A Roma non c’è trippa per gatti. Anche il piano rifiuti varato dalla Regione Sicilia è stato bocciato senza appello al Ministero dell’Ambiente. Con delle motivazioni che consegnano ai posteri l’immagine di una Regione molto poco ferrata sull’argomento. In una relazione lunga una quarantina di pagine, Costa fa sapere che mancano “le informazioni e le analisi tecniche fondamentali per valutare la sostenibilità del piano”. E, ancora, «le conclusioni non sono mai supportate da analisi tecniche e la maggior parte dei contenuti riportati risultano inutili a tale scopo». Ma soprattutto il ministero contesta la mancata chiarezza su come la Regione vuole chiudere il ciclo dei rifiuti: “A livello programmatico importanti decisioni sono rimandate a future valutazioni e non si comprende quale sia il percorso per raggiungere alti livelli di raccolta differenziata”. Inoltre il ministero contesta le cifre sulla differenziata fornite dal governo siciliano: “I dati in possesso dell’Ispra indicano per le stesse città dati difformi”. “Nel documento di Piano – si legge nella relazione ministeriale – sovente si leggono frasi di difficile comprensione, che utilizzano terminologie e definizioni che non trovano riscontro nel dettato normativo europeo e nazionale in materia di rifiuti”. Pierobon, sul fronte opposto, ha provato a smorzare le criticità: “Stiamo approfondendo le consuete osservazioni del ministero dell’Ambiente pubblicate in questi giorni. Avevamo già avuto diverse interlocuzioni con i tecnici romani su alcuni passaggi che comunque non toccano l’impianto del piano”.

Ma per i grillini dell’Isola le valutazioni di Costa sono oro colato: “In una parola, Musumeci riesce a peggiore la situazione ereditata da Crocetta – ha spiegato Giampiero Trizzino, deputato 5S della commissione Ambiente – Non era un obiettivo semplice, ma consegnando un documento come questo, ottiene addirittura le più imbarazzanti critiche che un Ministero possa rilasciare ad una amministrazione regionale”.