Pumilia: mi sono dimesso dalle Orestiadi, ecco perché

Calogero Pumilia non è più il presidente della Fondazione Orestiadi di Gibellina. La comunicazione è arrivata su Facebook. "All’inizio del percorso della celebrazione di capitale dell’arte contemporanea. Come una sorta di dannazione, in questa terra di Sicilia spesso si è molto bravi a trasformare un’opportunità in un’occasione di rissa banale e volgare. Sta capitando ad Agrigento, anche oggi oggetto di scherno come capitale della cultura da parte del maggiore giornale italiano - Il Corriere della sera. Capita a Gibellina, dove, in attesa che «arrivi il futuro», come auspica il programma presentato al Ministero ed approvato, arriva e prevale il desiderio di infantile protagonismo e di inconscia autodistruzione. In dieci anni di lavoro, da una condizione di totale fallimento e di chiusura, la Fondazione Orestiadi è tornata ad essere una delle..

Buttafuoco propone Luca Zaia governatore della Sicilia

In considerazione del grande amore che ho per la mia terra, la Sicilia, il proposito mio è di mettere vicini vicinissimi – fosse pure in forma di una pulce in testa – degli elementi tanto improbabili quanto felicemente possibili. La testa è quella di Luca Zaia, formidabile presidente della Regione Veneto, la pulce è l’Autonomia speciale che difficilmente potrà essere realizzata nell’obbligata doppia velocità tra lesto Nord e bradipo Sud. Tanto utile sarebbe al Settentrione quanto mefitica è da sempre in Sicilia, l’autonomia regionale potrebbe trovare finalmente senso solo con un vero campione e siccome anche il terzo mandato di Zaia è di fatto difficilissimo, altra soluzione non c’è che fare di questo formidabile governatore il futuro e definitivo presidente della Regione siciliana. Ne farebbe il luogo della compiuta modernità...

Se hai soldi ti salvi, sennò muori
Mattarella parla della sanità

Proprio ieri mattina, in un supermercato di un paese di ventimila abitanti della Lombardia, operosa e ricca, sulla soglia di una crisi delle sue due più importanti industrie, ho incontrato dei conoscenti che discutevano animatamente delle disfunzioni della sanità. Di quelle liste di attesa obese che impediscono i cittadini di curarsi. Che ha ricordato il Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno. Il tema, se hai soldi ti salvi oppure muori, si lega appieno con le altre parole capofila dei ragionamenti fatti dal Capo dello Stato, dal rispetto alla speranza. Abbiate fede, oggi la politica tutta applaudirà al suo messaggio alla nazione. Ne scrissi anche lo scorso anno rilevando come, allora, il plauso scrosciante dei partiti nascondeva il loro limite. Che non l’avevano capito. Si sa in venti minuti..

Non chiedeteci di sognare, ci bastano gli incubi che viviamo

Certo, gli auguri ce li faremo. E, se ci va bene, brinderemo pure con le bollicine. Ma – sia detto con la più desolante sincerità – in cuor nostro non coltiviamo nessuna speranza. D’altra parte, quale fiducia può ispirare una classe politica, come quella siciliana, che non riesce a cogliere la forza delle emergenze; che non aveva neppure notato la tragedia di oltre seicento strutture convenzionate della sanità che stavano per essere stritolate dal decreto del ministro Schillaci sulle tariffe; che per oltre due mesi ha litigato e tramato esclusivamente per arraffare una mancia di fine anno; che è scattata sull’attenti solo quando è stata convocata per regalare tre milioni di euro a Mediaset; che si precipita a Catania per reggere il turibolo a Federica Panicucci e al carrello dei..

Ecco a voi Renzi in modalità guastafeste contro Meloni

“Ve ne pentirete…”. Le parole di Matteo Renzi risuonano in Senato, dove l’approvazione (scontata) della manovra diventa l’occasione per un regolamento di conti. Il leader di Italia Viva ha appena dato del “camerata” al presidente del Senato. “Camerata La Russa, lei deve abituarsi a rispettare le opposizioni in quest’aula”, afferma, mentre Ignazio La Russa lo invita ad andare avanti e non protestare perché, dice, non c’è nessuno schiamazzo. Renzi è convinto del contrario: “Se lei non avverte i rumori, signor presidente, è per colpa dell’età incipiente…”. Corrono affettuosità, sulla linea Meloni-Renzi. Ad accendere gli animi è la norma ribattezzata anti-Renzi, quella che fissa il divieto di percepire compensi per incarichi da paesi extra Ue, per fare un esempio nei paesi del Golfo Persico, a meno di non voler consegnare tutto..

Il giornalismo non è un crimine
Riportiamo a casa Cecilia Sala

Il punto è tanto semplice quanto drammatico: il giornalismo non è un crimine, e per una volta tanto scriverlo non è retorica ma è una realtà viva, reale e spaventosa. Quello che segue è un articolo che non avremmo mai voluto scrivere ma la dinamica dei fatti ci costringe a dover dar conto di un fatto grave che riguarda anche questo giornale. Il 19 dicembre, la nostra giornalista Cecilia Sala è stata arrestata in Iran ed è rinchiusa nel carcere di Evin, nel nord della capitale. Cecilia era in Iran, con un visto regolare, per raccontare un paese che conosce e che ama, un paese in cui l'informazione viene soffocata a colpi di repressione, di minacce, di intimidazioni, di violenza, di detenzioni, spesso ai danni degli stessi giornalisti. Abbiamo deciso..

Gioiscono per il Sicilia Express, treno di un calvario

Il treno Sicilia Express è l’emblema della subcultura che uccide la nostra regione. Il simbolo del provincialismo di chi ci governa e di fronte ai prezzi spropositati dei nostri spostamenti, organizza un treno col circo dentro. Si, perché la classe di governo siciliana non ama risolvere i problemi, ma piuttosto lasciare tutto com’è e distrarre i cittadini lasciando loro intendere che tutto sia cambiato. Per cui 24 ore di viaggio all’andata e 24 al ritorno, da Torino a Palermo, viene spacciato per una bellissima iniziativa. Dagli stessi che magari fra qualche anno saranno felicissimi di inaugurare il treno Palermo/Catania (220 km) in due ore mentre da Roma/Napoli, (216 km) si viaggia da decenni in 56 minuti con l’alta velocità. Ho sentito l’assessore Aricò vantarsi per questo viaggio “avvincente”, così lo..

Lettera a Babbo Natale? No, la Sicilia è già un incanto

Anch’io, nel mio piccolo, volevo scrivere una letterina a Babbo Natale. Siamo nell’era dell’omologazione e dei social, perché sottrarmi? Anch’io volevo stilare la lista dei desideri per il Nuovo Anno. Ma poi ho letto le dichiarazioni di Renato Schifani, di Gaetano Galvagno, di Roberto Lagalla e sono stato immediatamente disarmato. Chi sono io per contrastare il solare ottimismo del presidente della Regione? “I risultati ci sono, la Sicilia sta crescendo”, ha detto il Governatore, augurando Buone Feste agli uomini e alle donne che da due anni lo affiancano a Palazzo d’Orleans: l’emergenza della siccità è stata risolta con uno schiocco delle dita; la sanità è un fiore all’occhiello che inorgoglisce tutti i membri del governo; gli scandali del turismo sono stati di colpo cancellati dalla sublime esibizione dei tre tenori..

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