Ristoranti chiusi a Natale e Santo Stefano, coprifuoco alle 22 anche a Capodanno. Mentre alcune regioni, tra cui la Sicilia, respirano la prima ventata di libertà dopo 23 giorni di “reclusione”, nel governo si continua a discutere di come affrontare le prossime festività. Il nuovo Dpcm, che manterrà la colorazione dell’Italia in tre fasce, entrerà in vigore dal 4 dicembre. Servirà un nuovo passaggio con il Comitato tecnico-scientifico e, ovviamente, con le Regioni. Ma al termine del vertice fiume di ieri fra Giuseppe Conte e i capi delegazione di maggioranza, sembra prevalere la linea del rigore.

Per evitare la terza ondata, l’imperativo è “blindare”. E quindi: spostamenti tra le Regioni solo per i residenti, chiusura di bar e ristoranti alle 18 (blocco totale, però, nelle giornate di Natale e Santo Stefano), orari prolungati per i negozi per evitare assembramenti, ma coprifuoco rigido alle 22 anche nei giorni di vigilia. I nodi da sciogliere sono ancora molti: da confermare l’idea di introdurre una quarantena di 15 giorni per chi, nel periodo natalizio, rientri dall’estero. Quanto al nodo degli spostamenti, una discussione è ancora in corso: la regola di base dovrebbe essere quella di vietare di muoversi anche tra Regioni gialle a partire da una certa data (da definire) ma gli ‘aperturisti’ spingono per deroghe per chi abbia domicilio in una regione diversa da quella di residenza e per i ricongiungimenti familiari. Un nuovo vertice dovrebbe esserci, anche per tornare a parlare di Recovery fund, sabato pomeriggio.

Riguardo alla scuola, non c’è ancora una decisione. Sembra prevalere l’orientamento, ribadito anche dai governatori, di chi vorrebbe riportare in classe anche le superiori da gennaio, ma il pressing della ministra Lucia Azzolina con Movimento 5 Stelle e Italia Viva per smettere la didattica a distanza a dicembre è forte.