Chiamatelo imbarazzo, chiamatela vergogna, chiamatelo rossore, chiamatela come volete ma una cosa è certa: Giorgia Meloni e il vertice di Fratelli d’Italia hanno deciso di spostare a Roma la commemorazione del giudice Paolo Borsellino, inizialmente prevista per il 19 luglio a Palermo. A differenza di Manlio Messina, Gaetano Galvagno ed Elvira Amata, gli allegri balilla coinvolti in una pesante inchiesta per corruzione, la Presidente del Consiglio – altra pasta, rispetto a Schifani – capisce bene che in Sicilia si è creata una frattura irreversibile tra il suo partito e la questione morale; tra la corrente turistica, impegnatissima nell’accumulare sprechi e ruberie, e un’opinione pubblica che invece pretende legalità, rigore, trasparenza. E’ un primo segnale, dopo il roboante silenzio che ha accompagnato lo show down degli scandali. Chi ha da coglierlo, lo colga.