La Galleria Regionale di Palazzo Abatellis, tra i poli museali più rinomati in Sicilia, quest’anno che Palermo è “Capitale della Cultura”, ha raggiunto dei traguardi importanti nel segno della sua palermitanità e come centro culturale attrattivo che si è aperto verso i cittadini interagendo con il territorio.

“Per i siciliani e per chi studia storia dell’arte”, afferma Evelina De Castro, oggi direttore del sito museale, diventato Polo dal 2017, nel quale opera dal 2006 come storica e ricoprendo anche vari ruoli amministrativi – “la Galleria Palazzo Abatellis è un luogo imprescindibile”.

“Possiamo ritenerci soddisfatti”, afferma la De Castro – “Palazzo Abatellis oltre alle attività ordinarie come iniziative, presentazioni di restauri, seminari a tema ed eventi espositivi, ha già avviato un importante progetto a lungo termine che intende valorizzare le opere siciliane, capisaldo del Rinascimento europeo, “Il Busto di Eleonora D’Aragona” di Francesco Laurana e l’Annunciata di Antonello Da Messina, presenti nelle esposizioni permanenti di Palazzo Abatellis. Le due opere sono già state esposte contemporaneamente in un’iniziativa intitolata “Preludio. Antonello incontra Laurana”. Per gli anni successivi l’intento è quello di mettere in risalto anche la scultura rinascimentale, di Francesco Laurana e Domenico Gagini, attraverso eventi, mostre e occasioni di studio con la produzione di volumi a stampa.

Palazzo Abatellis quest’anno ha goduto di un’attenzione particolare nell’ambito di Manifesta. Attraverso un incremento dei visitatori e grazie alle proposte di collaborazione che sono giunte dall’esterno da parte di associazioni e altri enti.

“Nell’ambito di Manifesta, l’Abatellis ha sperimentato una formula nuova che ha avuto un risconto positivo e ampio in termini di partecipazione, oltre ogni previsione”, racconta la De Castro. “Si è trattato di un workshop lungo una settimana, svolto in collaborazione con l’Accademia di Brera, nell’ambito di un cosiddetto “accordo di valorizzazione”, che il Dipartimento Regionale dei Beni Culturali da cui dipende Palazzo Abatellis ha elaborato per poter realizzare iniziative di valorizzazione”. Trenta studenti dalle accademie italiane selezionati attraverso un bando hanno lavorato sul tema del nascosto, ciò che si credeva di conoscere, il monumento. Il titolo dell’iniziativa “Hidden city”, la città nascosta, chiarisce bene il concetto. Si è considerato l’Abatellis come metafora, come specchio e sintesi di un luogo e di una città. Gli studenti hanno lavorato al tema di un museo da riconoscere, da scoprire, ciascuno seguendo un proprio tema e con il supporto degli spunti offerti nell’arco della settimana.

Una parte delle attività, “Public Programme”, è stato un ciclo di conferenze aperte, in cui artisti contemporanei, studiosi, museologici, storici dell’architettura e architetti si sono avvicendati a parlare di quello che è un unicum nel panorama siciliano: un museo ospitato in un antico edificio tardo – quattrocentesco che costudisce le collezioni d’arte medioevale e moderna allestite secondo un progetto realizzato da Carlo Scarpa, che lavorò all’adeguamento di Palazzo Abatellis a sede museale negli anni ‘53 e ‘54 e che oggi è considerato, come lo definì Walter Gropus nel ’67, “un capolavoro e un punto fondamentale nella museografia mondiale”.
“Queste iniziative hanno dato smalto a questo punto di forza di Palazzo Abatellis”, continua la De Castro – “che già si conoscevano ma che sono state il contributo della città di Palermo a quest’anno di “Capitale Italiana della Cultura”.

L’importanza è data dall’avere rimesso in evidenza il valore di opera d’arte completa di Palazzo Abatellis, con le tre componenti di palazzo storico, l’importanza delle collezioni che ospita (Antonello da Messina, Laurana, Il Trionfo della Morte, Trittico Malvagna del Mabuse, Pietro Novelli e la ricchezza delle altre collezioni) unite all’intervento di adeguamento museale curate nel ‘54 da Carlo Scarpa. Questo è oggi il valore, l’identità di Palazzo Abatellis.

Infine, Palazzo Abatellis che nella nuova dimensione amministrativa come Polo aggrega i siti museali del Museo regionale di Palazzo Mirto e il sito dell’Oratorio dei Bianchi, il Castello di Caccamo e il Villino Favaloro, che hanno una loro identità e dislocazione meno a portata di mano rispetto all’Oratorio dei Bianchi e Palazzo Mirto, che sono per le loro vicende storiche e amministrative più vicine a Palazzo Abatellis oltre che per la loro ubicazione, ha ospitato quest’anno il Premio Nazionale delle Arti, che ogni anno coinvolge gli studenti delle accademie italiane. All’Oratorio dei Bianchi, tra gli stucchi del Serpotta e nel cuore della Kalsa, l’opera monumentale è stata esaltata dalle opere scelte ed esposte dai ragazzi, oltre alla presentazione della collezione degli stucchi, che hanno fatto da cornice.

Infine, Palazzo Abatellis, nell’obiettivo di guardare all’esterno per la posizione geografica del quartiere della Kalsa in cui è situato, ha ispirato la realizzazione di numerosi interventi di street art ispirate alle opere contenute nella Galleria, come l’Annunciata di Antonello Da Messina o Il Trionfo della Morte e ne ha incentivato la realizzazione in accordo in una collaborazione con la Fondazione Federico II.