Le ambizioni forti e alte di un Papa, forse pure fuori misura

Se un Papa non piace ci si sente in colpa. Giudicare un papato sembra un atto fuori misura. Sentimenti e idee personali a parte, un bel po’ di mondo Francesco se lo è fatto piacere da subito, perfino troppo, per recuperare uno stadio di innocenza affettiva compromesso dalle raffinatezze teologiche e letterarie di Paolo VI, dai suoi tragici dubbi, e poi dallo spirito regnante e guerriero di Wojtyla, dalle sue tragiche certezze, e dalla soave intrattabilità teologica e morale di Ratzinger, custode non negoziabile di una fede e di una cultura che stavano soccombendo di fronte al wokismo relativista. Esigere una vita innocente è precisamente il male di quest’epoca, almeno secondo un’idea tradizionalista o conservatrice di intelligenza e cultura. Ma va anche detto che Francesco, sotto quel sorriso che era..

La “rivoluzione” di un Papa venuto dalla fine del mondo

È morto il Papa venuto da lontano, privando la Chiesa di una guida sicura e nuova nella sua storia millenaria. Privandola di una voce che richiamava al senso autentico del messaggio evangelico, indicando a tutti la via della salvezza. Non c’è più chi ha aperto le porte anche a coloro alle quali erano sbarrate perché lontani dalla dottrina cattolica. Non c’è più l’uomo che ha visto un Dio misericordioso unico per tutti e del Figlio del quale ieri per l’ultima volta ha riaffermato la resurrezione. La Chiesa è priva di colui che ha avviato una riforma profonda e difficile, che non poteva eliminare tutte le incrostazioni di una realtà millenaria. Francesco è stato il Pontefice che con più forza degli altri ha percorso le vie del mondo, cercando di riconciliarlo..

Un gesuita dell’altro mondo

Tante prime volte con il suo Pontificato: il primo gesuita a diventare papa, il primo sudamericano, il primo a ispirarsi al santo di Assisi

Teorema siciliano. La matematica non serve, conta l’opinione

Il peggiore uso della contabilità è quando la si dedica a fini retorici o propagandistici, non per sapere, bensì per far credere ai semplicioni, che in siciliano si chiamano ammuccalapuni. A Palermo, l’Amap, società che gestisce l’acqua con la solennità di chi sa quanto ne resta, lancia l’allarme: i bacini sono secchi, le scorte ridotte a un terzo, e per un quarto di milione di cittadini è già tempo di razionamenti come nel deserto del Gobi. I numeri ci sarebbero, nudi e crudi: 43,5 milioni di metri cubi d’acqua contro i 147 milioni di tre anni fa. Numeri, non opinioni. Ma la Regione siciliana, che guarda i dati come si guardano gli oroscopi di Paolo Fox, risponde serena e ottimista: “Niente panico, non esageriamo”. Sicché il capo della protezione civile..

​Meloni sposa il trumpismo
Trump conquista Roma

“Mi definiscono nazionalista occidentale, non so. Io so che parlo di Occidente non dal punto di vista geografico ma della civiltà. Insieme dobbiamo rendere l’occidente di nuovo grande”, dice Giorgia Meloni di fianco a Donald Trump nello Studio Ovale. Nel mezzo delle tensioni tra le due sponde dell’Atlantico sui dazi, tra Washington e l’Europa orientale sull’Ucraina, tra l’amministrazione Trump e gran parte delle cancellerie europee, la premier italiana scandisce un Make the West Great Again per sposare in tutto e per tutto la linea del tycoon. Dopo l’atteso bilaterale di oggi a Washington, Trump conquista (o riconquista) Roma, piantando solidi paletti in Italia - “Il migliore alleato al mondo fino a quando Meloni è premier”, dice il presidente Usa - in vista della battaglia appena iniziata con tutta l’Ue, soprattutto..

De Gasperi a Washington: un esempio di dignità per Giorgia

Oggi Giorgia Meloni incontra il presidente degli Stati Uniti d’America per indurlo a rivedere la sua posizione sui dazi e più in generale sul rapporto con l’Europa e con l’Italia. Non ha molte possibilità di successo, il nostro presidente del Consiglio, con un uomo sbilenco, instabile e pericoloso, per il quale amicizia e affinità ideologica non hanno valore alcuno. Del resto, è questo il senso del sovranismo, che ciascuno pensa per sé, ignorando che la solidarietà rende forti, l’egoismo indebolisce e genera conflitti. Speriamo bene. Tutti i nostri capi di governo dal dopoguerra hanno incontrato il presidente del Paese leader del mondo occidentale. Tutti hanno dovuto fare i conti con il suo ruolo e la sua forza. Tutti sono andati, come si è detto in questi giorni, a “baciare la..

Le pagine di Elly che i Baci Perugina non vogliono pubblicare

Alla fine Elly Schlein ha attraversato il Rubicone. E’ stata una fatica improba, ma è riuscita a organizzare e mettere nero su bianco una proposta complessiva che affronta tutte, o quasi, le questioni di merito, dai contenuti politici ai nodi organizzativi, capaci di squassare il partito fino a ieri. Il documento, a quel che si sa, lunghissimo, disseziona, ricompone e mette in chiara luce, sfrondandoli dalle ambiguità, tutti i punti di contrasto, quando non di litigio, che hanno praticamente paralizzato la principale forza di opposizione e lasciato supporre a non pochi come la signora Schlein si fosse rivelata inadeguata al ruolo. Continuamente troppo movimentista, spesso reticente per timore, spessissimo spiazzata dagli avvenimenti e insomma, pericolosamente a scadenza. Ora, a quanto pare, non più. Le numerose pagine con cui la segretaria..

Il difficile viaggio a Washington
Meloni stretta fra Trump e Ursula

Giorgia Meloni studia in vista del doppio round americano: giovedì l’incontro con Donald Trump, preparato in contatto costante coi vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. E venerdì il faccia a faccia col vicepresidente J.D. Vance che riceverà prima da sola e poi in un formato allargato ai suoi vice. A 48 ore dalla prima missione alla Casa Bianca, in raccordo con Ursula von der Leyen, la premier fa il punto sulle “carte” da giocarsi nel colloquio allo studio Ovale. Dal nodo dazi, alle spese militari, ai rapporti con la Cina, fino all’ipotesi di una tassa sui giganti del web, luci e ombre su un colloquio ad alto rischio. Continua su Huffington Post

Visto da vicino. Ritratto di Letta, adolescente di 90 anni

In principio fu orrore puro. Gianni Letta, che fa oggi novant’anni portati da adolescente, beato lui con la sua magnifica famiglia di musicofili e cinefili, era il prototipo del brasseur d’affaires romano, dunque abruzzese di stirpe purissima, che detestava tutto quanto io amavo: il decisionismo, Craxi, la cultura comunista dura e scostante, il socialismo nazionale tricolore che sfidava i resti del comunismo con un gagliardo anticomunismo, la possibilità di mettere i missili a Comiso e salvaguardare il patto con Arafat su Abbas per l’Achille Lauro, la socialdemocrazia pimpante e antidemocristiana, la pazzia di Cossiga, poi la tv scollacciata e spazzatura ossia il muro di Vespa e del salotto Angiolillo e del dottor Agnes, un muro altissimo e invalicabile per me che odiavo la tv del focolare, ci univano forse soltanto..

Trump fa retromarcia
e grazia computer e smartphone

Donald Trump esenta gli smartphone, i semiconduttori e i computer dai dazi reciproci, anche quelli imposti contro la Cina, in quello che è un nuovo passo indietro e forse un primo segnale di allentamento sulle tariffe a Pechino. Di certo è un regalo per Apple e per le Big Tech che lo hanno sostenuto dal suo insediamento, ma anche un tentativo della Casa Bianca di rassicurare i mercati dopo una settimana di passione. Continua su Huffington Post

Gerenza

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