La scuola può aspettare. La Regione, dopo aver consultato il comitato tecnico-scientifico e la task force presieduta da Elio Adelfio Cardinale, ha disposto la proroga della didattica a distanza fino al 16 gennaio. Non per tutti, però: asili nido e scuole per l’infanzia potranno riaprire da lunedì 11. Secondo l’ordinanza firmata dal presidente Nello Musumeci, invece, elementari e medie – che sarebbero dovute ripartire oggi – prolungheranno la Dad di una settimana. E torneranno in classe dal 18. Ancora più lunga l’attesa dei ragazzi delle superiori: il loro ritorno in aula, inizialmente al 50%, è fissato per il primo febbraio, a meno di ulteriori complicazioni del quadro epidemiologico. Ammessi comunque in presenza, indipendentemente dai periodi di sospensione, gli alunni portatori di disabilità o di bisogni educativi speciali. I dati illustrati dal Cts non sono gravi: la percentuale di contagi negli ambienti scolastici, infatti, si aggira fra l’1 e l’1,15%. Ma la parola d’ordine resta prudenza.

“E’ stata una riunione lunga, importante, molto partecipata sotto il profilo delle rappresentanze istituzionali, sindacali, studentesche, del mondo della formazione, della scuola, dei genitori e delle famiglie. Devo dire che c’è stata più che una sostanziale adesione alla proposta della Giunta regionale di governo, nel senso che tutti hanno ravvisato il rischio sanitario esistente e la necessità di fare un provvisorio passo di lato per potere fare più passi avanti e dare continuità all’anno scolastico”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla al termine della riunione.

“Alla fine, si è confermato che le aule scolastiche non sono sedi di generazione del contagio e quindi le scuole sono, sulla base dei dati oggettivi, relativamente sicure ma è ciò che gira attorno alla scuola che può determinare, soprattutto nelle scuole superiori, un problema – ha aggiunto l’assessore Lagalla – Ecco perché il periodo di sospensione della didattica in presenza per le scuole superiori resta determinato più lungo di quello che invece prevediamo per le scuole primarie e secondarie di primo grado, mentre invece per non interrompere una funzione sociale fondamentale anche nel rispetto delle famiglie diamo continuità agli asili nido, asili e scuole dell’infanzia. Riteniamo che sia una fase di mediazione alta della politica, che contempera le esigenze sanitarie, le esigenze di istruzione e le esigenze sociali”.

Le lezioni sarebbero dovute ricominciare oggi in tutta l’Isola, ma i sindaci dei tre comuni più importanti – Palermo, Catania e Messina – avevano deciso di sospendere tutto in attesa di un provvedimento da parte della Regione. Previsto, pertanto, un piano a scaglioni, che serve pure ad ovviare a una carenza di alternative, specie sul trasporto pubblico. Un problema sollevato ieri dai deputati regionali del Partito Democratico, Lupo e Dipasquale, secondo i quali “la crescita dei contagi ed il mancato potenziamento dei mezzi di trasporto pubblico locale che attualmente possono viaggiare al 50% della capienza, non permettono la riapertura delle lezioni in presenza. Tutto ciò a distanza di quasi un anno dall’esplodere della pandemia e nonostante il governo nazionale abbia messo a disposizione fondi per potenziare il sistema di trasporto locale, fondi che attendono ancora di essere programmati ed utilizzati dalla Sicilia”.

A sostegno della (necessaria) chiusura delle scuole si era espresso il deputato centrista Carmelo Pullara: “I numeri relativi ai contagi in Sicilia – dichiara Pullara – sono in progressivo aumento, così come i decessi, e non si può continuare a disporre la didattica in presenza nelle scuole mettendo a rischio la salute di bambini e ragazzi. Il sottoscritto era stato lungimirante, infatti già prima dell’inizio dell’anno scolastico avevo proposto che la scuola partisse con alternanza di Dad e presenza per ridurre al minimo assembramenti e i relativi contagi e chiedendo successivamente al Presidente della Regione di intervenire anche contro le direttive nazionali. Alla luce dei primi casi nelle scuole e dell’incremento notevole di contagi, insieme ai colleghi deputati Pellegrino e Caronia, abbiamo suggerito al Governo regionale di disporre per tutte le scuole la modalità della didattica a distanza, cosa che è stata fatta soltanto per le scuole superiori, lasciando poi la decisione ai sindaci che sono stati costretti a ruota a chiudere le scuole. Mi dispiace – aggiunge Pullara – perché comprendo le ricadute che hanno queste scelte drastiche sugli studenti e che la scuola deve essere fatta in presenza, ma la situazione galoppante dei contagi non permette altra scelta”.