Le mille fatiche
di un Presidente

Non è solo l’uomo dei miracoli. E’ anche l’uomo che moltiplica se stesso. La mattina si sveglia e deve pensare come nutrire, con denaro pubblico, i suoi amici più cari: quelli sistemati tra le stanze dorate di Palazzo d’Orleans. Poi, alla controra, deve decidere se indossare le vesti di assessore all’Agricoltura o quelle di plenipotenziario della Sanità e supplire con la sua arguzia all’assenza dei titolari. Sul far del vespro altro bivio, ovviamente da commissario straordinario: prendere in mano il dossier sul disastro delle autostrade o volare alto sui termovalorizzatori e sul futuro della monnezza? E all’imbrunire, nell’ora “che volge il disio ai navicanti”, è già in affanno: deve ancora correre da qualche parte a fare da spalla a Edy Tamajo, candidato alle europee. Povero Schifani. Governare bene la Sicilia..

Le strafottenze
dell’Asp di Palermo

Quando c’era la disciplina, se un alto ufficiale non manteneva la parola data o ingannava l’autorità superiore veniva quantomeno degradato. Nella repubblichetta amministrata da Renato Schifani succede invece che due alti funzionari della sanità pubblica assumono ufficialmente l’impegno di saldare le spettanze dei convenzionati entro il 15 maggio ma siamo alla fine del mese e le strutture non hanno visto ancora l’ombra di un quattrino. Succede pure che il presidente della Regione, il quale non perde mai l’occasione di minacciare strigliate a destra e a manca, davanti alla strafottenza di Daniela Faraoni e Amalia Colajanni, dirigenti della Asp palermitana, diventa mansueto come un agnellino. Da quando la Faraoni gli ha baciato la pantofola lui crede che l’Asp sia roba sua. Impunità per tutti, dunque. Anche per quelli che hanno scavalcato..

Ma Giorgia ha visto
i danni di SeeSicily?

Per giustificare, si fa per dire, il ritardo accumulato nella definizione dell’accordo sui fondi europei, Giorgia Meloni ha tenuto a specificare, oggi al Teatro Massimo, che si è trattato “di risorse ingenti” e che perciò bisognava “garantire la rendicontazione di tutte le risorse della precedente programmazione”. Parole sante. Ma, a proposito di rendicontazione, va ricordato che nella precedente programmazione c’erano anche i venti milioni che il Balilla, un gerarca molto vicino alla Meloni, ha scialacquato con SeeSicily, un programma inventato per sostenere e alimentare proprio la corrente turistica di Fratelli d’Italia. Lo spreco è sotto esame della Corte dei Conti e della procura di Palermo, gli organi di controllo ai quali la Guardia di Finanza ha consegnato i documenti sequestrati negli uffici della Regione. Giorgia ha dato un’occhiata a quella..

Giorgia e Renato
al gala dei miliardi

Altro che Tristano e Isotta. Domani sera le luci del Teatro Massimo si accenderanno per illuminare la più eccitante sceneggiata della politica. Salirà sul palco, ovviamente acclamata da due fitte ali di folla, Giorgia Meloni. Reciterà la parte della Santissima Madre della Patria che scende in Sicilia per riversare su questa infelicissima terra una montagna di miliardi. Le terrà bordone Renato Schifani. Il presidente della Regione avrebbe dovuto essere, alla stessa ora, a Villa Malfitano per presentare a un pugno di amici Caterina Chinnici, capolista di Forza Italia alle prossime europee. Ma davanti a Giorgia, “donna, madre, cristiana”, non c’è Chinnici che tenga. La platea e i palchi del Massimo traboccheranno di balilla e patrioti, “d’uommine scicche e femmine pittate”. Sarà, per dirla con Mario Merola, “una felicissima sera”. Renato..

Ma questa Sicilia
è terra d’impunità

Il 23 maggio, con le stucchevoli giaculatorie su rigore e moralità, risale all’altro ieri ma sembra già lontano un secolo. Altro che legalità. Questa è la terra dell’impunità. Dove chi sbaglia o chi spreca non paga mai pegno. Primo esempio. SeeSicily, il programma inventato dal Balilla per alimentare la corrente turistica di Fratelli d’Italia, ha scialacquato una ventina di milioni. Corte dei Conti, procure e Guardia di Finanza hanno mostrato i muscoli ma alla fine non è successo nulla. Altro esempio. Palazzo d’Orleans ha consentito per un anno che l’Orchestra Sinfonica venisse governata da un sovrintendente illegittimo ma il presidente della Regione – stando a una indiscrezione di Repubblica – non solo ha evitato il mea culpa; si prepara addirittura a uno scontro con sindaco di Palermo per imporre il..

Quelli con la faccia
colore del bronzo…

Gli onesti non dimenticheranno mai il sacrificio di Giovanni Falcone e renderanno per sempre onore alla sua memoria e ai suoi insegnamenti. Ma alcune scene viste ieri alla commemorazione del trentaduesimo anniversario della strage di Capaci forse è meglio dimenticarle. C’erano sul palco i più alti dignitari del potere in Sicilia che, con la faccia color del bronzo, hanno tromboneggiato su rigore e moralità. Il ricordo del giudice assassinato dalla mafia – hanno detto – “deve far parte della vita di ogni giorno”, soprattutto “per chi occupa ruoli istituzionali”. Erano gli stessi che da un anno e passa coprono scandali, abusi e arroganze; che chiudono gli occhi davanti alle ruberie e alle malversazioni dei più spregiudicati avventurieri della politica. Certo, non c’è commemorazione senza retorica e non c’è retorica senza..

Le due antimafie
nel giorno di Falcone

Per commemorare Giovanni Falcone basterebbe dire che, dopo trentadue anni di battaglie non sempre facili, lo Stato ha vinto e la mafia ha perso. I boss delle stragi sono tutti morti o murati vivi nelle carceri di massima sicurezza. Il merito non va solo alle forze dell’ordine e alla magistratura che le ha guidate con sapienza. Va anche a quell’antimafia che ha saputo costruire sullo strazio e sull’indignazione un costante impegno per la giustizia e la legalità. Ricordate le lenzuola bianche che scendevano dai balconi in quella crudele stagione di sangue, terrore e sgomento? Quell’antimafia resiste. Malgrado le scempiaggini delle tante anime belle che hanno trasformato un cammino di civiltà in una ossessiva scalata ai palazzi del potere. Spesso in combutta con la peggiore politica o, peggio, con gli uffici..

Un oltraggio a Palermo
e pure a Santa Rosalia

Sarà che gli amministratori palermitani – dal sindaco Lagalla all’ultimo assessore – sono in giro per il mondo a propagandare il festino di Santa Rosalia: da Londra a New York fino al Sol Levante. Sta di fatto che nessuno di questi dignitari si ricorda che la città aspetta da due anni un segnale di buongoverno. Se il sindaco e gli assessori – in una pausa dei loro giri all’estero – avessero gettato ieri uno sguardo sulla via che costeggia il porto, fino al lungomare che sta davanti alla Kalsa, avrebbero capito che Palermo non è più una città ma un grande Ucciardone nel quale è difficile muoversi e dal quale è difficile fuggire. Tutto bloccato dai tir in attesa d’imbarco. Una paralisi ingigantita dai lavori in corso, dalle auto parcheggiate..

“Scrivi Jasmin”
Saluti dai califfati

"Scrivi Giorgia". La premier Meloni ha scelto questa formula per invitare la sua gente a votare, l’8 e il 9 giugno, Fratelli d’Italia. E’ convinta che funzionerà. La via confidential potrebbe anche funzionare per Caterina Chinnici, la capolista di Forza Italia che fa fatica ad avviare un dialogo con gli elettori di Sicilia e Sardegna: lo dimostra il fatto che non partecipa alle manifestazioni di partito, che non tiene comizi, che non cerca il contatto con il territorio. Ma attenzione. “Scrivi Caterina” sarebbe una formula poco adatta: finirebbe per ricordare la sua militanza nel Pd e i berluscones non gradirebbero. “Scrivi Jasmin” sarebbe invece la soluzione vincente: evoca il gelsomino arabo e i voti profumatissimi dei quattro califfi che la riporteranno per la terza volta a Strasburgo: Raffaele Lombardo, Giuseppe..

Ma Lollo non è
solo gaffe e amenità

Ma sì, ridiamoci su. Divertiamoci pure quando s’inventa il complotto degli olandesi, smaniosi di voler affamare l’Europa per rifondare l’Impero; o quando s’incapriccia a declinare in rima baciata la sua ricetta per la pace del mondo: “Quante guerre non ci sarebbero state, di fronte a cene ben organizzate!”. Prendiamolo per quello che è: un ministro dell’Agricoltura con delega al varietà. Però non fermiamoci alle risate e non lasciamoci abbagliare dalle luci della ribalta. Perché Francesco Lollobrigida, il potente cognato di Giorgia Meloni, non è solo gaffe e amenità. Sotto le frivolezze da avanspettacolo c’è la tempra ferrigna del gerarca che ha fondato la corrente turistica di Fratelli d’Italia e che ha dato copertura politica a tutte le scelte malsane del Balilla, il patriota che con SeeSicily ha scialacquato oltre venti..

Gerenza

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