Il secchio e la corda. Uno la spara e l’altro la ridimensiona. Uno sta con gli imprenditori l’altro con i lazzaroni. Uno è per la flat tax e l’altro è per il reddito di cittadinanza. Tra il M5s e la Lega si pratica il gioco delle parti e le divisioni sono solo piccoli capricci per saldare il matrimonio. Il ministro delle Infrastrutture, Toninelli, è contro la Tav, ma il sottosegretario Giorgetti è a favore. Il ministro Fontana combatte per difendere la famiglia tradizionale ma il sottosegretario alle pari opportunità, Spadafora, salvaguarda i diritti degli omosessuali. Di Maio è contro i voucher, ma Salvini ha ribadito la necessità di conservarli. Alla fine hanno fatto un po’ di confusione e cambiato, ma non troppo. E lo stesso vale per la giustizia, la sanità, l’economia… Perfino sui lupi sono di parere opposto. Il ministro dell’Ambiente, Costa, è per proteggerli mentre la sottosegretaria della Lega è per inseguirli e accopparli. Intanto ballano (sulle macerie). La strategia di governo è apparire incompatibili per non svelarsi inseparabili. Più che populisti, Lega e M5s, fanno tornare in mente i democristiani. Dalle convergenze parallele alle divergenze per interesse.