Vince il merito o il leccaculismo? Leggiamo Dagospia: “Se il balbuziente Bonafede non fosse colui che ha presentato Conte a Di Maio (era suo assistente all’università di Firenze) a quest’ora lo avrebbero cacciato a pedate per avere tradito il magistrato eroe dell’antimafia Nino Di Matteo”. E poi, tanto per tenere un piede in Sicilia, leggiamo su Repubblica l’articolo a firma di Antonio Fraschilla su come Musumeci prepara il rimpasto di governo alla Regione: “Da Roma i berlusconiani avrebbero nuovamente blindato il posto dell’assessore Gaetano Armao, anche per evitare fibrillazioni nel gruppo alla Camera, dove siede la compagna Giusi Bartolozzi”. Merito o ragioni di famiglia? Nessuno che si sia chiesto a Roma se nella Finanziaria “di guerra” che l’assessore ha portato all’approvazione dell’Ars ci siano soldi veri o assegni a vuoto. Viva la Sicilia. Viva l’Italia.