Con quattordici giorni di ritardo rispetto alla scadenza dell’esercizio provvisorio, e al termine di una ulteriore maratona di quattro ore, sono stati approvati la Finanziaria e il Bilancio di previsione. L’Ars, alla mezzanotte di ieri, ha dato il via libera ai tre maxi emendamenti proposti dai gruppi di maggioranza, da quelli di opposizione e dal governo, depurati da tutte le norme che erano state già stralciate dal testo base. La Finanziaria, che vale 831 milioni complessivi, è stata approvata con 22 voti favorevoli e 10 contrari (ma numerose astensioni da parte dei deputati di Forza Italia e Lega). Il Bilancio, che mobilita risorse per 20 miliardi (Armao dixit), ha ottenuto il via libera con 29 voti a favore. Assente anche il presidente della Regione, Nello Musumeci, che nel corso della macelleria parlamentare si è recato al Forum Ambrosetti, a Sorrento (con foto di rito pubblicata sui social dal suo segretario particolare, Marco Intravaia).

Musumeci e Intravaia in treno

Tra le proposte accolte dal parlamento c’è quella che prevede l’assunzione di una quindicina di assistenti parlamentari al servizio dei gruppi (“a condizione che non vi siano oneri aggiuntivi per il bilancio”). Entrati per chiamata diretta, rischiavano di veder esaurire il proprio incarico al termine della legislatura. Alcuni di loro, senza transitare da un concorso pubblico, verranno iscritti a un albo specifico, purché in possesso di alcuni requisiti: in primis, un rapporto di lavoro subordinato con contratto a tempo indeterminato con gruppi parlamentari o presso le segreterie particolari dei componenti del Consiglio di presidenza. Della norma si era lamentato il Cinque Stelle Luigi Sunseri, che aveva parlato di “gente scelta personalmente dall’onorevole di turno, individuata senza alcun concorso pubblico, che percorre una corsia preferenziale per ottenere l’assunzione in Assemblea. Insomma, uno schiaffo in pieno viso alla meritocrazia, alla trasparenza, ai concorsi pubblici, ai giovani siciliani che non hanno intenzione di abbandonare questa terra e che combattono con le proprie forze ogni giorno, che studiano e che dedicano anima e corpo alla propria formazione e che non hanno come un’unica ambizione l’ottenimento di un favore politico”.

Il presidente Micciché, prima di entrare nel cuore della votazione, è stato costretto a stralciare tutti i commi che riprendevano articoli già bocciati dall’aula o stralciati dal testo base, ad esempio quello ispirato da Armao che apriva a nuove assunzioni nelle partecipate, allo scopo di evitare il ricorso agli interinali (vedi scandalo Ast). O la proposta di anticipare 10 milioni al Cas, consorzio autostrade siciliane. Dal ‘maxi gov’ – il maxi emendamento del governo – sono state cassate 23 norme sulle 72 complessive. Mentre si è rimediato in extremis all’assenza della copertura finanziaria relativa ai commi previsti dalla maggioranza, rispetto ai quali l’opposizione si è sganciata proponendo un proprio testo, composto da 50 commi, e anch’esso approvato.

Il Movimento 5 Stelle, con un intervento di Valentina Zafarana, ha previsto lo stanziamento di 200 mila euro per i disabili gravissimi che usano apparecchiature elettromedicali per le proprie cure; e altri 200 mila euro per gli incentivi a sostegno di chi acquista auto elettriche. Ma ha anche fatto istituire i Distretti del Commercio, grazie ai quali sarà possibile investire sia sulle attività nelle aree già a forte vocazione commerciale, sia sull’insediamento di nuovi esercizi in aree degradate che possono essere recuperate attraverso una fruizione commerciale; le Strutture Abitative Riabilitative (ST.A.R.), cioè un modello innovativo di “abitare” terapeutico, che si esplica in moduli che possono ospitare fino a un massimo di 8 posti letto, per ospiti che svolgono un percorso di riabilitazione psichiatrica; un tavolo tecnico per la tutela dei diritti dei minori; e la banca dei capelli (500 mila euro appostati, oltre a un contributo individuale da 300 euro alle donne affette da patologie oncologiche o alopecia per l’acquisto di parrucche).

Inoltre sono stati stanziati ulteriori 500.000 euro, oltre a quelli già previsti dal Bilancio regionale, in favore degli enti che gestiscono le riserve naturali in Sicilia. Grazie a un intervento di Sunseri, infine, sono stati sbloccati tre milioni di euro per le edicole: “L’atto rimedia – spiega Sunseri – ad una discriminazione subita dagli edicolanti che attendono da due anni una misura di sostegno economico. L’emendamento ‘sblocca-milioni’ consentirà a tutte le edicole di rientrare nella misura senza dover dimostrare il requisito della perdita di fatturato”.

Attiva Sicilia, assieme a Rosanna Cannata (FdI) e Stefano Zito (M5s) incassa sostegni per 500 mila euro ai Carnevali storici. In particolare, viene riconosciuta l’identità storica e culturale dei progetti di Acireale, Avola, Castellana Sicula, Misterbianco, Palazzolo Acreide e Sciacca. Ma anche un assegno da dieci milioni per il comparto della pesca messo in crisi dal caro gasolio. Centomila euro, su proposta del grillino Pasqua, vanno all’Arpa per la realizzazione di un software per analizzare ed elaborare i dati della rete di monitoraggio delle zone industriali. Passa la proposta del dem Michele Catanzaro, che ha fatto destinare 470 mila euro al comune di Realmonte per la riqualificazione e ristrutturazione del campo sportivo.

Il Pd alla fine ha votato contro quella che il capogruppo, Giuseppe Lupo, considera una “finanziaria inutile di un governo inutile”. “Ci siamo battuti – aggiunge – per difendere i diritti dei più deboli, dei disabili, per difendere le attività ed i bilanci dei Comuni ed il futuro e lo sviluppo delle imprese e del lavoro. Il presidente Musumeci ha disertato i lavori d’Aula, se non per qualche ora. Un ulteriore atto di disprezzo nei confronti del Parlamento, ma forse è stato meglio così. Se fosse stato presente – conclude Lupo – sarebbe stato anche peggio”.

Sugli stessi toni Anthony Barbagallo, segretario dem: “Questa Finanziaria finisce come era iniziata: con la sedia vuota del governatore. Una sedia che Musumeci, a dire il vero, ha scaldato qualche ora, giusto in tempo per vedere il governo andare sotto quando è stata demolita la sua visione turistica che ha raccolto solo 11 voti favorevoli e quella culturale con 12. Non è questa la Finanziaria che serviva ai siciliani, una manovra che, per la prima volta nella storia, non è passata dalla commissioni di merito. Un altro triste record, negativo, che rappresenta una macchia indelebile che non potrà essere dimenticata. Ci aspettavamo una risposta vera per gli Asu ma nemmeno un euro speso o accantonato per questa categoria di lavoratori (bocciati tutti e 3 gli emendamenti del PD). Bocciate anche le norme che riguardavano l’inquadramento dei precari della Protezione civile (3 milioni) e quelle per inquadramento e progressione di carriera per il personale delle categorie A e B della Regione Siciliana”.

Il M5s, nel resoconto complessivo, parla di “brutto congedo di un governo pessimo. L’ultima finanziaria di questo disastroso governo è andata in porto solo grazie al lavoro delle opposizioni, che, dopo che le commissioni sono state esautorate, hanno parlamentarizzato i lavori, riuscendo ad incidere notevolmente e portando a casa buoni risultati per i siciliani. Le inefficienze del governo e di un Musumeci colpevolmente assente, comunque, non hanno permesso di dare tutte le risposte che aspettavano i cittadini. Una delle poche note liete è che questa finanziaria è l’ultima a cui mette mano Musumeci”.