Dopo 43 anni l’Ars ha partorito una nuova legge sulla Formazione Professionale. E’ stata approvata ieri a palazzo dei Normanni con l’ok di Pd, Italia Viva (lo sponsor principale era il presidente della commissione cultura Luca Sammartino) e Movimento 5 Stelle, oltre che della maggioranza. Alcune norme garantiscono il personale: i nuovi formatori dovranno essere laureati per legge. Entro 180 giorni sarà istituito dall’assessore Lagalla un registro dei formatori per chi è assunto o contrattualizzato da un ente. Vi faranno parte gli 8 mila formatori storici inseriti già nell’albo, che andrà in esaurimento nel 2030 (è stato prorogato di dieci anni). Poi verrà depurato dai soggetti non più interessati o da quelli che svolgono altri lavoratori. Per restare in lista bisognerà partecipare a dei corsi di aggiornamento Me le novità più importanti riguardano gli studenti, che al termine del corso otterranno una qualifica da poter spendere in Europa. Durante gli studi, invece, saranno sostenuti dai voucher per pagarsi le spese. Resta in piedi il sistema dell’accreditamento per gli enti e il catalogo dell’offerta formativa. Inoltre la legge promuove lo sviluppo di reti con le imprese. “Attorno al disegno di legge si è sviluppato un consenso diffuso che ha consentito ai deputati di fare facilmente una scelta – ha detto l’assessore alla Formazione e all’Istruzione, Roberto Lagalla – È un fatto importante per il governo che ha operato insieme alla commissione e viceversa. È una pagina di politica parlamentare importante. La legge dà al governo uno strumento di coordinazione del mondo della Formazione secondo regole più moderne e competitive”. Un’ultima novità riguarda la divisione del dipartimento dell’Istruzione da quello della Formazione. L’Ars ha impegnato 200 mila euro per la nomina di un nuovo dirigente.