Ha individuato i propri interlocutori, e ha fatto nomi e cognomi: Matteo Salvini e Gianfranco Micciché. Nello Musumeci ha inaugurato ieri, in piazza Verdi, a Palermo, la fase 2.0 di Diventerà Bellissima. In cui il suo movimento, per il quale si prefigura un impegno in tutto il Mezzogiorno, vuole essere il collante di un centrodestra nuovo, che “deve essere unito al di là delle simpatie e delle antipatie. La diversità di vedute è fisiologica – ha detto Musumeci, rivolgendosi al Ministro dell’Interno e al presidente dell’Ars – altrimenti avremmo un partito unico, ma non è così ed è un bene che non lo sia”.

E’ stato un appello accorato e un invito inclusivo quello di Musumeci, che vuole fare da paciere e accogliere l’invito che arriva da un elettorato che anche all’ultimo giro – con il governatore osservatore privilegiato – ha fornito numeri inequivocabili: “Quando il centrodestra è unito può vincere. In Sicilia il centrodestra ha la maggioranza morale. Noi dobbiamo essere la speranza per quei siciliani che non sanno più per chi votare davanti a questa politica svuotata di valori. Ecco perché noi nel Mezzogiorno d’Italia vogliamo esserci. E tra qualche mese decideremo se essere una Federazione o se stabilire un’alleanza con la Lega”. Non ha dubbi Musumeci su quale sarà il suo futuro. E non ha dubbi su chi invitare alla tavola imbandita. Lega e Forza Italia, d’altronde, possono battere insieme il Movimento 5 Stelle, che in questo momento rappresenta il vero nemico: “Il M5s si nutre della disperazione della gente; hanno bisogno del disorientamento della gente, hanno bisogno di combattere l’avversario con qualsiasi mezzo”.

Dopo l’invito del collega di governo Gianfranco Micciché non se n’è stato a guardare. In alcune recenti interviste, il commissario regionale di Forza Italia, ha capito che abbassare i toni e ridimensionare gli insulti nei confronti di Salvini sarebbe stata una mossa propedeutica a una futura alleanza, specie se si dovesse tornare al voto in tempi brevi e Berlusconi non avrebbe altra chance che allearsi col Carroccio. Da qui la risposta a Musumeci, che lo ha invitato a serrare i ranghi: “Sono in piena sintonia col pensiero di Nello Musumeci. Il centrodestra unito rappresenta già, idealmente, la maggioranza nel Paese. Non sono però generiche antipatie a separarmi da Matteo Salvini, bensì temi importanti per il Mezzogiorno e i siciliani. Non si può prescindere – ha sottolineato Miccichè – dal rispetto dei diritti umani, né tantomeno da una maggiore attenzione per il Sud – fino ad oggi totalmente ignorato dall’agenda di Governo, come i recenti fatti della Tonnara di Favignana dimostrano. Quando la coalizione di centrodestra vorrà proporsi agli italiani con un progetto politico unitario, certe posizioni estreme sui temi dell’accoglienza dovranno essere certamente riviste”. Un passo Miccichè l’ha fatto. Ora toccherà al suo interlocutore, e non sarà una babbiàta.