La comunicazione scientifica ha due grandi occhi scuri e un volto dolce. Esce ritmata come una musica dalla penna di questa pianista che la vita ha reso giornalista dopo gli studi di Conservatorio e di Filosofia. In un mix che le ha dato fama e la non comune capacità di spiegarsi anche quando gli argomenti sono ostici, il pubblico tetragono. Perché nell’armonia sta il segreto, il cuore interno, della prosa con cui Eliana Liotta si prende la briga di tradurre concetti astratti o particolarmente complessi in chiare metafore per renderli fruibili, farli capire, spiegarli.

Ed ecco così libri tradotti in tutto il mondo che affrontano argomenti “difficili” come il suo ultimo “L’età non è uguale per tutti” (La nave di Teseo). Un volume dove spiega come si fa a rimanere giovani, nel corpo e nella mente senza cedere mai a tesi bislacche o a tentazioni new age bensì con il supporto scientifico dell’Humanitas, un punto di riferimento internazionale per gli studi sul sistema immunitario.

Un lavoro che Liotta ama molto. Un punto d’arrivo fra la prosa scientifica e l’amata cultura umanistica, assorbita da ragazza in Sicilia. Ma sapere non serve se non sai porgerlo al pubblico e lei ci riesce lavorando, mediando fra il rigore e la parola, aiutata dalla metrica cioè da quella musica che è la sua seconda pelle, in uno sforzo finale di chiarezza e precisione.

Poco prima, nel ‘17, ha pubblicato “Il bene delle donne” (Rizzoli) a due mani con Paolo Veronesi: un saggio dove – per la prima volta nel nostro paese in un libro divulgativo – si esige la parità dei sessi anche per quanto riguarda la cura e le ricerche scientifiche. Un record di vendite e la consapevolezza di avere aperto un capitolo nuovo e importante per il suo sesso. Un argomento di cui non si sapeva quasi nulla e che oggi è salito agli onori della cronaca. Giornalismo di impegno civile e qualità.

Una carriera iniziata al Giornale di Sicilia quella di Eliana Liotta. Un concorso le aprì – a soli 21 anni – le porte del palazzo via Lincoln. E dopo qualche anno in Sicilia la scelta di cercare la vita altrove e più precisamente a Milano prima in un ufficio stampa musicale, poi al Giorno fino alla direzione del mensile “Ok Salute e benessere”.

Oggi Liotta – che non ha lasciato la passione per le note ed è consigliere di amministrazione del Teatro Dal Verme e vicepresidente del Teatro degli Arcimboldi, importanti realtà milanesi – ha un blog sul settimanale “Io donna” dal nome che la dice lunga. Si chiama “ Il bene che mi voglio” e invita le donne a amarsi un po’, attraverso scelte e stile di vita. Inoltre è una firma del Corriere della Sera.

“Quanto la Sicilia ha influenzato la mia formazione scientifica? Per nulla, direi. Mi viene da dire al massimo che sono nata a Siracusa come Archimede ma nulla di più. La regionalità non c’entra niente nel mio caso” racconta senza nascondere un sorriso. Il suo presente è reale, l’interesse che le ha dato il successo è successivo alla gioventù isolana. E tanto basta. “Trovo sbagliato – spiega – separare la cultura classica dalla scienza. E’ un vizio tutto italiano. Nei secoli non ha funzionato così. Una divisione artificiosa”. E prosegue: “La scienza ti può suscitare meraviglia con le sue continue scoperte. Molte volte allora per rendere comprensibili concetti difficili serve ricorrere alla metafora che è figlia invece della formazione classica. Una cosa serve all’altra”.

Mamma di due gemelli si è ambientata bene a Milano ma in Sicilia torna per vedere gli amici. Viaggi ludici, diversi da chi ha ancora la famiglia nell’isola e risulta quindi dimezzato fra il presente e i precedenti affetti. Ma tornare a Palermo? Eliana Liotta vive adesso promuovendo i suoi volumi nelle grande rete di appuntamenti e incontri che si dipanano durante tutto l’anno sulla penisola. Cortina, Pordenone, i saloni nazionali: eventi cui è necessari esserci, spesso programmati con molti mesi di anticipo. Difficile farlo dall’isola. “In una cosa – aggiunge – non sono milanese: non mi faccio stressare dagli impegni. Affronto tutto ma in modo placido, senza tensione”.