“Sarà difficile
Dire tanti auguri a te
A ogni compleanno
Vai un po’ più via da me”

Quante volte mi hai sentito cantare a “Modo tuo” di Elisa e Ligabue, amore mio? A volte l’abbiamo anche cantata insieme, sempre a “modo nostro”. Stonati come due campane senza ombra di dubbio. Il tuo compleanno però non l’ho mai vissuto come un lento addio, nemmeno il tuo diciottesimo anno, quello della maggiore età, che sapevo un giorno sarebbe arrivato. Semmai ho pensato, al contrario, che ci saremmo stretti ogni giorno di più, saremmo cresciuti e invecchiati insieme. E poi ho pensato che non avrei dovuto contenderti con nessun altro uomo al mondo, un’immensa gioia per un papà. Il tuo, il nostro matrimonio ha coinciso con il giorno della tua comunione, quando ti ho accompagnata all’altare vestita di bianco, ci penso sempre. Eri senza peccato allora piccola mia, più di tutti meritevole di quel sacramento e continuerai ad esserlo per l’intera esistenza. Eppure nella nostra società, quella in cui la “vera” felicità è una soltanto, sono considerato un papà sfortunato. Chi vorrebbe diventare il papà di una figlia autistica? E invece io, amore mio, non ti scambierei per nessun’altra figlia al mondo. Così tenera ed indifesa mi hai insegnato molto più tu di quanto non sia riuscito a fare il tuo papà. Mi hai insegnato ad amare e ad essere amato, ti ho scoperta in profondità e mi hai reso migliore. È proprio come ha scritto Erich Fromm, “L’unico modo per conoscere profondamente è l’atto di amore; questo atto supera il pensiero, supera le parole. È il tuffo ardito nell’esperienza dell’unione.“

Al prossimo tuffo amore mio.
Buon compleanno Saretta.