Franco Battiato non è mai andato via. E adesso, forse un po’ a sorpresa, si riprende la scena. Dopo due anni d’assenza, per vicissitudini di salute che avevano fatto temere il peggio, il maestro di Riposto ha lanciato un paio di giorni fa, su negozi e piattaforme digitali, in versione cd o doppio lp, il nuovo disco: si intitola “Torneremo ancora”. Data d’uscita il 18 ottobre, ma è già possibile ordinarlo su https://SMI.Ink.to/TorneremoAncora.

“Torneremo ancora” è anche il titolo del singolo, l’unico inedito di una collana che conta altri 14 capolavori estratti dal miglior archivio della casa. Si tratta di brani storici – da fine anni Settanta ai nostri tempi – che sono stati registrati in occasione di una tournée in cui il maestro si fece accompagnare dalla Royal Philarmonic Concert Orchestra diretta da Carlo Guaitoli, quando il nuovo progetto musicale era già lì, che svolazzava dietro l’angolo. La Royal Philarmonic è tra le orchestre più richieste e ha collaborato con vere icone della cultura pop, come Burt Bacharach, Tina Turner, Henry Mancini, Liza Minnelli, Sting e Stevie Wonder e grandi nomi della musica lirica, come José Carreras e Luciano Pavarotti.

Nel nuovo disco trovano spazio alcuni dei brani che hanno segnato il panorama pop/mistico di Battiato: da “L’era del cinghiale bianco” del 1979, che segna la svolta newpop del cantautore siciliano dopo i primi album di ricerca, a “Prospettiva Nevsky”. E poi ancora “L’animale” e “I treni di Tozeur”, “E ti vengo a cercare”. Dagli anni ’90 Battiato importa la magia di “Come un cammello in una grondaia”, passando per “Lode all’indiavolato” e “La cura”. Fino ai capolavori di questo millennio, come “Tiepido aprile” e “Le nostre anime”.

C’è tutto il meglio di una carriera in cui Battiato, grazie alla creazione di un linguaggio unico, a tratti irripetibile, ha affascinato generazioni. Le ha sedotte man mano, allontanandosi dalla routine e dalla quotidianità. Abbracciando, semmai, uno stile nuovo in cui si affida al caos e lo riordina a proprio piacimento. Sconfinando spesso nel mistico e nell’imperscrutabile. Battiato è uno dei pochissimi autori che ha fatto dell’esperimento la logica del suo lavoro. Dagli esordi in un programma tv, ospite di Giorgio Gaber e Caterina Caselli, ha introdotto un mood che è diventato il proprio: dalla canzone di protesta al rock progressivo, la continua forza di cambiare per non rimanere mai uguale a prima. E’ questo che lo ha portato fin qui. Fino a “Torneremo ancora”.