Ma il sondaggio su Schifani non dice tutto ciò che ci aspetta

Renato Schifani non sta attraversando una stagione favorevole. Man mano che passa il tempo e si avvicinano le prossime elezioni i nodi vengono al pettine e l’ordinaria amministrazione non basta più. Si è visto con i cantieri della Palermo-Catania. Sembrava tutto tranquillo. Poi c’è stato il Colossale Ingorgo e la rabbia della gente ha spezzato in un colpo solo il noioso tran tran del governo regionale, con tutta la sua atavica irrilevanza e il suo cronico immobilismo. Diciamolo: il governatore della Sicilia è accerchiato. A parte le imprecazioni degli automobilisti costretti in autostrada a code di venti chilometri, c’è il malessere dei Coltivatori diretti che non vedono soluzione alla siccità che avanza; ci sono i costruttori edili che denunciano l’inarrestabile trasferimento al nord di risorse destinate alle opere pubbliche del sud...

Meloni e Macron capiscono
che la rivalità non regge più

Tre ore di bilaterale tra Giorgia Meloni e Emmanuel Macron per siglare un disgelo segnato dalla reciproca convenienza. La nota di fine vertice segna quello che potrebbe essere un cambio di passo nei reciproci rapporti: l’Italia e la Francia si impegnano a "coordinare gli sforzi di mobilitazione e azione europea di fronte alle sfide comuni che si moltiplicano e si aggravano" e "intendono rafforzare il loro impegno comune per un’Europa più sovrana, più forte e più prospera". Sovranismo europeo: Macron usa un lessico caro a Meloni. Entrambi promettono "di coordinare le proprie posizioni in tema di relazioni transatlantiche, nonché sulla sicurezza economica e commerciale dell’Unione Europea". Sui rapporti con gli Usa - che si tratti della guerra russo-ucraina, o dei dazi imposti dall'America - Francia e Italia si coordineranno. È..

Meloni sul referendum:
“Vado però… non voto”

"Vado a votare ma non ritiro la scheda, è una delle opzioni". Così la premier Giorgia Meloni ha risposto ai giornalisti arrivando in via dei Fori Imperiali per le celebrazioni del 2 giugno. Un modo per non dire apertamente che si astiene o che non va a votare, ma, di fatto e de jure, è come si dicesse che non va a votare e che si astiene. "Giorgia Meloni dice che andrà a votare ma non ritirerà le schede: una dichiarazione furba ma falsa perché non si può andare a votare non ritirando le schede di alcun referendum. Un invito di fatto all'astensione quindi, che fa impallidire soprattutto perché fatto durante la cerimonia del 2 giugno, quando gli italiani con un referendum scelsero al Repubblica. I cittadini sono liberi di..

Il Pd e la testarda scelta di incoronare un perdente

Anthony Barbagallo ha vinto quella improbabile vicenda che da mesi si svolge nel generale disinteresse e che hanno chiamato “congresso”. Barbagallo rimane così alla guida del Partito democratico in Sicilia. Ha vinto con il 60%, come egli dichiara, o con meno del 50% come sostengono altri. Ché i numeri, all’interno di quella forza politica, pare siano meno che un’opinione. Se a loro si fosse fatto riferimento, se se ne fosse tenuto conto, il nostro non avrebbe dovuto essere riproposto. Forse vale la pena ricordare gli “straordinari” successi che a lui si intestano. Nelle elezioni nazionali dell’ottobre del 2023, nell’Isola il Partito democratico ottenne il 12% a fronte del 19,4% in campo nazionale. Nelle regionali dello stesso anno prese il 12,77% e, con Caterina Chinnici candidata alla presidenza della Regione, è..

Per Mattarella “è disumano”
ridurre Gaza alla fame”

Più chiaro di così è difficile. Quel che sta succedendo a Gaza è inaccettabile e disumano. Sergio Mattarella non si trincera dietro artifici retorici e parlando agli ambasciatori stranieri nella cerimonia per il 79° anniversario della Festa della Repubblica, chiede a Israele il cessate il fuoco e l’applicazione del diritto umanitario con parole nettissime. Ad ascoltarlo, muti, la premier Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani, cui spettano le scelte di politica estera del governo, accusati però dalle opposizioni di afasia e immobilismo diplomatici davanti alla tragedia del popolo palestinese. Il capo dello Stato entra nel vivo del discorso dopo aver ricordato che la nostra Repubblica nasce da una “scelta di pace”, sostanziata nel “ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli” scritto in Costituzione...

Acido congedo. Droghe e dazi:
divorzio fra Trump ed Elon Musk

Ecstasy, funghi psichedelici e soprattutto ketamina: di tutte queste sostanze Elon Musk avrebbe fatto uso in modo "pericoloso" nei mesi trascorsi accanto a Donald Trump. A sostenerlo è il New York Times, in un'inchiesta sulle dipendenze e i drammi familiari dell'uomo più ricco del mondo. Poche ore dopo lo scoop, accanto al presidente statunitense che per lui aveva organizzato una cerimonia di commiato nello Studio Ovale, Musk non ha voluto rispondere direttamente alle richieste di commento dei giornalisti. "È lo stesso giornale che ha riportato false notizie riguardanti il Russiagate?", si è limitato a replicare, ridendo. "Andiamo avanti", ha quindi chiosato. Continua su Huffington Post

Macché cultura. Calate il sipario su Agrigento capitale

E se si chiudesse ora il “mirabile” anno di Agrigento capitale nazionale della cultura? Se si sospendesse il calendario gregoriano e i mesi fino al prossimo dicembre venissero contati a parte? È certo difficile un’operazione di questa natura. Tuttavia, bisogna trovare il modo per interrompere il flusso di eventi che continua a comporre una vicenda tragicomica. Cominciata con l’acqua piovana dentro il teatro Pirandello alla vigilia della visita del presidente della Repubblica, potrebbe terminare ora con le dimissioni del direttore artistico di quel teatro, raggiunto da indagini della magistratura. Era lì a guidarlo forse per capacità proprie, sicuramente perché quella istituzione era stata assegnata al suo partito, a Fratelli d’Italia. In Sicilia e nel Paese, più di prima, il sostegno alla cultura non appassiona molto. Interessano semmai le sue istituzioni..

Delmastro, un incontinente al governo della Repubblica

L’ultima – l’ennesima – l’ha detta a Torino: durante un convegno di Fratelli d’Italia, scovato dalla Stampa, Andrea Delmastro – sottosegretario di Carlo Nordio, ministro della Giustizia nel governo di Giorgia Meloni – ha apostrofato così le toghe: “Il magistrato che dovrebbe sentire pulsioni di giustizia dice che Meloni è pericolosa perché non ha inchieste; questo lo dicono i mafiosi, non i magistrati”. Il riferimento era al caso, che a suo tempo aveva già suscitato dibattito, di un’email che un magistrato di Bologna, Marco Patarnello, aveva inviato a un gruppo di colleghi. A far saltare dalla sedia l’Associazione nazionale magistrati e tutta l’opposizione è stato quell’accostamento tra alcuni magistrati e i mafiosi. Un paragone azzardato e giudicato offensivo dai destinatari. Fatto, probabilmente, anche per rivendicare l’attivismo del centrodestra contro la..

Il decreto Sicurezza comporta
400 anni di carcere in più

È questione di giorni, di mesi al massimo, e un'altra mannaia potrebbe abbattersi sulle carceri italiane, già piene di problemi. E potrebbe portare a un allungamento delle pene per centinaia di persone che in carcere sono già recluse. Di cosa parliamo? Gli effetti del nuovo reato di rivolta carceraria, introdotto dal decreto sicurezza. Il reato era già stato molto contestato sin dalla prima stesura del provvedimento, innanzitutto perché le proteste e le rivolte in carcere sono nella stragrande maggioranza dei casi prodotte dal sovraffollamento e dalla carenza di personale, attività e spazi per i detenuti. In secondo luogo perché è un reato poco chiaro: prevede, infatti, che a essere puniti con una pena da 1 a 5 anni siano coloro che partecipano ad una rivolta non solo "mediante atti di..

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