L’arresto di Paolo Arata, il consulente all’Energia di Matteo Salvini, che aveva cercato di penetrare anche nei palazzi della Regione (“Ma ha ricevuto solo no” secondo Nello Musumeci), arricchisce il pomeriggio dell’Assemblea regionale, che dopo due mesi e mezzo d’attesa, ha finalmente in programma il dibattito sulla questione morale. Gli avvisi di garanzia dell’inchiesta sull’eolico, che hanno raggiunto tre funzionari regionali – il dirigente della commissione Valutazione impatto ambientale, Salvatore Pampalone, il presidente della medesima commissione Alberto Fonte, e il capo del gabinetto dell’assessorato Territorio e Ambiente, Vincenzo Palizzolo – forniscono una ulteriore prova della permeabilità del mondo istituzionale e politico rispetto agli interessi del malaffare.

Il dibattito parlamentare, chiesto a più voci da Claudio Fava (il presidente della commissione Antimafia) e dal Movimento 5 Stelle, approda in aula. Attualmente nei quadri della politica siciliana compaiono quattro assessori e sedici deputati indagati. Gli assessori sono Toto Cordaro (per voto di scambio, nell’ambito dell’inchiesta di Termini Imerese), Mimmo Turano (per corruzione e abuso d’ufficio nell’inchiesta che ha portato all’arresto del direttore del Genio Civile di Trapani), Marco Falcone, assieme al neo eurodeputato Giuseppe Milazzo (per l’inchiesta sulle nomine allo Iacp di Palermo), e Roberto Lagalla (un filone secondario dell’indagine sulla superloggia di Trapani). Ma anche due capi di commissione – i forzisti Riccardo Savona e Stefano Pellegrino – hanno qualche problemino con la giustizia. Tanto da far arrabbiare Cancelleri: “In un Paese normale, Savona e Pellegrino si sarebbero dimessi all’indomani dell’avviso di garanzia. E invece sono ancora là, senza che nessuno, Musumeci in testa, dica una parola”.

Il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè ha sempre dato disponibilità affinché si tenesse il dibattito, a patto di non incentrare la discussione sui singoli casi, ma cercando di dare una lettura più ampia del problema che investe la politica siciliana. Critico Fava, che alla vigilia dell’appuntamento, e in relazione all’inchiesta su Arata, ha preso di mira Musumeci: “La sensazione è che non controlli la macchina burocratica e amministrativa”. Nei mesi scorsi altri due dirigenti, sempre per il caso Arata, erano finiti sotto inchiesta: Alberto Tinnirello e Giacomo Causarano. L’appuntamento a Sala d’Ercole è per le 16.