Il cazzotto dell’amico Trump
Dazi: un disastro per l’Italia

"Dazi al 30%". La notizia dell'arrivo della lettera di Donald Trump all'Unione europea sui dazi, con tariffe molto più alte rispetto a quanto sperava, coglie Giorgia Meloni e i suoi ministri durante il relax postprandiale. Rimbalza di smartphone in smartphone. La prima reazione è lo smarrimento. Il governo è spiazzato. La sua linea, quella della cautela, della mediazione, della speranza nei buoni sentimenti di Trump è stata sconfitta. L'ottimismo ventilato da quasi tutti i ministri competenti, secondo i quali, tutto sommato, i dazi al 10% sarebbero stati anche affrontabili è ormai un lontano ricordo. Perché se il 10% era accettabile, il 30% è insostenibile. Dopo la confusione, arriva una prima timida reazione. Perché davanti all'ignoto, bisogna pur dare un segnale. E che sia, almeno da parte del governo, unitario. Continua..

Silvio Berlusconi & figli
O l’elisir dell’eterna giovinezza

C’entra la tv. Anni fa, anni ruggenti col debito alle stelle (come ora) e i ristoranti pieni (oggi insomma), anni in cui tacchettavano le assistenti del Cav, Arcore era il regno. L’alta corte si riuniva alle porte di Milano, a due passi dall’altra Milano, quella che porta il 2 nel nome, per ascoltare Silvio. Berlusconi cercava un erede. Ieri, oggi e domani. Lo scovava qua e là, nella politica e nella fantasmagorica “società civile”, quindi lo guardava, lo modellava, lo mandava in tv. Dal tubo catodico al plasma, il risultato si è ripetuto a ogni stagione politica. Silvio Berlusconi non ha mai avuto un erede politico, forse non l’ha mai voluto. Il padre ha sempre ucciso il figlio sorseggiando un dolcissimo elisir, consapevole che il più giovane sarebbe sempre stato..

Da Pier Silvio siluro a Tajani
ed elogio alla premier Meloni

Lo ius scholae? "Sono più contro che a favore. Sono favorevole al principio, ma non lo ritengo una priorità. Mi spiace per Tajani, perché so di dargli un colpetto. Sono più contro perché non è il momento, non mi sembra che sia tra le cinque priorità del Paese". Parola di Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset, convinto che la proposta di legge "non sia mal formulata", ma possa "essere migliorata": in ogni caso "i diritti delle persone vanno difesi sempre, a prescindere: l'ho imparato da mio padre". Continua su Huffington Post

Ursula sotto attacco
Guerra civile nella Ue

“C'è tanta bontà passiva, che poi altro non è se non pigrizia, non voler grane, confusione, fatica”, scriveva Steinbeck ne ‘L’inverno del nostro scontento’. Non è inverno, bensì estate, eppure lo scontento sembra essersi impadronito dell’Unione Europea, senza che nessuno faccia niente per dirottare una situazione di apatia generale, senza soddisfazione, né orgoglio. Ci si trascina. Basti vedere come va la corsa per il cambio alla presidenza dell’Eurogruppo: i paesi maggiori dell’Ue, Francia, Germania e pure Italia, sono scontenti di Paschal Donohoe, Popolare irlandese che ha guidato già per due mandati. Eppure sono incapaci di cambiare. E così gattopardescamente Donohoe è riconfermato per la terza volta. E basti vedere come è ridotta la maggioranza di Ursula von der Leyen all’Europarlamento: ufficialmente compatta a respingere la mozione di sfiducia presentata dal..

In regalo a Sabrina la “Federico II”, con tre milioni di budget

Avida, ingorda, famelica. Non ci sono più aggettivi per descrivere Sabrina De Capitani, la faccendiera calata dal Nord per rastrellare in Sicilia, con la copertura di Manlio Messina e Gaetano Galvagno, carrettate di piccioli. Non le sono bastati i quarantacinque mila euro pagati cash dall’avventuriero lussemburghese che, con la scusa di Cannes, ha piazzato una truffa milionaria alla Regione. Non le sono bastati i bonifici dell’impresario Nuccio La Ferlita che l’ha dovuta ringraziare dell’intermediazione con il presidente dell’Ars per il concerto di Capodanno a Catania. Non le bastavano le ricompense di Marcella Cannariato e della Fondazione Dragotto e non le bastava nemmeno lo stipendio di portavoce. La “califfa” Sabrina ha preteso e ottenuto in gran segreto da Gaetano Galvagno non solo il pieno e totale possesso della Fondazione Federico II..

Dopo la litigata con Trump,
Salvini e Meloni mollano Musk

Dal grande freddo tra Donald Trump e Elon Musk arriva una ventata di aria fresca sulla torrida estate romana. Tra i meloniani e il magnate di Starlink e Tesla più di qualcosa si è rotto. Non lo citano più, non lo celebrano, e neppure cercano di portarne avanti i piani ambiziosi. Di rimando Musk non fa niente per frenare Andrea Stroppa, che lo rappresenta nel Belpaese, che da esaltatore del governo Meloni s’è trasformato in un commentatore puntuto e critico. Musk progetta un nuovo partito - "America" vorrebbe chiamarlo con poca originalità - e Stroppa vagheggia un “piano per salvare l’Italia”. Ma da chi, dall’ex amica Meloni? Ingrato. Continua su Huffington Post

Carenza d’acqua, “livello critico”
L’allarme della Protezione civile

In Sicilia e Sardegna, "la problematica legata al deficit idrico è particolarmente evidente e critica. Questa carenza di risorsa idrica fa sì che sia maggiormente difficoltosa l'azione di presidio del territorio svolta dal settore agricolo e questa situazione, accompagnata agli incendi boschivi sempre più frequenti, rende il territorio maggiormente vulnerabile rispetto ai fenomeni alluvionali e franosi". Ad affermarlo è il capo del dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, nell'audizione in commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità. Le due isole maggiori, ha spiegato, sono allocate in un contesto geografico "molto particolare, al centro del Mediterraneo", caratterizzato da "un aumento della frequenza di fenomeni siccitosi, interrotti da brevi periodi di fenomeni alluvionali particolarmente repentini e conseguenti fenomeni franosi che provocano gravi danni alle infrastrutture e agli insediamenti abitativi e..

Cronache di una molto disonorevole seduta dell’Ars

Sono scesi in campo mostrando i muscoli e dicendo che il loro unico obiettivo era quello di difendere il tremulo e traballante Gaetano Galvagno. Ma in realtà volevano solo difendere le proprie mance e i propri privilegi. I più alti dignitari di Palazzo dei Normanni ieri, martedì primo luglio, hanno offerto uno spettacolo che ogni sincero democratico dovrebbe subito cancellare dalla memoria. Hanno balbettato per un’ora e passa dicendo che volevano tutelare la dignità di un presidente sottoposto, povero figlio, a un’ingiusta gogna mediatica. Ma in realtà volevano solo preservare un loro antico e consolidato costume: quello di foraggiare, con carrettate di denaro pubblico, le fameliche clientele sparse nei territori della Sicilia e di trasformare ogni legge in uno strumento utile per favorire parenti, amici e pagnottisti. Hanno improvvisato discorsi..

A19, code e polemiche infinite
Schifani: via il responsabile Anas

Scontro frontale tra la Regione Siciliana e Anas per la gestione dei cantieri sull’autostrada A19 Palermo-Catania, che anche nella giornata di domenica ha collezionato un primato poco onorevole: code di 4 km nel tratto di Bagheria. Il presidente Renato Schifani ha duramente criticato l’azienda per la «scarsa collaborazione» e la «pianificazione sbagliata» dei lavori, accusando i vertici regionali di Anas di aver ignorato per settimane l’ipotesi di un bypass per alleviare il traffico estivo e di aver lasciato la gestione in mano a «terze linee», nonostante i disagi subiti dagli utenti. Da qui la richiesta formale di rimozione del responsabile di Anas Sicilia, avanzata dalla Regione anche a livello ministeriale. La risposta dei dirigenti Anas non si è fatta attendere: in una nota ufficiale, la rappresentanza sindacale ha definito le..

Gerenza

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