Prendendo in prestito il titolo di un film di Pupi Avati, quella organizzata la sera prima dell’arresto di Luca Lanzalone non era certo la cena per farli conoscere. E nemmeno un incontro casuale, come si era affrettato a smentire Davide Casaleggio. Il figlio di Gianroberto e l’imprenditore e presidente di Acea (poi dimissionario) si erano ritrovati nello stesso locale romano, una stella Michelin, per un evento destinato a una raccolta fondi. “Non mi pare si parlasse di politica” ha sostenuto Alessandro Pipero, patron dell’omonimo ristorante che, quella sera lì, era interamente riservato all’associazione Gianroberto Casaleggio, fondata da Davide e dalla moglie Sabina: “E’ vero quello che dice Casaleggio, era seduto a un altro tavolo rispetto a quell’altro signore. Si discuteva di informatica e di futuro”.

Il punto è un altro. Cosa ci faceva lì il presidente di Acea e consigliere del Movimento 5 Stelle sulla questione stadio? Lo stesso che il giorno dopo finirà in manette assieme al costruttore Luca Parnasi? Molti sono abili sostenitori della tesi che Lanzalone era “solito millantare credito”. Il suo nome avrebbe potuto far parte della lista degli invitati oppure il manager si sarebbe imbucato. Di certo non era lì per caso. E la sua presenza, dato quello che gli si è rovesciato addosso nelle ore successive, è un chiaro imbarazzo per Davide Casaleggio, che aveva subito tentato di divincolarsi dalla presa: “Sono andato a una cena l’altro giorno, ho trovato anche Lanzalone a un altro tavolo. E l’ho salutato”.

Le versioni non coincidono. Ma è anche da capire il patron della Casaleggio Associati. Chi rivendicherebbe, adesso, un’amicizia del genere? Anche il capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha dovuto scaricare di peso Lanzalone dopo l’arresto e le accuse sventolate a suo carico dalla Procura di Roma. Poco importa che – parole dell’ex presidente di Acea – “Di Maio lo sento tre volte al giorno”. Il ministro dello Sviluppo, nelle ore immediatamente successive allo scandalo e l’autogol clamoroso (“Lanzalone all’Acea? Un premio per la gestione dello stadio della Roma”) ne aveva invocato a gran voce le dimissioni. Ottenendole. Ma resta un filo che li lega. Un filo solido, per il fatto che Lanzalone, Acea o non Acea, fosse da tempo un uomo in orbita 5 Stelle, il Movimento più trasparente che (forse) non esiste più.