Brescia e Teramo restano al centrosinistra, il centrodestra vince a Treviso, Imperia, Latina e Sondrio. ove aveva puntato forte, con la sua presenza, Giorgia Meloni rimane mezza delusa. Non c’è stato “l’effetto Giorgia”. Il centrodestra perde a Brescia (perché vince Laura Castelletti, anche senza il M5s) e va al ballottaggio nella cara Ancona, altra tappa della premier giusto lunedì scorso. Nelle Marche, regione felix governata dal fratello d’Italia Francesco Acquaroli, l’obiettivo era chiaro: strappare il comune rosso al primo turno, onde evitare sorprese al secondo, e cioè il meccanismo della gioiosa macchina da guerra con il Pd che proverà a raccattare voti unendo candidati e liste civiche, a partire dai grillini, qui in corsa solitaria, sperando nel ribaltone. In generale, il centrodestra forza di governo non esce con le ossa rotte dal primo round delle amministrative, test per il governo al netto delle immancabili dinamiche locali. Anzi.

Si registrano dunque quattro squilli (sicuri) di tromba melonianiana. Il primo nella fatal Latina con Matilde Celentano che strapazza il giallorosso Damiano Coletta toccando quota settanta per cento. Stesso discorso, suppergiù, a Imperia con l’immarcescibile Claudio Scajola che si conferma sindaco della città ligure. Poi Treviso e Sondrio. Un poker di capoluoghi – con l’ex Littoria espugnata – tutti confermati al primo giro di valzer dal centrodestra. Meloni punta ora tutto su Ancona, anche se il candidato Daniele Silvetti è di Forza Italia. Per Brescia, invece, è iniziato lo scaricabarile con Fratelli d’Italia che accusa la Lega di aver puntato sul cavallo sbagliato. Attenzione: per il partito della nazione di Via della Scrofa queste sono anche elezioni particolari. Le prime gestite interamente, o quasi, da Giovanni Donzelli, coordinatore unico di FdI, visto che Meloni fa la premier e Francesco Lollobrigida il ministro. In attesa dei voti di lista la politica rimane comunque abbastanza acquattata. Continua su ilfoglio.it