Giuli contro Veneziani e il “nannimorettismo” di destra
Gli intellettuali, si sa, hanno un rapporto difficile con il potere politico. Marcello Veneziani non fa eccezione. Il potere culturale lo detiene, per merito e costanza. Scrive sui giornali, va in tv, un paio di libri l’anno, spesso pregevoli e ben recensiti, una cornucopia di conferenze in giro per l’Italia, è ascoltato, riverito, ha un pubblico trasversale, essendo un destro che sa che cosa piace al lato sinistro, un ammiratore di Vico che fa l’occhiolino a Nietzsche. Come saggista è una macchina da guerra. Ma il rapporto con il governo, con la maggioranza di centrodestra, con la classe dirigente raccolta intorno a Giorgia Meloni, con gli onorevoli ministri e sottosegretari, con la cupola dell’amichettismo, come si dice oggi nel palazzo, già celebrato da Francesco Guicciardini e dannato da Pier Paolo..