Dopo la litigata con Trump,
Salvini e Meloni mollano Musk

Dal grande freddo tra Donald Trump e Elon Musk arriva una ventata di aria fresca sulla torrida estate romana. Tra i meloniani e il magnate di Starlink e Tesla più di qualcosa si è rotto. Non lo citano più, non lo celebrano, e neppure cercano di portarne avanti i piani ambiziosi. Di rimando Musk non fa niente per frenare Andrea Stroppa, che lo rappresenta nel Belpaese, che da esaltatore del governo Meloni s’è trasformato in un commentatore puntuto e critico. Musk progetta un nuovo partito - "America" vorrebbe chiamarlo con poca originalità - e Stroppa vagheggia un “piano per salvare l’Italia”. Ma da chi, dall’ex amica Meloni? Ingrato. Continua su Huffington Post

Carenza d’acqua, “livello critico”
L’allarme della Protezione civile

In Sicilia e Sardegna, "la problematica legata al deficit idrico è particolarmente evidente e critica. Questa carenza di risorsa idrica fa sì che sia maggiormente difficoltosa l'azione di presidio del territorio svolta dal settore agricolo e questa situazione, accompagnata agli incendi boschivi sempre più frequenti, rende il territorio maggiormente vulnerabile rispetto ai fenomeni alluvionali e franosi". Ad affermarlo è il capo del dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, nell'audizione in commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità. Le due isole maggiori, ha spiegato, sono allocate in un contesto geografico "molto particolare, al centro del Mediterraneo", caratterizzato da "un aumento della frequenza di fenomeni siccitosi, interrotti da brevi periodi di fenomeni alluvionali particolarmente repentini e conseguenti fenomeni franosi che provocano gravi danni alle infrastrutture e agli insediamenti abitativi e..

Cronache di una molto disonorevole seduta dell’Ars

Sono scesi in campo mostrando i muscoli e dicendo che il loro unico obiettivo era quello di difendere il tremulo e traballante Gaetano Galvagno. Ma in realtà volevano solo difendere le proprie mance e i propri privilegi. I più alti dignitari di Palazzo dei Normanni ieri, martedì primo luglio, hanno offerto uno spettacolo che ogni sincero democratico dovrebbe subito cancellare dalla memoria. Hanno balbettato per un’ora e passa dicendo che volevano tutelare la dignità di un presidente sottoposto, povero figlio, a un’ingiusta gogna mediatica. Ma in realtà volevano solo preservare un loro antico e consolidato costume: quello di foraggiare, con carrettate di denaro pubblico, le fameliche clientele sparse nei territori della Sicilia e di trasformare ogni legge in uno strumento utile per favorire parenti, amici e pagnottisti. Hanno improvvisato discorsi..

A19, code e polemiche infinite
Schifani: via il responsabile Anas

Scontro frontale tra la Regione Siciliana e Anas per la gestione dei cantieri sull’autostrada A19 Palermo-Catania, che anche nella giornata di domenica ha collezionato un primato poco onorevole: code di 4 km nel tratto di Bagheria. Il presidente Renato Schifani ha duramente criticato l’azienda per la «scarsa collaborazione» e la «pianificazione sbagliata» dei lavori, accusando i vertici regionali di Anas di aver ignorato per settimane l’ipotesi di un bypass per alleviare il traffico estivo e di aver lasciato la gestione in mano a «terze linee», nonostante i disagi subiti dagli utenti. Da qui la richiesta formale di rimozione del responsabile di Anas Sicilia, avanzata dalla Regione anche a livello ministeriale. La risposta dei dirigenti Anas non si è fatta attendere: in una nota ufficiale, la rappresentanza sindacale ha definito le..

Cronache da una palude chiamata politica regionale

La vicenda che coinvolge il presidente dell’Assemblea regionale ha più aspetti che vale la pena richiamare. Il primo riguarda presunte violazioni di legge. Se ne occupa evidentemente la magistratura e, come è d’obbligo in questi casi, con un bla bla che si ripete fino alla noia, devono prevalere il garantismo e la conseguente presunzione d’innocenza. L’altra questione è prevalentemente di costume e ha il tono di un vaudeville. Coinvolge donne di successo e di potere, collega denaro pubblico a interessi privati, mette in uno stesso canestro promozione aziendale e attività caritatevole – a favore dei bambini -, che strappa lacrime e suscita approvazione. Si svolge tra i palcoscenici di uno dei maggiori teatri cittadini e il Palazzo dei Normanni. Al netto delle questioni giudiziarie, questa “rappresentazione” di un mondo altoborghese..

Nato. Ucraina, scansati
Tutti ai piedi di Trump

“I fought the law and the law won”, cantavano i britannici Clash 50 anni fa, quando ribellarsi era un modello: punk. Al summit della Nato all’Aia la legge che vince è quella di Donald Trump, “daddy” come lo chiama un amorevole Mark Rutte, senza freni nell’adulazione del capo. E il ribelle è uno solo: Pedro Sanchez che si sottrae al diktat di spendere il 5 per cento del pil per la difesa, più un ‘don Chisciotte’ che un eroe vincente, visto che il paparino americano se ne torna negli Usa lasciando una scia di minacce esplicite contro la Spagna. “La pagherà”, promette il tycoon rinviando alla guerra dei dazi, ancora apertissima con l’Unione Europea malgrado si avvicini pericolosamente la data del 9 luglio, quando terminerà il periodo concesso al negoziato...

Dall’Ars a Palazzo d’Orleans è la Regione dei pagnottisti

Il clima, in Sicilia, è preoccupante e il consenso è drogato da troppi strumenti, pagati dalla collettività e introdotti dalla mala politica per sfamare i “pagnottisti”. La politica è diventata lo strumento per garantire la “pagnotta” ai propri sodali, in una regione che produce sempre di meno e riesce sempre di meno ad assicurare lavoro e futuro ai suoi cittadini. Sono un garantista e quindi ragiono a prescindere dalle vicende giudiziarie: anzi auspico si chiudano al meglio per tutte le persone coinvolte. Tuttavia, è impressionante come il sistema sia ormai andato in tilt: pochi notabili controllano il consenso con strumenti e modalità inopportune, a prescindere se vengano individuati come reati dalla magistratura. Poco importa se si tratta di appalti in sanità, nei lavori pubblici, di associazioni pseudo culturali o benefiche,..

Regione, sei ore per spartirsi gli IACP e altro sottogoverno

“Convocati alle 16 erano ancora al lavoro alle 22”. Il cronista di un quotidiano di Palermo non riesce a velare un moto di solidarietà nei confronti di undici uomini e di una donna che, in rappresentanza dei partiti della maggioranza, sono rimasti così a lungo chiusi in una stanza per “spartirsi” gli Istituti Autonomi Case Popolari, i consorzi universitari e alcuni degli enti parco. Hanno così ridato, spiega uno di loro, “governance ad enti di primo piano superando la stagione dei commissari”. La notizia sarebbe insignificante, la solidarietà eccessiva, l’indignazione fuori luogo. Quelle brave persone, al termine del loro gravoso impegno, saranno magari state convinte di aver messo un tassello alla tenuta della maggioranza, di avere assolto al ruolo per il quale sono state elette. Del resto, cosa dovrebbero fare..

Trump chiude la guerra con l’Iran
Cessate il fuoco anche per Israele

Dieci giorni dopo l'inizio del conflitto tra Iran e Israele, a 48 ore dall'attacco americano contro i siti nucleari di Teheran e poco dopo la rappresaglia iraniana contro una base Usa in Qatar, nella notte Donald Trump annuncia il cessate il fuoco. "Congratulazioni a tutti! È stato pienamente concordato tra Israele e Iran che ci sarà un cessate il fuoco completo e totale tra circa 6 ore da ora, quando Israele e Iran avranno concluso e completato le loro missioni in corso, per 12 ore, momento in cui la guerra sarà considerata finita!!", ha dichiarato il presidente americano in lungo post su Truth nel quale spiega i tempi e le modalità della tregua. Dopo l'annuncio, ma prima che il cessate il fuoco entri in vigore, si registrano nuovi raid israeliani..

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