Il bello della storia è che tutti, invece di trarne indicazioni, se la dimenticano. Se la scordano anche quando ce l’hanno davanti al naso in forma di dipinto (oddìo, stai a vedere che la gente frequenta meno i musei di quanto si creda o si dica in giro). Insomma, per farla breve, qualche settimana fa Chanel ha annunciato il prossimo lancio di una linea di make up dedicata agli uomini, “Boy” (in onore dell’unico uomo che Coco Chanel amò oltre la morte, il viziatissimo Boy Capel), e il riferimento storico più lontano nel tempo di cui si sia trovata traccia nei compitini pubblicati sui media è stato David Bowie. L’esempio più citato Damiano dei Maneskin. Aspettiamo con ansia l’uscita del surreale, ma precisissimo, film sul regno di Anna d’Inghilterra, “La favorita” di Yorgos Lanthimos presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, per riportare le cose al loro posto. Gli uomini si sono sempre truccati.

Sempre, fino agli anni Trenta dell’Ottocento quando, sull’onda del perbenismo borghese e in netta cesura rispetto all’antico Regime, iniziò a portare capelli cortissimi e nessuna traccia di “rouge” sulle guance o sulle labbra. Guardate i ritratti dei sovrani francesi, degli “squires” inglesi di Gainsborough, dei beaux settecenteschi o anche proto-Ottocenteschi. Tutti truccati. Talvolta più delle donne. E questo senza perdere un’oncia di mascolinità, anzi. Sulle riviste femminili è già partito il tormentone: “Sei pronta a vedere il tuo ragazzo truccato?”. Vedrete, sarà questione di un attimo. L’unica seccatura sarà vedere quanto i tratti maschili, più netti e decisi, risaltino meglio di quelli femminili sotto matita e mascara.