I nomi sono sempre i soliti. In primis quelli di Toni Scilla e Vincenzo Giambrone, entrambi ex deputati regionali. Il primo è l’attuale commissario di Forza Italia in provincia di Trapani. Il secondo è agrigentino come Riccardo Gallo Afflitto, che osserva un po’ più defilato, e Margherita La Rocca Ruvolo, anch’essa entrata nel lotto dei pretendenti da quando, qualche settimana fa, ha lasciato l’Udc per gli azzurri. Si gioca le sue carte anche Michele Mancuso, fedelissimo di Gianfranco Micciché, provenienza calatina. Da questa rosa di nomi, entro una decina di giorni, potrebbero uscire i sostituti di Edy Bandiera (Agricoltura) e Bernadette Grasso (Funzione pubblica e Autonomie locali). Forza Italia l’ha chiesto nei mesi scorsi – soprattutto per soddisfare le esigenze dei territori – e finalmente l’otterrà. L’accordo (non senza resistenze da parte di Musumeci) è giunto alla vigilia del dibattito sulla mozione di censura a Ruggero Razza. Fare quadrato attorno all’assessore alla Salute, ha consegnato a Micciché l’ultimo lasciapassare.

Ma in questo rimpastino di metà mandato (e anche oltre) non mancano gli spettatori interessati. A partire dalla Lega, che tramite Nino Minardo ha confermato di non voler fare da spettatore. Fra i segreti meno reconditi del Carroccio, l’idea di impossessarsi dell’Agricoltura, che aveva chiesto la primavera scorsa, alla vigilia della nomina di Samonà ai Beni culturali. In quel momento storico, in pieno lockdown, era difficile (e sconsigliato) imbastire discorsi più ampi. L’Agricoltura, però, piace pure agli Autonomisti di Lombardo, che nei giorni scorsi hanno siglato un patto d’acciaio con lo stesso Micciché. Ipotizzare uno scambio di deleghe con Scavone, attuale assessore al Lavoro e alla Famiglia, non è un azzardo, ma rischia di muovere troppe caselle. Cosa che Musumeci, in tutta franchezza, vorrebbe evitare.

In questo giro di valzer, non verranno intaccate le posizioni degli assessori-deputati, fra cui Falcone, Cordaro, Lagalla e Turano. Stabile pure Armao all’Economia, che su “La Sicilia” dichiara: “Con Micciché ci siamo riconciliati, come giusto che sia”. Fanno parte della stessa famiglia di Forza Italia, ma nessuno se n’era mai accorto.