“Pensiamo al Papa”. Meloni si sfila
dal vertice Trump-von der Leyen

Non si preparano bilaterali America-Europa in quattro giorni scarsi. Non si parla di business, cioè di dazi, a margine dei funerali di un Papa. Giorgia Meloni e i suoi ministri in queste ore frenano entusiasmi e ricostruzioni. Il governo è alle prese con la mastodontica organizzazione di un evento globale con una sfilza di capi di stato e di governo (circa 170), con relative delegazioni diplomatiche, previsti fra venerdì e sabato a Roma. Gli occhi sono puntati su Donald Trump che, ad ascoltare importanti ambasciatori europei, ha già “requisito” gli hotel più appetibili in centro. La presidente della Commissione Ue von der Leyen fa sapere che è pronta a bilaterali, ma sembrano intenzioni unilaterali. Giorgia Meloni lavora a un incontro tra Europa e Usa fra maggio e giugno a Roma,..

Il Papa del popolo. Un po’ Lady Diana e un po’ Evita Peron

Sarà stata l’overdose di colomba, o si è ormai diventati, oltre che cinici, anziani? Eppure l’altra mattina, svegliandoci a Pasquetta, che strane emozioni contrastanti, oltre l’umana pietà, per il trapassato Papa Francesco. Forse “non mi è arrivato”, come si dice nei reality, e senza nessuna pregiudiziale essendo cresciuti in famiglie laiche ma inopinatamente dotate di diversi vescovi: mons. Agostino Ferrari Toniolo, e poi Carlo Manziana, vescovo di Crema (pre “Call me by your name”) che ci faceva le cresime, e zii molto amici del futuro Paolo VI, essendo bresciani, e insomma non essendo ostili a prescindere. Sarà dunque l’età? Che senso di colpa. Siamo pessimi! Ma questo Papa ora brandizzato “degli ultimi”, non lo si è mai molto capito (eravamo fuori target?). Un brand un po’ confuso, però, ci è..

Le ambizioni forti e alte di un Papa, forse pure fuori misura

Se un Papa non piace ci si sente in colpa. Giudicare un papato sembra un atto fuori misura. Sentimenti e idee personali a parte, un bel po’ di mondo Francesco se lo è fatto piacere da subito, perfino troppo, per recuperare uno stadio di innocenza affettiva compromesso dalle raffinatezze teologiche e letterarie di Paolo VI, dai suoi tragici dubbi, e poi dallo spirito regnante e guerriero di Wojtyla, dalle sue tragiche certezze, e dalla soave intrattabilità teologica e morale di Ratzinger, custode non negoziabile di una fede e di una cultura che stavano soccombendo di fronte al wokismo relativista. Esigere una vita innocente è precisamente il male di quest’epoca, almeno secondo un’idea tradizionalista o conservatrice di intelligenza e cultura. Ma va anche detto che Francesco, sotto quel sorriso che era..

La “rivoluzione” di un Papa venuto dalla fine del mondo

È morto il Papa venuto da lontano, privando la Chiesa di una guida sicura e nuova nella sua storia millenaria. Privandola di una voce che richiamava al senso autentico del messaggio evangelico, indicando a tutti la via della salvezza. Non c’è più chi ha aperto le porte anche a coloro alle quali erano sbarrate perché lontani dalla dottrina cattolica. Non c’è più l’uomo che ha visto un Dio misericordioso unico per tutti e del Figlio del quale ieri per l’ultima volta ha riaffermato la resurrezione. La Chiesa è priva di colui che ha avviato una riforma profonda e difficile, che non poteva eliminare tutte le incrostazioni di una realtà millenaria. Francesco è stato il Pontefice che con più forza degli altri ha percorso le vie del mondo, cercando di riconciliarlo..

Un gesuita dell’altro mondo

Tante prime volte con il suo Pontificato: il primo gesuita a diventare papa, il primo sudamericano, il primo a ispirarsi al santo di Assisi

Teorema siciliano. La matematica non serve, conta l’opinione

Il peggiore uso della contabilità è quando la si dedica a fini retorici o propagandistici, non per sapere, bensì per far credere ai semplicioni, che in siciliano si chiamano ammuccalapuni. A Palermo, l’Amap, società che gestisce l’acqua con la solennità di chi sa quanto ne resta, lancia l’allarme: i bacini sono secchi, le scorte ridotte a un terzo, e per un quarto di milione di cittadini è già tempo di razionamenti come nel deserto del Gobi. I numeri ci sarebbero, nudi e crudi: 43,5 milioni di metri cubi d’acqua contro i 147 milioni di tre anni fa. Numeri, non opinioni. Ma la Regione siciliana, che guarda i dati come si guardano gli oroscopi di Paolo Fox, risponde serena e ottimista: “Niente panico, non esageriamo”. Sicché il capo della protezione civile..

​Meloni sposa il trumpismo
Trump conquista Roma

“Mi definiscono nazionalista occidentale, non so. Io so che parlo di Occidente non dal punto di vista geografico ma della civiltà. Insieme dobbiamo rendere l’occidente di nuovo grande”, dice Giorgia Meloni di fianco a Donald Trump nello Studio Ovale. Nel mezzo delle tensioni tra le due sponde dell’Atlantico sui dazi, tra Washington e l’Europa orientale sull’Ucraina, tra l’amministrazione Trump e gran parte delle cancellerie europee, la premier italiana scandisce un Make the West Great Again per sposare in tutto e per tutto la linea del tycoon. Dopo l’atteso bilaterale di oggi a Washington, Trump conquista (o riconquista) Roma, piantando solidi paletti in Italia - “Il migliore alleato al mondo fino a quando Meloni è premier”, dice il presidente Usa - in vista della battaglia appena iniziata con tutta l’Ue, soprattutto..

De Gasperi a Washington: un esempio di dignità per Giorgia

Oggi Giorgia Meloni incontra il presidente degli Stati Uniti d’America per indurlo a rivedere la sua posizione sui dazi e più in generale sul rapporto con l’Europa e con l’Italia. Non ha molte possibilità di successo, il nostro presidente del Consiglio, con un uomo sbilenco, instabile e pericoloso, per il quale amicizia e affinità ideologica non hanno valore alcuno. Del resto, è questo il senso del sovranismo, che ciascuno pensa per sé, ignorando che la solidarietà rende forti, l’egoismo indebolisce e genera conflitti. Speriamo bene. Tutti i nostri capi di governo dal dopoguerra hanno incontrato il presidente del Paese leader del mondo occidentale. Tutti hanno dovuto fare i conti con il suo ruolo e la sua forza. Tutti sono andati, come si è detto in questi giorni, a “baciare la..

Le pagine di Elly che i Baci Perugina non vogliono pubblicare

Alla fine Elly Schlein ha attraversato il Rubicone. E’ stata una fatica improba, ma è riuscita a organizzare e mettere nero su bianco una proposta complessiva che affronta tutte, o quasi, le questioni di merito, dai contenuti politici ai nodi organizzativi, capaci di squassare il partito fino a ieri. Il documento, a quel che si sa, lunghissimo, disseziona, ricompone e mette in chiara luce, sfrondandoli dalle ambiguità, tutti i punti di contrasto, quando non di litigio, che hanno praticamente paralizzato la principale forza di opposizione e lasciato supporre a non pochi come la signora Schlein si fosse rivelata inadeguata al ruolo. Continuamente troppo movimentista, spesso reticente per timore, spessissimo spiazzata dagli avvenimenti e insomma, pericolosamente a scadenza. Ora, a quanto pare, non più. Le numerose pagine con cui la segretaria..

Gerenza

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