Evidentemente c’è qualcosa che non va. Sarà stata la stanchezza del lungo vertice di palazzo Chigi, in cui l’asse della maggioranza ha traballato (Italia Viva si è persino tirata fuori). Ma in attesa della riforma del processo penale, promessa per oggi, vale la pena fare un salto indietro e analizzare, o quanto meno provarci, l’ardimentosa spiegazione fornita da Bonafede ai cronisti sulla prescrizione. Dopo la gaffe sugli “innocenti” che “non finiscono mai in carcere”, un’altra intervista arzigogolata (cliccate sul video sotto per ascoltarla). Dopo aver diviso gli avvocati di tutta Italia – in molti hanno attaccato il Guardasigilli – adesso Bonafede li fa sorridere. Riprendiamo, qua sotto, il commento dell’avvocato Marco Siragusa, ripreso e condiviso sui social da un altro penalista, fra i più noti e autorevoli di Palermo, Stefano Giordano.

“…cioè cosa vuol dire; lo specifico perché sto leggendo di tutto [risatina stupida, more solito]. Vuol dire semplicemente che in primo grado, dopo la sentenza di primo grado, c’è una distinzione tra assolti e condannati. Per i condannati c’è l’interruzione della prescrizione, va bene! [lo dice come Wanna Marchi], quindi non c’è più la possibilità che per i condannati ci sia poi una prescrizione in appello; per gli assolti c’è una sospensione breve COMUNQUE per garantire un tetto [un nuovo piano casa?] ma COMUNQUE per svolgere COMUNQUE il processo di appello.

In secondo grado, se dopo che viene svolto [non celebrato] il giudizio di appello chi era stato condannato in primo grado viene assolto, e quindi è una persona dichiarata innocente [ohibò!] a seguito del giudizio di appello [n’altra volta], a quel punto quella persona che però è stata già dichiarata assolta recupera i termini di prescrizione [e che se ne fa? Li vende?] eeeee, dopo di che COMUNQUE, anche nel caso di assoluzione, anche in questo caso ci sarà eeeeee verrà dichiarata una sospensione per consentire COMUNQUE che eventualmente ci sia l’impugnazione in cassazione che si vada si vada insomma che si svolga il processo, il grado di Cassazione”.

Ipse dixit: Alfonso Bonafede, addetto alla guardiania dei sigilli della Repubblica italiana. A.D. 2020, secondo dell’Era Imbecilli (Marco Siragusa)