A Palermo restano per strada 400 tonnellate di rifiuti al giorno. Specie da quando un focolaio ha dimezzato (sic!) la Rap, cioè la società della nettezza urbana. In realtà sono “appena” diciotto gli operai positivi al Covid su circa 1.700 dipendenti. Ma tanto per basta per mandare in tilt il sistema. Anche il presidente, Giuseppe Norata, è in isolamento. Tra contagi e conseguente quarantena preventiva di alcuni colleghi dei positivi, a cui si aggiungono gli assenti per malattia e per la legge 104, la forza lavoro è diminuita di circa il 40%. La ditta aveva chiesto una mano all’esercito, ma la prefettura ha già stoppato tutto: meglio riorganizzare i turni e affidarsi agli esterni. Il risultato è il seguente: cassonetti pieni, cestini mai svuotati e rifiuti ingombranti sui marciapiedi. Oltre a una perdita annunciata di 7 mila euro al giorno per fronteggiare l’emergenza. Lo scenario è il solito, l’allerta è massima. In tutto questo, però, cosa fa il comandante in capo?

Leoluca Orlando è impegnato da settimane sul fronte della mobilità. E il suo delegato, Giusto Catania, è sotto scacco. L’ultima sembra averla combinata all’altezza di via Boris Giuliano, nei pressi di Villa Sperlinga, dove la pista ciclabile procede a zig zag per evitare le grosse radici degli alberi che sbucano da terra e rovinano l’asfalto. Creando ovviamente delle situazioni di pericolo per chi la frequenta. Quello che collega la via Principe di Villafranca e viale Praga è un esperimento di quattro chilometri – doppia corsia a sinistra per le bici, stalli al centro e carreggiata ridotta per le automobili – che rende tutto più complicato. Ma Catania esige pazienza: “State commentando un cantiere – ha scritto su Facebook l’assessore, rendendosi disponibile a un confronto – Comprereste un’automobile quando si conosce solo la forma della scocca?”.

Passi per l’esperimento. Ma non è possibile che a distanza di anni, e dopo vergogne ataviche, non si riesca a regolare il traffico… dei rifiuti. La discarica esausta di Bellolampo, i buchi di bilancio della Rap, la monnezza per strada, imporrebbero al sindaco quanto meno di parlarne, fissare delle priorità (altro che esperimenti), provare a risolvere. Invece niente. E’ Rap a informare che “sono, tuttora, in corso indagini di mercato per incrementare il numero di equipaggi per coprire le carenze di organico dovute a malattia”. E’ Rap ad ammettere che “gli itinerari dove si riscontrano maggiori criticità ricadono lato Sud della Città”, e che tuttavia anche nella parte Nord i problemi esistono anche se “meno evidenti” e “a macchia di leopardo”. La Rap fa e disfa. Il sindaco non si pronuncia. Mettere la faccia sulla monnezza non conviene. Meglio tenere il conto dei tamponi effettuati dalla Regione o buttarsi sulle ciclabili. Investimenti per un futuro che non ha basi su cui poggiare.

Il M5s: “Occhio alla bomba Bellolampo”

“Comprendiamo le difficoltà dettate dall’emergenza Covid, ma è dovere di un’amministrazione trovare, e in tempi accettabili, le dovute soluzioni, come la temporanea riorganizzazione del personale della Rap. Di certo non si può convivere con le strade invase dall’immondizia e dagli ingombranti, sui quali l’amministrazione Orlando sembra avere innalzato definitivamente bandiera bianca”. Lo affermano i deputati M5s all’Ars, Giampiero Trizzino e Roberta Schillaci. “Purtroppo, bisogna dirlo – continuano i due parlamentari – le strade ricolme di rifiuti a Palermo non sono una novità, anche a causa della mancata pianificazione. A tal proposito ci farebbe piacere sapere da Musumeci a che punto è la realizzazione della settima vasca di Bellolampo, che doveva essere pronta un anno e mezzo fa. E intanto si stia attenti alla bomba che rischia di esplodere nella discarica palermitana, dove sono ammassate, contro ogni regola, montagne di rifiuti in attesa di trattamento negli impianti di compostaggio”.

“La situazione a Bellolampo – afferma il capogruppo M5S al consiglio comunale di Palermo, Antonino Randazzo – è veramente preoccupante. Personalmente, nel corso di un’ispezione, ho potuto vedere una montagna di rifiuti nelle aree esterne all’impianto Tmb in attesa di lavorazione. Per questo ho scritto a Noe e Arpa per sollecitare verifiche ed accertamenti”.