Quando sette anni fa, nel 2013, andò per la prima volta in concorso alla Mostra del Cinema, esordendo dietro la macchina da presa, le si accreditò un nuovo talento, fino a quel momento sconosciuto: sa fare anche il cinema, osannarono gli addicted (i suoi non sono estimatori, sono fan) e masticarono scettici e denigratori. In verità «Via Castellana Bandiera» era un bel film, impianto teatrale, asciutto, dialoghi quanti ne bastavano, ben narrato e ben diretto, benissimo recitato (tanto che valse la Coppa Volpi come miglior attrice alla più matura delle sue interpreti, la Elena Cotta di lunga militanza sui palcoscenici), storia di ordinaria cattiveria contemporanea di borgata, estenuante duello all’ultimo sangue per una precedenza automobilistica in un budello di strada, tutto un universo intorno. Adesso ci torna al Lido di Venezia, Emma Dante, nuovamente in gara con «Le sorelle Macaluso», tratto dalla sua acclamata opera teatrale, quella che ha più girato per i teatri nelle scorse stagioni, che hanno applaudito con lo stesso fervore i pubblici di Palermo e Bolzano, di Napoli e Bologna.

Arrivano, «Le sorelle Macaluso», mercoledì 9 settembre in Sala Grande al Palazzo del Cinema, in una Mostra depauperata di assembramenti divistici causa Covid, sfoltita di paparazzi che s’accontentano – ingolfate le passerelle più di starlette che di star – di riprendere i baci in posa di un ex ministro schiavo dei social, senza transenne pericolanti per la spinta di devoti ammiratori e sospirose ammiratrici. Meglio così, meglio questa sobrietà ché la Dante non ha mai amato particolarmente le passerelle nonostante sia stato talvolta impossibile sottrarvisi. Arrivano, le cinque sorelle palermitane, in un festival dove la metà della presenza italiana in gara è di donne che raccontano donne: la già applaudita Susanna Nicchiarelli di «Miss Marx» che narra l’ardore ideologico ma soprattutto lo sfinimento amoroso della figlia del buon Karl ed Emma Dante, per l’appunto, con la disperante storia familiare di Maria, Pinuccia, Lia, Katia, Antonella, dall’infanzia all’età adulta, cinque femmine nate e cresciute in un appartamento all’ultimo piano di una palazzina nella periferia di Palermo, dove vivono da sole, senza genitori. Storia di sopravvivenza, di resilienza, di rancori sopiti e non, di effimera reviviscenza di un sentimento sororale.

Se «Via Castellana Bandiera» era tratto dall’omonimo romanzo della stessa regista, qui all’origine ci sta invece un copione (che, come s’è scritto, ha conquistato i teatri un po’ ovunque) che per il cinema, insieme con Emma Dante, hanno sceneggiato gli scrittori Elena Stancanelli e Giorgio Vasta.

Commenta la regista nelle note: «Il film è diviso in tre capitoli, ognuno dei quali corrisponde a un’età delle cinque sorelle protagoniste: l’infanzia, l’età adulta, la vecchiaia. Le sorelle sono interpretate da dodici attrici, come se a ognuna che resiste fino alla vecchiaia dovessero corrispondere una discontinuità e una mutazione nel corpo e nel volto. Ed è l’amore delle sorelle tra loro e per la casa in cui vivono che tiene in vita la loro intera esistenza, come fosse un unico organismo vivente a prescindere dalla morte fisica di alcune di loro. “Le sorelle Macaluso” è un film sul tempo. Sulla memoria. Sulle cose che durano. Sulle persone che restano anche dopo la morte. È un film sulla vecchiaia come traguardo incredibile della vita».

Prodotto da Rosamont, Minimum Fax Media e Rai Cinema, «Le sorelle Malacuso» ha un cast tutto declinato al femminile: Viola Pusateri, Eleonora De Luca, Simona Malato, Susanna Piraino, Serena Barone, Maria Rosaria Alati, Anita Pomario, Donatella Finocchiaro, Ileana Rigano, Alissa Maria Orlando, Laura Giordani, Rosalba Bologna. Dopo la proiezione festivaliera, dal giorno successivo, giovedì 10 settembre, il film è nelle sale pronto al riscontro del pubblico. Ma non traspare troppo stress nemmeno per la prèmiere del Lido. Tra narrativa, teatro, cinema, opera lirica, Emma è di quelle che “dove la tocchi suona”. Raccontando. Gli addicted – e non solo loro – sono convinti che “suonerà” anche stavolta.