Lega. Lo scialacquone Salvini contro i rigori di Giorgetti

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti incassa i complimenti di Christine Lagarde, che lo indica persino come modello ai francesi alle prese con i conti pubblici, e fa i conti con la Bce e con i mercati. Il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini, invece, fa i conti con i sondaggi, segue l’agenda elettorale e si affida ai consigli economici di Claudio Durigon. L’uno misura i decimali del pil, l’altro i decimali del gradimento. L’uno guarda i rendimenti dei titoli di stato, l’altro le ricerche su Google Trends. Stanno nello stesso governo, siedono allo stesso tavolo, ma parlano due lingue diverse. Ieri pomeriggio, per dire, si è tenuta una riunione, voluta da Salvini, con un obiettivo preciso: cucinare un pacchetto di proposte economiche della Lega da esibire almeno fino alle..

Amata per due ore davanti ai pm
respinge ogni accusa di corruzione

E' durato poco più di due ore l'interrogatorio dell'assessore regionale al Turismo, Elvira Amata, indagata dai pm di Palermo per corruzione in concorso. Amata ha risposto alle domande dei magistrati Fusco e De Benedittis. L'indagine, in cui è coinvolta anche Marcella Cannariato, moglie del patron di Sicily By Car Tommaso Dragotto, è un filone della maxi inchiesta sui contributi regionali che ha come protagonista più noto il presidente dell'Ars di Fratelli d'Italia Gaetano Galvagno, anche lui accusato di corruzione. Tra gli episodi contestati alla Amata l'assegnazione di finanziamenti a una fondazione riconducibile alla Cannariato che, in cambio, avrebbe assunto il nipote dell'assessora nella società che dirige, la A&C broker. Secondo quanto ricostruito da Riccardo Lo Verso su Live Sicilia, l’assessora ha respinto ogni accusa di corruzione. Avrebbe dato per scontato..

Gimbe certifica il fallimento

Penultimo posto fra le regioni. Crollo di 11 punti rispetto al 2023. Malissimo su prevenzione e assistenza territoriale

Il Sanchez di Spagna che alla nostra Elly piace finto

Esiste Pedro Sánchez, quello vero. E poi c’è il Pedro di Elly Schlein. Quello che verrà tirato fuori già oggi, o domani, o comunque sul palco di una delle tante feste dell’Unità che la segretaria del Pd si appresta ad aprire. Il primo Sánchez, in carne e ossa, governa la Spagna facendo i conti con giudici che indagano per corruzione la moglie e il fratello, e ai quali ieri ha risposto come faceva un tempo Silvio Berlusconi: “Ci sono magistrati che fanno politica”. Il secondo Sánchez, invece, è un ologramma tutto italiano, un’invenzione da conferenza stampa, da palco delle salamelle. Il leader che non sbaglia mai, progressista senza compromessi, pacifista e a favore dei diritti, simbolo di una sinistra che in Italia sembra riuscire a immaginarsi vincente soltanto se impersonata..

Addio a Emilio Fede
il destriero del Cavaliere

"Per tutti, qui, sono il direttore, ma si rivolgono a me con affetto, amicizia. Non ossequio", diceva Emilio Fede in una delle ultime interviste rilasciata a Libero in cui raccontava della sua nuova quotidianità in una struttura dove nell'ultimo anno della sua vita aveva risieduto. Per necessità, dovuta all'età e alle ripetute cadute che avevano convinto sua figlia Sveva a trasferirlo in una Rsa, ma forse anche un po' per solitudine: "Ho appena compiuto 94 anni, sono vicino ai 100: un bel traguardo. In questa struttura mi trovo bene perché ci sono rapporti umani veri. Ho riscoperto l’importanza dell'affetto: il vero potere è avere l'affetto degli altri", confidava, aggiungendo che il sogno più grande era "di arrivare al più presto accanto a mia moglie" (Diana De Feo, scomparsa nel giugno..

Dove va la Francia di Macron?
“Verso la noia”, sostiene Ferrara

Macron è impopolare. Bayrou, il democristiano, il centrista, fa le valigie con tutta l’austerità incorporata nel suo bilancio, arrivando persino ad abolire due festività nel Paese della festa continua e delle pensioni giovanili. A parte i suoi errori, Macron resta un presidente liberale: già è un miracolo che abbia portato a termine un mandato e mezzo. Presidente dei ricchi, come fu Giscard d’Estaing che però si fermò a uno solo, in una Francia che ama compiacersi di essere giacobina e barricadera anche quando al potere ci sono i conservatori, che si chiamino mon général come de Gaulle o un professore di liceo di provincia come il gollista Pompidou. E ora, forse, toccherà a un altro docente liceale come Mélenchon, trombone della Francia indomita e frontista di sinistra, oppure a Marine..

Dicesi galvagnismo: com’essere sputtanati e vivere felici

È un naufragio lento, ma inesorabile. Come una nave che ha una falla minuscola in un angolo della stiva e continua a navigare nonostante la linea di galleggiamento salga sempre più, Palermo vive il suo momento più pericoloso. Quello in cui il disastro è all’orizzonte e pare lontano, ma in realtà si avvicina di giorno in giorno. Il principale errore nel quale si può cadere nella ricerca delle cause è quello di buttarla in politica. No, qui la politica non c’entra. C’entrano gli uomini, di qualunque partito siano. Per capire meglio è bene rifarsi a un fenomeno che ci arriva dalla cronaca giudiziaria: il galvagnismo, dal nome del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, coinvolto in un’inchiesta per corruzione e peculato, cioè per un presunto giro di favori ad amici, amiche e..

Stampa e potere. Meloni
al contrattacco con Chiocci

Gian Marco Chiocci è pronto a lasciare la direzione del Tg1 per diventare portavoce di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Il piano viene confermato al Foglio da figure apicali del governo e della Rai, ma anche dai piani altissimi (per non dire l’attico) di Fratelli d’Italia. Il cambio è considerato imminente. La trattativa viene data per chiusa (al netto di colpi di scena dell’ultima ora). L’operazione prevede un blitz, se ne parla anche tra i vertici degli apparati di stato con i quali l’attuale direttore del Tg1 ha rapporti ramificati e solidi. La premier vuole dare più forza alla comunicazione inaugurando la seconda fase del suo governo: quella che guarda alle elezioni del 2027. E magari cercare di costruire anche un rapporto migliore con la stampa (alla Casa Bianca, come si..

Ovazione a Rimini per Meloni
Ferrara sorpreso dal suo stile

Esiste uno stile Meloni? Direi di sì. Ha smesso di dire: “At teso che”. Gran progresso, dalla sottoprefettura o tenenza o guardiania a Palazzo Chigi. Ma dice troppo spesso “banalmente” al posto di “semplicemente”, e sarebbe semplice risparmiarselo. Sono osservazioni un po’ cretine, ma pur sempre osservazioni. Per il resto, piuttosto brava. Si è scelta uno o una speechwriter di rango. Come aveva fatto Berlusconi con un giornalista italiano o una giornalista italiana che gli scrisse tutto per tanti anni, dai discorsi parlamentari ai comizi in piazza alle interviste agli articoli alle lettere d’amore, ma quello o quella era un gran ruffiano/a per il bene della causa e della patria. I successi degli statisti non dipendono dalle parole accucchiate dagli o dalle speechwriter, che servono alla maschera, non del tutto..

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