Sono 625 i nuovi positivi che si registrano oggi in Sicilia con 22.868 tamponi processati e una incidenza di poco superiore al 2,7% con un tasso che torna a crescere rispetto a ieri. La regione è all’ottavo posto nel numero dei nuovi contagi giornalieri per effetto dei nuovi positivi quasi raddoppiati rispetto alle 24 ore precedenti. Le vittime sono state 22 nelle ultime 24 ore e portano il totale a 3.891. Gli attualmente positivi sono 34.480, con una diminuzione di altri 69 casi rispetto a ieri. I guariti sono 672 e restano sempre di più dei nuovi contagiati. Negli ospedali tornano a diminuire i ricoveri e adesso sono 1.163, 37 in meno rispetto a ieri, e diminuiscono i ricoveri anche in terapia intensiva: 158 (-7). La distribuzione nelle province vede Palermo con 292 casi, Catania 165, Siracusa 58, Messina 38, Agrigento 36, Trapani 14, Caltanissetta 12, Ragusa 7, Enna 3

E’ cominciata, intanto, la nuova fase della campagna di vaccinazione con AstraZeneca, che interesserà il mondo della scuola e delle università, le forze armate e di polizia, il personale dei “servizi essenziali”. Il terzo vaccino è autorizzato, al momento, solo per il target di cittadini tra i 18 e i 55 anni, circostanza che ha portato il governo centrale ad anticipare alcune categorie vaccinali. A Catania, le prime dosi sono state inoculate al personale del reparto mobile della Polizia, alla presenza del Questore Mario Della Cioppa. Mercoledì toccherà al personale della Questura. A Palermo, invece, si è “prestato” un gruppo di ventidue docenti dell’istituto Cassarà, che ha ricevuto il siero a Villa delle Ginestre. A Ragusa la vaccinazione è cominciata con le forze dell’ordine: delle 3 mila dosi a disposizione dell’Asp, per il momento ne verranno iniettate la metà.

Le dosi di AstraZeneca giunte nell’Isola sono poco meno di 50 mila. “Desidero ringraziare le prefetture dell’Isola e l’Ufficio scolastico regionale – afferma il presidente Nello Musumeci – perché in questi giorni stanno collaborando attivamente per definire gli elenchi degli aventi diritto alla vaccinazione. Si corre sempre contro il tempo, ma non possiamo fare a meno di chiedere a tutti i cittadini di aderire alla campagna vaccinale con lo stesso entusiasmo che ha coinvolto oltre il 90 per cento dei medici e infermieri”. Ieri, intanto, un nuovo focolaio si è sviluppato al Civico di Palermo: coinvolti quattro pazienti e un infermiere che aveva già ricevuto la seconda dose di vaccino il 27 gennaio. “L’Aifa aveva prospettato la possibilità che potesse capitare nonostante la vaccinazione di essere infettati. E’ previsto dai protocolli – spiegano dall’ospedale – Solo che chi è vaccinato non contrae la malattia, chi non lo è sì. Per questo da giorni diciamo a quanti si sono vaccinati di mantenere sempre le stesse precauzioni e non abbassare la guardia. Certo non riusciremo a stabilire se sia stato l’infermiere ad infettare i pazienti o qualche paziente ad infettare l’infermiere”.

In Sicilia 83 casi di variante inglese

A poco più di un mese dal primo caso – un passeggero sbarcato da Londra all’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo – sono 83 i soggetti “positivi” alla variante inglese del Coronavirus (di cui 53 residenti nel Siracusano). Nelle ultime ore una ventina di casi sono stati sequenziati dal Crq (centro regionale di qualità) di Palermo, mentre altri 4 sono stati scovati al Garibaldi di Catania, dopo l’analisi molecolare eseguita dal laboratorio del Policlinico Rodolico. Coma ha spiegato il professor Bruno Cacopardo, direttore del reparto di Malattie infettive del nosocomio etneo, “sono tutti in buone condizioni e in isolamento presso la struttura di biocontenimento”. I dati ufficiali verranno comunicati nelle prossime ore all’Istituto superiore di sanità, che dall’8 febbraio ha avviato un’indagine periodica sulla diffusione del ceppo inglese in Italia. L’incidenza media è del 17,8%, un dato di per sé preoccupante.

Sulla questione è intervenuto a gamba tesa il prof. Andrea Crisanti, docente di Microbiologia all’Università di Padova: “Non esistono Regioni non in pericolo, con la variante inglese non ce n’è per nessuno – ha spiegato a Open -. Il 20% ci fa entrare chiaramente in uno stato d’emergenza, basti vedere quello che è successo nel giro di 20 giorni nel Regno Unito: da 6mila a 70mila casi. Quello che mi chiedo è chi stia consigliando il ministro Speranza. Fino a ieri si parlava di zone gialle e di mobilità tra le Regioni, ora di riaprire gli impianti sciistici. Una follia”. Secondo Crisanti “abbiamo iniziato a controllare le varianti di Covid sul territorio nazionale non solo tardi ma anche con pochissimi mezzi. La scelta è stata quella di perseguire misure che sarebbero state più adatte per un Paese senza problemi di diffusione e non in una situazione con varianti in espansione. In poche parole tutto sbagliato”.

In Sicilia, invece, non c’è alcuna variante africana. Parola dell’assessore Razza: “L’ipotesi di una variante africana sul paziente positivo rientrato in Sicilia è stata esclusa. A tale conclusione sono giunti gli esperti del laboratorio regionale di riferimento dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia, che hanno ultimato, dopo alcuni giorni, i procedimenti di sequenziamento sulla ricerca del gene “S” sui campioni prelevati da un paziente affetto da infezione da Covid-19. Sul soggetto, proveniente da uno stato dell’Africa centrale, è stato infatti evidenziato il virus Sars-Cov2, altrimenti noto come Coronavirus. Ringrazio tutti per il lavoro svolto”.

Bocciato il ricorso dei furbetti: niente seconda dose

Novità in arrivo per quanto riguarda i “furbetti”. Alcuni di loro si erano rivolti al Tar di Catania per impugnare le direttive dell’assessorato alla Salute sulla mancata somministrazione del richiamo. Per il giudice Cabrini, però, non ci sarebbero i presupposti per imporre all’azienda sanitaria di Ragusa di iniettare la seconda dose del vaccino entro il 17 febbraio, così come avevano chiesto i protagonisti del ricorso, in quanto non è stato fornito “alcun principio di prova che potrebbero verificarsi effetti gravemente dannosi per la loro salute, da un lato per il mancato completamento del ciclo vaccinale e, dall’altro per il rischio di essere nuovamente sottoposti ad un nuovo ciclo vaccinale composto da altre due dosi”.

Secondo il magistrato, nel primo caso “non risultano evidenze scientifiche di eventuali rischi derivanti dalla mancata somministrazione della seconda dose se non quello della possibile inefficacia del vaccino”. Anche nel secondo caso il decreto del Tar etneo mette in evidenza che “il danno paventato è allo stato meramente ipotetico, non essendo dato sapere se e quando i ricorrenti saranno convocati per la somministrazione del vaccino (…) e non essendosi alcuna evidenza scientifica che l’effetto della prima dose vaccinale possa perdurare nel tempo”. Per questo motivo l’istanza è stata respinta, fissando la trattazione in camera di consiglio per il prossimo 11 marzo.

“La decisione del TAR Catania conferma la nostra valutazione e il valore non solo etico della scelta adottata. Siamo impegnati nella fase più importante della emergenza, quella della vaccinazione, e non sono ammesse scorciatoie. Da domani si parte anche in Sicilia con AstraZeneca e spero che presto riusciremo ad avere più dosi di vaccino per mettere in sicurezza tutti gli anziani, le persone fragili e le categorie più esposte. Mi aspetto che tutti facciano il loro dovere e che i risultati raggiunti nella vaccinazione sulla popolazione sanitaria possano essere un modello da replicare”. Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.