Chierici, sacrestani e fanatici della confraternita giustizialista non sanno più che pesce pigliare. La sentenza d’appello ha affossato definitivamente la Trattativa e ha assolto, per non avere commesso il fatto, i tre uomini dello Stato – Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno – ai quali una boiata pazzesca, spacciata per l’inchiesta del secolo, ha sottratto più di dieci anni di vita. Ma il loro smarrimento durerà due o tre giorni. Fra poco tornerà in campo il circo mediatico di Massimo Giletti, Andrea Purgatori, Sigfrido Ranucci e le cose si rimetteranno a posto. Antonio Ingroia, Nino Di Matteo e Roberto Scarpinato – i magistrati che hanno imbastito il processo, ricevendo in cambio onori e gloria – torneranno in televisione, ai loro posti di combattimento; riprenderanno il filo della trama perduta e i manettari d’Italia vivranno felici e contenti.