere Repubblica, il quotidiano della sinistra in agitazione per la possibile vendita al greco Kyriakou. Barachini convoca i vertici, La Russa rassicura, la redazione chiede italianità alla Meloni. E Pier Silvio Berlusconi dice persino che gli dispiacerebbe vedere Repubblica in mani straniere. La scena è questa: il giornale di Scalfari accarezzato da chi per decenni ne è stato il nemico. Intanto, negli stessi istanti, Pier Silvio prova a rimescolare anche Forza Italia. Tra Cologno e Mediaset predica “facce nuove”, bacchetta Tajani, valuta governatori, manager, direttori, fa scouting come fosse un palinsesto. Il partito vive come in zona sismica. Sorprese in vista. Roma. Il modello di Pier Silvio Berlusconi è semplice: metterebbe Gerry Scotti al posto di..

Dall’equità all’equinità. Con un Pd di lotta e di cavallo

Asini, abbracciateci. E ovviamente anche voi, cavalli. Teniamoci stretti. Senza dimenticare i muli. Qui con noi. Dall’equità, insomma, all’equinità. Ella ossia Elly, traccia l’affezione ed Evi, ovvero l’Eleonora, deputata del Pd e amica della segretaria, tosto presenta alla Camera una proposta di legge: riconoscere gli “equidi” come animali “d’affezione”. Vietato mangiarli. Basta. Fine. Stop. Orrore. Sicché, dopo mesi di dibattiti identitari nel partito, dopo settimane di polemiche tra massimalisti e riformisti, dal Jobs Act alla Palestina libera, ecco la proposta che unisce davvero tutte le correnti, anzi aree culturali, del Pd. A dimostrazione della larga condivisione infatti, a presentare il disegno di legge, l’altro giorno, assieme all’on. Evi, in una magnifica conferenza stampa piena di pathos e di fieno morale, c’erano anche le deputate Patrizia Prestipino e Debora Serracchiani. Quest’ultima..

Risacca riformista. Bonaccini si arrende e si consegna a Elly

Il leader della minoranza del Pd, Stefano Bonaccini, pensa di entrare in maggioranza con Elly Schlein – “ci sono le condizioni”, ha detto in tv da Massimo Giletti. Un bonaccione, Bonaccini. E’ presidente del partito, è leader dell’opposizione interna, ed è capo di una corrente che si chiama “Energia popolare”. Anche se tutti ormai nel Pd, da Roma a Catania, la chiamano “energia litorale”. Forse per via di quella certa svogliatezza blasé, da lungomare riminese, con la quale il suo leader si oppone a Schlein. Chissà. Fatto sta che da tre anni, da quando cioè l’ex modernizzatore renziano Bonaccini ha perso il congresso, in tanti lo implorano: “Fatti sentire”, “gliele devi cantare a Elly”, “ma sull’Ucraina che facciamo?”, “contestala almeno sui referendum contro il Jobs Act che è roba nostra”,..

Ultimatum di Trump a Zelensky
Dall’America schiaffi all’Europa

L’amministrazione Trump ha dato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky alcuni “giorni” per rispondere al piano di pace americano, che prevede cessioni territoriali alla Russia in cambio di non meglio precisate garanzie di sicurezza degli Stati Uniti. L’ultimatum – secondo quanto riporta il Financial Times – è stato consegnato a Zelensky sabato, durante una telefonata di due ore, dagli inviati di Trump, Steve Witkoff e Jared Kushner, con la speranza di raggiungere un accordo “entro Natale”. Secondo il quotidiano britannico, il presidente ucraino ha raccontato alle sue controparti europee del pressing arrivato da Washington, pressing al quale Zelensky avrebbe risposto affermando di avere bisogno di tempo per consultare gli alleati europei sulla proposta americana. Un funzionario occidentale ha descritto la posizione ucraina come bloccata tra richieste territoriali che non può accettare..

Mediasetpolitik. Si parte alti e si finisce nel retequattrismo

Forza Italia si tenga Tony Tajani: con la cura di Pier Silvio Berlusconi rischia di crollare al 2.8 per cento. Vi raccontiamo il nuovo esperimento informativo Mediaset. E’ Realpolitik di Tommaso Labate, ed è una prova ulteriore di come si manda a sbattere un talento, per cucinare, alla fine, i soliti straccetti di retequattrismo: carne da cannone, sorrisi finti e cronacaccia. Per inseguire La7 di Urbano Cairo, per riverniciarsi ancora e spiegare al mondo (in Germania) che Mediaset è una televisione aperta (a sinistra), viene reclutata una firma politica come Labate. E’ un volto nuovo, brillante, scrive sul Corriere della Sera, ed è perfetto per la prima serata. E’ così talentuoso che Mediaset gli propone di tutto. Vuoi l’assunzione? Ti assumiamo? Vuoi la tua squadra? Te la diamo. A Mediaset..

La nuova legge elettorale si farà
Salvini si accontenta facilmente

C’è chi, se si parla di legge elettorale, mette mano alla pistola tanto è il fastidio che prova per l’argomento. In effetti non se ne può più di riforme della riforma della riforma. Nell’ultimo quarto di secolo abbiamo votato in quattro modi diversi (record mondiale). Cambiare daccapo sarebbe la quinta variazione sul tema. Rafforzerebbe la sensazione di vivere in una democrazia imperfetta che non si dà pace, dove le regole vengono manipolate senza ritegno. Poi si finge stupore se la gente perde la fede e non va più a votare. Ma mettiamoci il cuore in pace: al 99 per cento la riforma si farà, che possa piacere o meno. Verrà imposta da una somma di convenienze. Quasi ineluttabile. Ai piani alti si sono accorti che col meccanismo attuale, detto Rosatellum,..

L’America di Trump ci abbandona
L’Europa deve rifarsi una vita

Non è il simpatizzante del Terzo Reich Charles Lindbergh a essere stato eletto alla Casa Bianca nel novembre 2024 – come nel Complotto contro l’America di Philip Roth – ma Donald Trump. Un immobiliarista senza troppi scrupoli (tra crisi e procedimenti fallimentari/concorsuali per ristrutturare i debiti); star tv con The Apprentice – lo show che lo ha mitizzato come tycoon capace, dopo i precedenti non proprio encomiabili della sua attività imprenditoriale – e personaggio dal narcisismo ostentato e innamorato, oltre che di sé, del rovesciamento di ogni rispetto per i valori normalmente condivisi tra le persone civili. La potenzialità devastatrice di un tale profilo, ampliata da indiscutibili doti comunicative, suscettibili di porre in contatto il messaggio e il suo emittente con le emozioni più profonde di pubblici diversi e per..

Casa Meloni. I fastidiosi scarabocchi di Salvini e La Russa

E sarebbero questi gli alleati di Meloni, gli amici che dovrebbero aiutarla? Si è assemblato un tandem di adorabili straparlanti su Ucraina e legge elettorale. Sono Matteo Salvini e Ignazio La Russa. Non vogliono far cadere il governo ma riempire i giornali, usare la provocazione come petardo di Natale. Ecco cosa dice La Russa, in visita alla Camera, sulla legge elettorale: “Sui tempi di approvazione della legge, il Capo dello stato non può intervenire. È una prerogativa del Parlamento, semmai può intervenire sulla costituzionalità delle norme contenute nella legge”. L’altro è Salvini. Quando minaccia di non votare il decreto Ucraina, sulle armi, lo fa soltanto per distrarre. In Cdm è stato approvato il ddl delega sull’edilizia, il ddl di Salvini, ma Salvini è in realtà scontento. È “irritato”, “offeso” con..

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