Oltre ai cantieri lumaca, ci si mettono pure frane e inondazioni improvvise. Rallentamenti a macchia di leopardo. Più isole nell’Isola, per l’ira di automobilisti e autotrasportatori. Ma in questi giorni di festa, chi ha patito le pene dell’inferno per tornare a casa sono i pendolari. Quelli che, ad esempio, percorrendo la A19 dovevano finire la loro corsa a Catania, Siracusa o Ragusa. L’interruzione sul viadotto Cannatello, fra Resuttano e Ponte Cinque Archi, ha costretto a un’interruzione in autostrada. Non è la prima volta: era successo nello scorso autunno, ma l’Anas non ha provveduto a far rispettare l’interdizione ai mezzi superiori a 30 tonnellate. Così la questione si è riproposta e rischia di andare avanti chissà per quanto.

L’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, attende novità al rientro dalle feste. I tir e i mezzi pesanti, nel frattempo, sono stati smistati nelle trazzere dell’entroterra, costretti ad attraversare i centri abitati di Resuttano e Santa Caterina Villarmosa. Hanno allungato il tragitto di un’ora e mezza. Gli Ast, che solitamente ci mettono 3h45’ per viaggiare da Palermo a Ragusa, hanno scelto di aggirare l’ostacolo passando da Agrigento: ora ce ne mettono cinque per percorrere meno di 300 chilometri. Non che sul resto dell’A19 la situazione sia brillante: a Scillato, da cinque anni, sono senza il ponte Himera, dove proseguono i lavori di ripristino (doveva riaprire nel settembre scorso). All’imbocco dell’autostrada nei pressi di Caltanissetta, i restringimenti non si contano. E anche sul versante opposto, lungo la Catania-Messina, resiste la frana di Letojanni, anch’essa risalente al 2015 (era ottobre). Ma quest’anno la Regione ha finalmente affidato i lavori.

Va male, malissimo, sulle strade di competenza dello Stato (anche se il governo nazionale ha appena annunciato di aver ufficializzato un commissario per la viabilità secondaria). I lavori sulla Palermo-Agrigento sono cominciati nel 2014 e non si sono ancora conclusi. La concessionaria è la Cmc, la stessa della Agrigento-Caltanissetta, dove un po’ di mesi fa venne il premier Giuseppe Conte a dare uno sguardo e constatare l’immobilismo dei cantieri. L’alternativa è la ferrovia, ma anche lì problemi. Ieri l’ultimo “guasto” ha riguardato cento metri di binari fra Brolo e Capo d’Orlando, nel Messinese. Tutto interrotto a causa di una mareggiata che ha sommerso la linea, con i passeggeri costretti a ricorrere agli autobus sostitutivi. Un altro calvario.