L’arcitaliana. La Meloni dura perché noi siamo uguali a lei

Per comprendere le profonde ragioni per le quali il governo di Giorgia Meloni dura e, addirittura nei sondaggi il suo partito cresce rispetto a tre anni fa, bisogna, al solito, abbandonare la cronaca e la politologia e immergersi nella storia della psicologia e dell’antropologia degli italiani. E partire dal dire che essi sono esattamente l’opposto di come li descriveva Luigi Einaudi, in un fondo del Corriere della Sera del 2 marzo 1961, significativamente intitolato “Gli italiani sono per lo più socialisti e non lo sanno”. Benché bisogna sapere che, per il grande economista ed ex presidente della Repubblica, persino Alcide De Gasperi era sospetto di “socialismo”, la realtà è che gli italiani sono “per lo più” di destra e non lo sanno. Non lo sanno davvero: sono talmente di destra..

Dazi: Usa e Cina se le danno
ma è l’Europa a prendere legnate

Mentre gli Stati Uniti e la Cina prima se le danno e poi si medicano a vicenda nella guerra commerciale che si protrae da mesi, una certezza è emersa. A uscirne malconci non saranno né gli americani né i cinesi, ma gli europei. In vista dell'atteso incontro tra Xi Jinping e Donald Trump al forum per la Cooperazione Economica Asia-Pacifico (Apec), Washington e Pechino stanno limando i dettagli di un accordo che, si spera, verrà firmato dai due leader giovedì. Il tycoon è da alcuni giorni nel sud-est asiatico, prima in Malesia, poi in Giappone, per concludere il suo tour nella regione a Gyeongju, in Corea del Sud. L'intento è di chiudere una pace commerciale prima del 10 novembre, quando scadrà formalmente la tregua tariffaria. Ma molti messaggi lanciati dalle..

Non Tajani, solo la figlia Marina
vuole riabilitare la storia del Cav.

Berlusconi non fu finanziato dalla mafia, punto. Sul conto del personaggio si possono avere opinioni diverse, tutte legittime, ma sostenere che venne aiutato da Cosa Nostra quello proprio no: dopo la sentenza di giovedì della Cassazione insistere su Silvio colluso farebbe a pugni con la verità giudiziaria. Tre gradi di giudizio hanno accertato l’inconsistenza dei sospetti, che possa piacere o meno. E difatti il verdetto non è gradito a quanti (magistrati, politici, opinionisti) sulla mafiosità del Cav misero la mano sul fuoco. Se la sono scottata, la sentenza brucia. Per cui è normale che adesso tentino di sminuirla, di minimizzarne la portata come se l’origine delle fortune berlusconiane fosse un dettaglio, tutto sommato trascurabile. Continua su Huffington Post

Delitti eccellenti e depistaggi: è la Palermo dei labirinti

Se venite a Palermo, in questa città “reggia e conventuale”, non lasciatevi incantare dalle cupole maiolicate di San Giuseppe dei Teatini o di Santa Maria dell’Ammiraglio. Spostatevi su Palazzo di giustizia e fatevi consegnare, da qualche anima pia, la mappa dei misteri che in cinquant’anni nessun tribunale è riuscito mai a risolvere. Vi troverete di fronte a un labirinto verminoso, dove la verità si è quasi sempre confusa coi teoremi e dove il lavoro di procuratori e investigatori è stato spesso ammorbato da inefficienze e stoltezze, ma anche da indicibili trame e insospettabili collusioni. Non bastava il mistero doloroso che ancora avvolge mandanti ed esecutori della strage di via d’Amelio, con centosette magistrati che, in undici gradi di giudizio, non sono riusciti a stabilire con certezza chi abbia decretato, in..

Repubblica in vendita. Ed Elly teme per le sorti del Pd

Hanno “una certa idea dell’Italia”, ma non sapranno a chi raccontarla. Prima di perdere la libertà di stampa, rischiano di perdere Repubblica. Elly Schlein teme la dismissione dei quotidiani del gruppo Gedi e sta parlando di “una cessione pericolosissima”, che può “indebolire la sinistra”, una vendita che va evitata coinvolgendo, e convincendo, capitani coraggiosi, imprenditori o banchieri illuminati. I nomi sono due: Carlo Feltrinelli e l’imprenditore Brunello Cucinelli. La segretaria lamenta che “i Tg Rai impaginano ormai l’Italia di Meloni”, che manca “un editore che sostenga la sinistra”, un editore che “possa raccontare il nostro programma”, far sentire liberi i giornalisti. Viene data per certa, a fine anno, la vendita dei quotidiani del Gruppo Gedi (Repubblica e La Stampa) all’editore greco Kyriakos Kyriakou, armatore e amico personale del primo ministro,..

“Chi ha voluto Vannacci?”
Salvini rinnega il generale

Meglio perderlo che trovarlo. E finalmente il Capitano ha capito. Il Generale che si tiene a servizio è anche quello che gli spara alle spalle. Matteo Salvini, l’altro giorno, ha avuto un’epifania che ha sbalordito i già attoniti dirigenti della Lega. “Ragazzi”, ha esordito, “mi sono convinto di una cosa…”. Si ferma quindi per una pausa tecnica, dopodiché prosegue con tono di profonda analisi veritativa: “Vannacci ci fa perdere più voti di quanti ce ne fa guadagnare”. Immaginatevi la faccia degli altri mentre il segretario e vicepremier pronuncia queste parole – ed è impossibile rendere l’idea della stupefazione che prova il colonnello leghista che ci racconta questa scena. “Vannacci, sui social, ogni minuto urla contro migranti, islamici, ma soprattutto denuncia l’invasione persino della Lombardia dove però governiamo noi”, diceva Salvini..

Parigi. L’ex presidente Sarkozy
varca il portone del carcere

L'ex presidente francese Nicolas Sarkozy è atteso stamattina nel carcere della Santé a Parigi per essere incarcerato, circa un mese dopo la sua condanna per associazione a delinquere nell'ambito del caso dei sospetti finanziamenti libici alla sua campagna presidenziale del 2007 che lo portò all'Eliseo. Sarkozy ha contestato la condanna e la decisione del giudice di incarcerarlo in attesa del ricorso in appello. Uno dei figli, Louis, ha organizzato una manifestazione a sostegno del padre nel quartiere in cui vive con la moglie, Carla Bruni-Sarkozy, per accompagnarlo prima che entri in prigione. Fin dalla condanna, la top model diventata cantante ha condiviso sui suoi canali social foto dei figli du Sarkozy e canzoni in onore del marito. In un'intervista rilasciata a Le Figaro, Sarkozy ha detto di essere pronto per..

Dopo mille vaffa ai giornalisti
ora invocano la libertà di stampa

Uno dei più trafelati urlatori grillini (siano ex, post o neo grillini, quello rimangono), Dario Carotenuto, da tempo addetto – per mandato o per vocazione – al quotidiano abbaio contro le destre e specialista dell’ululato al genocidio, ha fatto la sua chiamata al popolo su X: “La libertà di stampa è un pilastro della democrazia. Quando un giornalista viene minacciato, quando un’inchiesta viene ostacolata, non è solo un individuo a essere colpito, ma il diritto di tutti a conoscere, a capire, a essere informati”. Oggi saranno in piazza a Roma, “al fianco di @SigfridoRanucci e di tutti coloro che credono in un’informazione libera e indipendente”. È la manif “VIVA LA STAMPA LIBERA!” – scritto in maiuscolo perché lo stile turpiloquente da strilloni dell’internet è rimasto nonostante le pochette – in..

Soldi non spesi. Perché sono inutili le strigliate di Schifani

Nel bilancio della Regione per investimenti c’è poco e quel poco viene anche sprecato. I finanziamenti europei non si spendono o si spendono solo in parte e tutte le volte che questo brillante risultato viene alla luce, i politici strillano, buttano la palla in curva, attribuiscono ad altri la responsabilità, alla burocrazia in particolare, che di sua ne ha tanta. Chiamano in causa i dirigenti da loro stessi nominati. È successo nel passato e puntualmente capita anche ora per i fondi del PNRR. Schifani e la sua giunta hanno scelto i vertici dei dipartimenti a febbraio scorso, con criteri che certo non hanno tenuto conto della competenza di ciascuno, ché se poi quella c’era, bene, in ogni caso non risultava uno dei requisiti richiesti, per lo meno non il più..

“La Sicilia deve imparare a raccontare anche i suoi santi”

Non sempre e non per tutti il venerdì 17 è giorno infausto. Può essere quello in cui il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha annunciato che sarà finanziato il film su Biagio Conte, il “san Francesco” di Palermo, popolare missionario laico morto nel 2023 dopo una vita spesa per i poveri e i sofferenti. Ne è felice Gloria Giorgianni, fondatrice e amministratore delegato di Anele, la società di produzione che s’era vista bocciare a più riprese il progetto prima dalla Sicilia Film Commission poi nella manovrina economica, ma che s’era ripromessa di portare comunque a compimento l’opera anche a dispetto dei conti aziendali. Intanto, tra i disegni divini e quelli umani (spesso ugualmente imperscrutabili), la cronaca di questi giorni segnala l’intitolazione di una strada a fratel Biagio sulle Madonie,..

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