“Inchiesta su Crosetto”. Il Ministro
a Sallusti: chi è il tuo mandante?

Deve essergli andato di traverso il caffè quando, di prima mattina, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha letto i giornali. Bruttina, in effetti, dal suo punto di vista, la sorpresa che ha ricevuto proprio da chi non se lo aspettava: il Giornale, quotidiano di area, diretto da Alessandro Sallusti, passato dalla famiglia Berlusconi agli Angelucci, gli ha riservato un titolo non esattamente amichevole. Quantomeno ambiguo: “Inchiesta su Crosetto”. Il riferimento è al colloquio che il ministro ha avuto con il procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, sulle accuse che aveva lanciato a mezzo stampa nei confronti della magistratura. Continua su Huffington Post

Un po’ Rambo e un po’ Calimero.
Meloni randella le opposizioni

"Un anno tosto? Sì, è la parola più facile per raccontare un anno in cui è accaduto tutto quello che poteva accadere. Il segreto è un po' vivere giorno per giorno, come direbbe Rambo. Cerchiamo di affrontare ogni problema in modo più pragmatico e serio possibile, facendo gli interessi dei cittadini italiani. Nel disastro che ci siamo trovati a gestire per la situazione italiana e internazionale i risultati raccontano un lavoro fatto con serietà". Parla così Giorgia Meloni in apertura dell'intervista in studio a Rtl 102,5, confermando che l'intenzione e l'impegno di governo e maggioranza "è lavorare per migliorare le condizioni dei cittadini". C'è Giorgia Meloni che cita Rambo e non molla un centimetro sul lavoro fatto e Giorgia Meloni che si sente Calimero, attorniata da chi tifa o rema..

Il Capitano sceglie il Generale.
Lega con Vannacci alle Europee

“Un leale e coraggioso servitore dell’Italia e degli italiani”. Mentre intorno infuria la tempesta, saldo come un inamovibile scoglio in mezzo alle onde sferzanti Matteo Salvini tocca i tasti della lirica patriottica per augurare buon lavoro al generale Roberto Vannacci. Il militare e il suo auto-pubblicato libro "Il mondo al contrario" - una lunga girandola di giudizi spesso sprezzanti sull’Italia che si batte per i diritti, sugli omosessuali, sull’immigrazione - sono tornati al centro della contesa politica dopo che il graduato è stato nominato capo di stato maggiore delle Forze operative terrestri. Continua su Huffington Post

L’esilio di Giambruno, ex di Meloni. “Pronto a tornare in tv”

La sala regia è la sua isola d’Elba: un esilio (dallo schermo) destinato a terminare il prossimo settembre. Dopo dieci napoleonici mesi. Almeno così dice – sperando – ai pochissimi amici fidati Andrea Giambruno, il grande ex fatto persona. Già compagno di Giorgia Meloni, licenziato con un post sui social dalla premier; già conduttore del “Diario del giorno” su Rete 4; già ciuffo d’Italia (le parrucchiere di Cologno Monzese, che bene lo conoscono, sostengono che “con Giorgia non sia proprio finita”: chiacchiere di lacca?). E’ il conte di Montecristo del Palatino. Sul colle di Mediaset, segregato in un ruolo che gli sta stretto, sogna il gran rientro. Magari in un tg, senza più dover improvvisare tra “lupi che prima o poi ti trovano” e con il rischio di fuorionda birichini..

Il premierato di Giorgia. Una riforma che non è riformabile

Con il dovuto rispetto: quanti da sinistra criticano la riforma costituzionale stanno sprecando il fiato. Perdono tempo (e lo fanno perdere) lanciando inutili appelli per correggere questo o quell’aspetto. Insistono in buona fede nel sostenere che, contro l’instabilità dei governi, si potrebbe agire in mille altri modi senza bisogno di ricorrere all’elezione diretta del premier sperimentata soltanto in Israele e subito cestinata. Denunciano a gran voce certe bestialità della proposta Casellati, le incongruenze da Tso come perfino da destra qualcuno le ha battezzate, e ingaggiano come testimonial addirittura Gianni Letta. Si stupiscono infine che il Pd non abbia ancora elaborato una contro-riforma degna del nome pur avendo Elly Schlein la mamma giurista (dunque se ne dovrebbe intendere) ed essendosi lei stessa laureata con una tesi in diritto costituzionale. Sembrano tutte..

Salvini ricambia pelle ma non
scalda più neanche i sovranisti

Si dice che un bravo allenatore di calcio lo si vede da come sa mutare la formazione e il modo di giocare a partita in corso. Più si è lesti a cambiare schema, quando è necessario, e più si è apprezzati dal pubblico (e dal proprietario della squadra). Matteo Salvini non è un allenatore, per quanto gran tifoso del Milan, ma è capo di un partito politico non irrilevante nonché vice presidente del Consiglio nel governo Meloni. Ci si attende da lui una versatilità, o meglio un’agilità nell’adeguarsi alle mutate circostanze della vita pubblica, che invece non figura tra le sue migliori caratteristiche. Il capo leghista ripete sempre lo stesso copione, quello che gli aveva portato fortuna qualche anno fa, ma oggi è ingiallito e persino noioso. L’idea di fondo,..

Van Dyck, una spia fra gesuiti e un quadro di Santa Rosalia

Che ci fa Van Dyck a Roma sotto falso nome nell’aprile del 1621? Mentre tutti lo credono ad Anversa ad assistere la mamma ammalata, il giovane pittore, già celebrato come il più grande ritrattista d’Europa, si nasconde in una modesta casa di Corte Savella, oggi via di Monserrato. Alla sua porta, il giorno di Pasqua, bussa inaspettato il parroco di San Lorenzo in Damaso, sta facendo il censimento annuale delle anime presenti sul territorio. “Scusate il disturbo, vorrei sapere quanti siete nella casa? E voi, come vi chiamate?” chiede all’elegantone che gli sta davanti. Il giovane dall’ovale delicato e i sottili baffi ritorti alla moda dell’epoca, indossa vestiti di buona fattura e ha una grande collana d’oro che ondeggia sulla sua giacca di velluto. Lo invita a entrare, gli stringe..

“Meloni è brava, ma…”. Lunga la lista delle palle al piede

Giorgia Meloni cresce nei consensi, il suo partito invece, Fratelli d’Italia, cala. Di niente, certo. Dello 0,4 per cento secondo l’istituto di sondaggistica Swg. Un nulla, specialmente considerato il fatto che la soglia di errore statistico, in un sondaggio, è del 3 per cento. Tuttavia cala, il partito, benché di un “tanticchia”, come si dice in Sicilia, cioè di poco. Di assai poco. Ma poiché anche un “tanticchia” è qualcosa, o forse significa qualcosa, ecco che quel -0,4 per cento deve far riflettere. E non può essere archiviato, da politici professionisti come quelli che abitano adesso Palazzo Chigi, con una scrollata di spalle o riversando la colpa sulla stampa ostile che monta casi inesistenti intorno al partito di maggioranza relativa. Il fatto è che da una parte c’è la presidente..

I riflettori accesi di Digitrend sulla Sicilia dell’innovazione

“L’Isola che unisce chi vuole cambiare” si è data appuntamento venerdì 24 novembre all’Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva di Palermo, per la giornata conclusiva della prima edizione del Premio Innovazione Sicilia. Il progetto, organizzato da Digitrend e supportato dall’assessorato alle Attività Produttive della Regione Siciliana, ha raccolto oltre 200 candidature con altrettante idee imprenditoriali, valutate da un Comitato Tecnico Scientifico e un Board di esperti, con personalità provenienti dal mondo dell’imprenditoria, delle istituzioni e delle università. Il programma della giornata è stato suddiviso in diversi momenti, tra talk e interviste e numerosi momenti per fare networking, che hanno condotto all’annuncio dei vincitori. Focus anche sulla presentazione del giornale “InnovationIsland.it” e la nuova community degli innovatori siciliani. Nel pomeriggio, la premiazione, con il conferimento di riconoscimenti e menzioni speciali. I premi..

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