La nuova mossa del Pd per mettere all’angolo i Cinque Stelle e far nascere questo benedetto governo giallorosso, si chiamava Roberto Fico, attuale presidente della Camera. Sarebbe lui, stando alle ultime indiscrezioni, il preferito di Nicola Zingaretti, che non vuole piegarsi al diktat di Di Maio sulla riconferma di Giuseppe Conte. Da subito i “dem” hanno chiesto un segnale di discontinuità rispetto ai gialloverdi, cioè un nuovo presidente del Consiglio. Attenzione, però: deve essere di gradimento, appetibile per gli iscritti alla piattaforma Rousseau. I vari Enrico Giovannini, ministro del Lavoro col governo Letta, e Massimo Bray, sono fuori dagli schemi del Movimento. Mentre Roberto Fico, grillino della prima ora, molto vicino ai temi di “sinistra”, anti-leghista per antonomasia, avrebbe potuto potuto convincere la base, nonostante rappresentasse un’insidia per le aspirazioni di Luigi Di Maio. Niente pericoli, però, per il capo politico del M5S. Una nota giunta da Montecitorio zittisce i rumors e conferma che Roberto Fico “ricopre l’incarico di presidente della Camera dei deputati” e “intende responsabilmente dare continuità al suo ruolo”. Resta in campo Conte. O lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate.