E Orlando invita i profughi afghani nel suo Afghanistan
di Paolo Mandarà
Se Leoluca Orlando dirottasse sui problemi di Palermo la stessa attenzione rivolta ai problemi fuori da Palermo – non ultima la questione afghana – sarebbe un signor sindaco. Con una maggioranza solida in Consiglio comunale. E nessuno a rompergli le scatole sui rifiuti, sui cimiteri, sul ciaffico. Significherebbe aver messo a frutto un’esperienza trentennale, fatta di buone pratiche amministrative e sensibilità incomparabile. Invece, ogni uscita di Orlando – sulle magliette rosse, sulle Ong, sui rifugiati – suona come una nota stonata. Perché c’è sempre un’altra realtà, quella che i palermitani vivono sulla propria pelle e alla quale, ogni giorno di più, rischiano di assuefarsi. L’Afghanistan di Orlando è Palermo. Città di frontiera in cui il sindaco, un attore senza registro, ha collezionato sconfitte su ogni fronte. E assessori-talebani di cui..