Anche quest’anno la Fornero
si cambia l’anno prossimo

L’ultima volta di Matteo Salvini alle prese con la legge Fornero risale a settembre, se non mi sono distratto, quando ha annunciato che sarà smantellata entro la legislatura. Comunque un passo avanti. Tredici anni dopo la riforma delle pensioni del governo Monti, firmata da Elsa Fornero nel dicembre del 2011, gli intenti bellicosi del capitano leghista sembrano perdere di mordente: si sposta la notte, o la frontiera, più in là. Addio alla trincea, e viene anche un po’ da ridere. Secondo una corposa ma non esaustiva collezione, nella sue varie esperienze di governo Salvini ha promesso di abolire la legge Fornero al primo Consiglio dei ministri, entro le prime settimane, entro i primi cento giorni, entro il primo anno, di smontarla pezzo a pezzo, mattone dopo mattone, sarebbe stato un..

Dio salvi Salvini. E se la crisi del
Capitano travolgesse il governo?

A palazzo Chigi e a via della Scrofa, il quartier generale di Fratelli d’Italia, ormai lo sanno tutti: se dovesse scegliere tra il governo e il partito, Giorgia Meloni opterebbe per il governo. Il giocattolo le piace assai e vuole dilettarvisi fino al 2027 e… oltre. Senza scossoni, senza rimpasti, tantomeno una crisi e la dolorosa via crucis di una nuova fiducia e la nascita di un Meloni-bis. “Piuttosto che dover affrontare quel pantano, taglierei la testa al toro e andrei sparata alle elezioni”, ha confidato qualche giorno fa a un fedelissimo. Un approccio che porta la premier a pregare affinché Matteo Salvini non venga travolto dalla ribellione montante nella Lega. Continua su Huffington Post

Rassegna stampa. Elogio di Rep al Farwest di Salvo Sottile

Sempre confinato (per motivi gilettiani) nel complicato venerdì sera di Rai 3, Salvo Sottile prosegue con il suo Farwest e la formula di Iene del servizio pubblico – o altra definizione a piacere. Senza show e glamour, lanciando però con toni imperiosi inchieste su temi che devono impressionare da subito. L’altra sera il reportage di chiusura era annunciato così: “Il business dei bunker antiatomici”. Che in effetti a sentirlo fa colpo e quindi funziona. Tutto a largo raggio e con una premessa che però arriva a metà, quando Paolo Mieli ospite in studio la inquadra così: «Stavolta, rispetto al passato, la sensazione che tra Russia, Iran e compagnia possa venirne fuori qualcosa di serio è molto più forte che in passato». E quindi via con lo stato dell’arte dei rifugiati..

Matteo Salvini torna a sognare
il Viminale. FdI lo sveglia subito

Petto in fuori, sorriso smagliante. Il Matteo Salvini post-assoluzione parla da ministro. Più che dei Trasporti però quasi da titolare dell’Interno: “Tornare al Viminale? No... per ora...”. I cronisti strabuzzano gli occhi mentre vedono un raggiante segretario della Lega intervenire su tutto, dai magistrati che l’hanno accusato di sequestro di persona, processo che rende la riforma della giustizia “ancora più urgente”, fino alla sicurezza “che il governo aumenterà durante le vacanze di Natale”. E così, mentre il Capitano si immagina di nuovo nel suo vecchio ufficio, da Fratelli d’Italia arriva l'altolà: “È lo sfogo di un uomo amareggiato”. Continua su Huffington Post

Aeroitalia, la compagnia che alla Sicilia porta solo guai

Non è soltanto il caro-voli. Il caos dei cieli, in Sicilia, è determinato da una compagnia che porta solo guai. Ai viaggiatori, s’intende. Il suo nome è Aeroitalia. Ieri, al debutto sulla tratta Comiso-Perugia, probabilmente non aveva gli aerei. E così ha utilizzato un velivolo impegnato su un’altra rotta (la Comiso-Bologna), partito con sette ore di ritardo, per caricare a bordo i pochi temerari che avevano scelto di recarsi a Perugia. Passeggeri obbligati al “cambio”, come avviene coi treni nella derelitta Sicilia. Al ritorno sarebbe dovuto accadere lo stesso – e già pensarlo è vergognoso. Così, per metterci una pezza, Aeroitalia ha cancellato il volo da Bologna e provveduto a riportare a casa i 22 che si sono imbarcati da Perugia. Uno scempio di fronte al quale nessuno ha deciso..

Il politicamente corretto cancella “Ultimo tango a Parigi”

“L’arte e gli artisti tornano liberi”, annunciava tre anni fa il ministro della Cultura Dario Franceschini, dopo che in Italia fu tolta la censura cinematografica di stato. Salva la scena del burro di “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci. Ma la censura di stato era diventata inutile: ora c’è la censura politicamente corretta. Niente più “Ultimo tango a Parigi”, a Parigi. La Cinémathèque française ha cancellato la proiezione del film di Bertolucci prevista nell’ambito di una retrospettiva dedicata a Marlon Brando. “Allo scopo di calmare gli animi e considerati i rischi per la sicurezza, la Cinémathèque annulla la proiezione”, ha annunciato l’istituzione. “La sicurezza del pubblico e del personale viene prima di ogni altra considerazione”. Una settimana prima della proiezione, la giornalista Chloé Thibaud aveva scritto: “Questo film ha..

Il congresso lombardo della Lega è un processo a Salvini

La consegna era quella di mostrarsi uniti e dare idea di compattezza. Siccome però i nodi vengono sempre al pettine, ecco che il Congresso lombardo della Lega si trasforma in un palcoscenico per proteste, accuse, difese, frecciate, in direzione del segretario Matteo Salvini. E, così, il Carroccio appare tutt’altro che coeso. A fotografare con lucidità la situazione, alla fine, è proprio quel Salvini che cercava di mettere la polvere sotto il tappeto. “Siamo sotto attacco e quando sei attaccato l'unica cosa che non puoi permetterti di fare è litigare nel tuo accampamento”. All’Hotel Sheraton di Milano a dare i primi segnali di irrequietudine è stato Attilio Fontana. “Se continuiamo a dire che va tutto bene, nascondiamo qualcosa. Ci sono tante cose che vanno bene, ma anche altre che non vanno..

Palazzo Madama? No, Atreju
Meloni scatenata contro tutti

“Bisognerebbe tirarle una scarpa, a volte provoca così tanto da farsi quasi opposizione da sola”, dice il senatore eletto con il Pd Andrea Crisanti. Barbara Floridia ride e aggiunge: “La verità è che nella comunicazione è il top”. Sia il microbiologo prestato alla politica sia l’esponente del M5s a capo della Vigilanza Rai stanno parlando di Giorgia Meloni durante un caffè alla buvette. La premier ha chiuso la pratica delle comunicazioni in vista del Consiglio europeo ed è già sull’aereo, direzione Bruxelles. A differenza dell’altro giorno alla Camera, qui a Palazzo Madama lo spettacolo, se così si può chiamare, ha raggiunto picchi niente male. L’acme è stato toccato con gli ululati (o versi) di Meloni in risposta a quelli dell’opposizione, poi sovrastati da quelli della maggioranza. E ancora, nel dettaglio,..

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