La nuova sovrintendente della Foss, la Fondazione Orchestra Sinfonica siciliana, in causa con la Foss. Rischia di tramutarsi in un precedente pericoloso. Così, a seguito della scoperta fatta stamane da Repubblica, il governo Musumeci potrebbe dover rivedere la sua posizione su Ester Bonafede, dirigente dell’Udc ma soprattutto ex assessore del governo Crocetta, che già in passato incrociò il suo destino con l’Orchestra Sinfonica. Ed è a quel periodo che risalgono gli attriti.

La causa civile tra la Bonafede e la Foss nasce da una richiesta di decreto ingiuntivo dell’ex sovrintendente che lamenta di non aver ricevuto parte delle sue spettanze (pari a 20 mila euro) dall’ente. E’ la somma che la Foss non avrebbe versato perché in quel periodo la sua più alta rappresentante rivestiva l’incarico di assessore. Il Cda ha presentato ricorso contro la Bonafede e chiede in cambio 40 mila euro, comprensive di alcune somme di cui la fondazione ritiene di essere debitore. In questa cifra rientra anche l’acquisto di alcune forniture (mobili in particolare) che la Bonafede, secondo alcuni rilievi contabili, avrebbe fatto senza rispettare gli obblighi della trasparenza.

Per la politica prestata alla musica – almeno in passato – non è certo una matassa facile da sbrogliare. Potrebbe diventare in qualsiasi momento debitore o creditore rispetto alla fondazione e trovarsi a capo di essa, e quindi titolare di scelte che potrebbero riguardarla da un punto di vista giuridico. Una posizione scomoda e forse insostenibile per il governo che, alla vigilia di Natale, decise di mettere alla porta Giorgio Pace, l’ex sovrintendente, con un decreto firmato dall’assessore al Turismo Pappalardo. In precedenza era stato azzerato l’intero Consiglio d’Amministrazione, una condizione di vantaggio per rimuovere Pace. Ora è tutto da rifare, ma la nomina si preannuncia infuocata. Potrebbe dare vita a un contenzioso, e per la Bonafede sbrogliarlo sarebbe quasi impossibile.