Alla fine il conto lo pagherà solo lui: Francesco Scarpinato, il maresciallo dell’esercito che per un gioco inconfessabile della politica è diventato assessore regionale al Turismo. Credeva di avere le spalle coperte da Manlio Messina, il suo predecessore. O, addirittura, da Francesco Lollobrigida, il potente cognato di Giorgia Meloni. Ha spicciato le faccende che doveva spicciare – 3,7 milioni a una società del Lussemburgo per una passerella a Cannes – ma quando lo scandalo è venuto a galla il poveretto è rimasto solo, in balia delle procure. Lui non è un callido bullo della politica. Non ha navigato per una vita tra logge e lobby, tra parcelle e affari. Non ha una moglie nei piani alti della giustizia da spacciare come passepartout per ogni avventura. E non gode nemmeno di una rocciosa amicizia col presidente Schifani. Chi salverà il maresciallo Scarpinato?