Dopo un vertice durato cinque ore, che ha visto protagonisti i segretari regionali dei partiti del centrodestra, l’unica novità riguarda l’ingresso in giunta della Lega, che si materializza nonostante il rifiuto di Forza Italia a cedere l’assessorato all’Agricoltura. Il partito di Salvini dovrà accontentarsi dei Beni culturali, una casella rimasta vacante dalla morte di Sebastiano Tusa (14 mesi fa). Il favorito numero uno per ricoprire l’incarico è Matteo Francilia, giovane amministratore classe ’79, sindaco di Furci Siculo (comune di 3 mila anime nel Messinese). Dicono che sia uno bravo.

Francilia, nativo di Vancouver (Canada), aveva provato il grande salto all’Ars nel 2017, quando si era candidato nella lista di Alternativa Popolare (l’ex partito di Angelino Alfano e Beatrice Lorenzin) a sostegno di Fabrizio Micari, proposto dal Pd e contender di Musumeci. All’epoca raggranellò 3.500 voti di preferenza, buoni per piazzarsi alle spalle del capolista, l’ex presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. Rimasto folgorato sulla via di Salvini (e di Candiani), Francilia è stato protagonista della costituente del Carroccio in Sicilia. Nonostante in passato abbia subito il fascino di altre sirene: il suo maestro di vita (politica) è Gianpiero d’Alia, plenipotenziario dell’Udc, visto nel governo Letta in qualità di ministro. Lo zio di Francilia è emigrato a Tradate, dove – riferisce il collega di Barresi su “La Sicilia” – ha conosciuto l’allora sindaco della città brianzola: Stefano Candiani. Il cerchio si chiude.

“E’ stata un’intensa giornata di lavoro – ha dichiarato il presidente della Regione, Nello Musumeci – conclusasi con la disponibilità della Lega, a entrare in Giunta, su mia richiesta: ne sono felice perché mi è stata vicina fin dalla mia candidatura. Sono certo che, adesso, il centrodestra al completo saprà dare ulteriore impulso alle grandi riforme – ha detto Musumeci -, in un rapporto sempre più sinergico tra governo e Assemblea regionale, comprese le forze dell’opposizione che vorranno essere propositive. I siciliani hanno voglia di ricominciare e noi dobbiamo sapere interpretare, sempre meglio, il loro grande desiderio di uscire dall’incubo dell’epidemia e guardare al futuro con rinnovata speranza”.

“Il nostro ingresso – ha sottolineato il segretario leghista Candiani – ha un forte senso politico, perché intendiamo imprimere una svolta nella direzione della sburocratizzazione della macchina regionale, attraverso l’Assessorato, ma anche in tutte le questioni amministrative che si porranno. Se nella visione di qualcuno, l’ingresso della Lega nell’esecutivo poteva rappresentare il pretesto per scompigliare le carte del governo regionale in un momento così delicato per la Sicilia, la Lega ha chiarito che la priorità è, invece, affrontare le questioni che stanno a cuore ai cittadini, specie in un momento così difficile. Esistono urgenze ed emergenze che la Sicilia aspetta e non possiamo permetterci di perdere tempo in giochetti che non appartengono alla nostra cultura politica. Mi preme sottolineare – ha concluso Candiani – che durante il vertice si è parlato per almeno tre ore di programmi e di questioni amministrative e solamente un’ora delle responsabilità da assumere nella Giunta”.

L’intervento risolutivo sarebbe giunto da Matteo Salvini, che in serata ha salutato con un sorriso a 32 denti il buon esito dell’operazione: “La Lega vuole lavorare sempre di più e sempre meglio per la Sicilia: per questo siamo orgogliosi di entrare nella giunta del governatore Nello Musumeci per occuparci di Beni culturali e Identità siciliana”. “Tra le altre cose – dice Salvini – avremo l’onore di gestire le soprintendenze provinciali e quella del Mare, i 14 parchi archeologici, con i teatri di pietra e i templi, per non parlare dei musei regionali e delle straordinarie biblioteche di Palermo, Catania e Messina. La Sicilia, con la sua storia e la sua cultura, è un vanto per l’Italia: siamo orgogliosi di entrare nel governo regionale, prima volta nella storia, per confermare le capacità amministrative delle donne e degli uomini della Lega, al servizio dei siciliani e del cambiamento. Primi obiettivi: basta burocrazia e più lavoro”.

Soddisfatto anche il leader di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, che ha mandato in porto il piano B: “E’ stato un vertice positivo e costruttivo. Bravo il presidente Nello Musumeci e complimenti anche al senatore Stefano Candiani che ha dato una grande dimostrazione di maturità politica, garantendo che attraverso la delega ai Beni Culturali la Lega darà impulso alla sburocratizzazione. Spero che l’assessore ai Beni culturali, chiunque esso sarà, abbia il coraggio – e ne sono certo – di imprimere una svolta amministrativa partendo dalle Sovrintendenze: ci sono 18 mila pratiche ferme. Vanno sbloccate di colpo, salvo verifiche successive. Valgono qualcosa come 3 punti di Pil, e in un momento in cui la Sicilia rischia di perdere 10 punti, mandando in fumo 7 miliardi di euro, non possiamo
permetterci di stare fermi: serve uno shock”.

Nella maggioranza si era sollevata la voce critica dell’ex assessore all’Energia, il deputato dell’Udc Vincenzo Figuccia: “Sono esterrefatto nell’assistere a riunioni di coalizione dove i partiti a loro interno sono impegnati a litigare sulle poltrone – aveva detto ieri -. In questo momento mi aspetterei di vedere tutti pancia a terra per lavorare alla ricostruzione, alla fase 2 della ripartenza nella quale poter garantire il riavvio in sicurezza. In questo momento ai cittadini poco o nulla quali natiche andranno a poggiarsi nelle sedie degli assessorati. Ai cittadini servono risposte e risorse per tutelare un’economia che – osserva il parlamentare – è a rischio recessione con un Pil deficitario a meno 10 percento e con tante piccole e medie imprese in difficoltà”.