Un colpo di ruspa a destra e un altro a manca. Cateno De Luca, qualche giorno fa, ha azionato l’escavatore, dando il via allo sbaraccamento di Messina. Un traguardo inseguito a lungo e celebrato in grande stile. Dai ringraziamenti ufficiali, va da sé, mancava la Regione, che nelle ultime ore ha cercato affannosamente di ritagliarsi un ruolo da protagonista (l’assessore Falcone ha denunciato la solita “caciara” e un intervento da 38 milioni che – però – l’immobilismo del Comune avrebbe vanificato). De Luca, rinfrancato da un sondaggio recente (che lo dà al 15% in un’eventuale corsa per palazzo d’Orleans) continua ad affilare le armi in vista delle prossime Regionali. Dove ha promesso che sarà in campo contro Musumeci per staccare la spina alla sua esperienza di governo.

La trama è fitta e passa da alcuni appuntamenti cruciali, come l’assemblea degli amministratori comunali di Sicilia Vera (il suo movimento) in programma l’1 e 2 ottobre. Ma anche da alcuni incontri, come quello di ieri a Pedara col segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, che si portano dietro una certa dose di ambiguità. I rapporti sono ottimi e addirittura si stanno rinsaldando, come ha ammesso lo stesso Barbagallo a ‘La Sicilia’: “De Luca mi ha invitato all’assemblea del suo movimento e io gli ho risposto che ci sarò. Abbiamo parlato dello scenario politico regionale e della sua discesa in campo. E io a Cateno ho fatto una precisa domanda: sei davvero alternativo a Musumeci, Salvini e Meloni? Mi ha detto di sì”. Qualcosa può succedere: “Su queste basi, che andranno ovviamente verificate e approfondite con gli altri alleati, la scelta di De Luca può rappresentare un’autentica novità nella politica siciliana”.

Non è dato sapere come. Nei mesi scorsi, in effetti, De Luca ha ricevuto numerosi apprezzamenti pubblici da Salvini: la frequenza di contatti con l’ex Ministro dell’Interno, aveva lasciato ipotizzare un suo ingresso nella Lega (che poi non è avvenuto). Una cosa è certa: il totale distacco da Musumeci e dai suoi assessori, a partire da quell’Armao che in una conversazione privata aveva snobbato le sue richieste: “Va suchiti un prunu” era stata la conclusione del vicegovernatore, con cui nacque una combutta. Da Luca è lontanissimo dal centrodestra con cui si era fatto eleggere all’Ars, non è più organico al suo vecchio partito – l’Udc – e gioca di sponda: “Presto vedrò anche Cancelleri”, ha detto. Col leader regionale del M5s si erano già dati appuntamento a inizio luglio, durante un convegno sulle infrastrutture organizzato da Raffaele Stancanelli. Altro “nemico giurato” di Musumeci. E altro ottimo interlocutore di De Luca.

“Esercito di liberazione della Sicilia: ora ci siamo! – ha scritto Scateno su Facebook, proprio ieri -Dopo una lunga notte di ragionamenti e di incontri, anche alle falde dell’Etna, siamo riusciti a trovare la quadra per le dinamiche politiche dei prossimi dieci anni. Intanto 1 e 2 ottobre assemblea regionale degli amministratori comunali di Sicilia Vera a Taormina con tanti illustri ospiti del complessivo arco costituzionale. I tempi a noi di Sicilia Vera non li detta nessuno!”.