Per quelli del Movimento 5 Stelle è quasi una fissazione: dove sono finiti i soldi della Finanziaria? Se ne parla da maggio, per lo più sulla stampa. Alla riapertura di Palazzo dei Normanni, però, Giorgio Pasqua ha incalzato il governo durante la prima conferenza dei capigruppo: “Sono stato l’unico a sollecitare questa situazione – ammette il deputato di Priolo –, e ci siamo offerti di collaborare. Sono passati quattro mesi e una settimana da quando abbiamo approvato la Legge di Stabilità che avrebbe dovuto salvare la Sicilia e i siciliani dagli effetti del Coronavirus. E ancora non abbiamo visto un centesimo”. L’assessore Cordaro, a nome dell’esecutivo, ha anticipato che Armao, martedì prossimo, terrà una relazione a Sala d’Ercole. “Il tutto senza contraddittorio – obietta Pasqua –. Armao si limiterà a dire quanto sono belli e bravi. Ma il governo non accetta che gli sia rinfacciato qualcosa”.

Manca trasparenza?

“No. Si chiama incapacità. E’ notizia degli ultimi giorni che stiano preparando una task force coi dipendenti di tutti i dipartimenti per poter provvedere allo sblocco dei fondi europei. E’ lecito chiedersi perché non ci abbiano pensato prima. Quattro mesi è un tempo biblico, clamoroso. La pezza è peggio del buco”.

Cosa vi ha detto Cordaro?

“Cose che già sapevamo. Gli unici soldi disponibili, che sarebbero stati già sbloccati, sono 400 milioni. La Legge di Stabilità valeva 1,6 miliardi, di cui 200 milioni nella disponibilità del bilancio regionale. Il resto sono risorse da riprogrammare. Manca all’appello un miliardo”.

La prima tranche prevede aiuti per le imprese e i lavoratori in difficoltà, per favorire la riapertura delle scuole e dare ristoro agli operatori turistici. Almeno le priorità sono state centrate?

“Noi avevamo chiesto di mettere tutte le risorse disponibili su questa Finanziaria, compreso il personale che avrebbe dovuto rimodulare ed erogare le somme. Abbiamo tenuto un comportamento correttissimo in aula, perché eravamo consapevoli che di fronte a una crisi bisognasse garantire almeno l’ossigeno. Ma sono comunque riusciti ad arrivare con un ritardo spaventoso. Gli operatori turistici hanno subito una contrazione di un terzo delle presenze e a fine stagione, alcuni di loro, non sapranno se continuare o meno. Questo è gravissimo. Se i 75 milioni, sotto forma di voucher, fossero arrivati prima, avrebbero garantito un minimo di ristoro. E invece niente… Cordaro ci ha detto che i primi soldi andranno alle attività produttive, ma a me viene un altro dubbio”.

Quale?

“Se i primi 400 milioni sono stati “sbloccati” dopo quattro mesi, quanti ce ne vorranno per liquidare i 300 a disposizione dei Comuni? Fanno parte della seconda tranche. Vogliamo fare passare l’anno e portarli al dissesto?”.

A parziale consolazione, il dipartimento alle Attività produttive ha annunciato che entro 15 giorni il primo bando rivolto alle imprese con meno di dieci dipendenti (in palio 128,5 milioni), verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale.

“Ma poi assegneranno le somme con un click day. E noi siamo fortemente critici con questo modo di operare. Chi sta a Palermo, ed è vicino a un nodo web importante, avrà una connessione molto più veloce rispetto a chi vive nelle Madonie o nell’hinterland siciliano. Questi non avranno alcuna possibilità di accedere alle misure. Trovo che sia assurdo. Il click day è una spada di Damocle che finirà per favorire i soliti noti”.

L’emergenza sanitaria, a Lampedusa, c’è stata oppure no? Sembra che l’abbiate ammesso anche voi…

“C’è stata. Ma il governo Musumeci, con cui siamo in disaccordo su tutto, è arrivato tardi anche stavolta. Riteniamo che su Lampedusa, e non soltanto lì, ci sia stato un grosso problema di organizzazione. Riguarda anche Porto Empedocle: sa che i migranti venivano “posteggiati” in un tendone, a 50 gradi e con un solo bagno, a venti metri dal centro cittadino? Bisognava attivarsi prima”.

Anche voi avete puntato il dito contro la ministra Lamorgese. Non si può dare sempre la colpa a Musumeci, o no?

“Abbiamo scritto quel comunicato per tutelare le popolazioni di Lampedusa, Siculiana, Caltanissetta, Pozzallo, Augusta: le città che vivono questo dramma e dove si rischiano le tensioni sociali. E sì, anche il Ministro dell’Interno ha peccato in termini di organizzazione. Resta il fatto che l’ordinanza di Musumeci è stata un’arma di distrazione di massa, un’aberrazione giuridica. Possibile che con tutti gli avvocati che fanno parte dell’esecutivo, nessuno gli abbia suggerito di correggerla? Sappiamo tutti che, dopo il lockdown, la vera crisi è quella economica. Il governo, anziché coprire la vera emergenza, dovrebbe occuparsene”.

Gli ex deputati regionali del Movimento 5 Stelle, passati ad Attiva Sicilia, voteranno ‘no’ al referendum sul taglio dei parlamentari. Perché, secondo lei?

“Il perché è incomprensibile e andrebbe chiesto a loro. Posso solo fare delle ipotesi: molti rappresentanti che vivono di politica in maniera spicciola – i vari Casini, Bonino, eccetera – sono affascinati dalle poltrone ricoperte d’oro, e si appellano allo “stupro della democrazia” perché sanno che con un numero di seggi inferiori sarà difficile rientrare in parlamento. Io invece resto un fermo sostenitore del limite dei due mandati”.

Il “taglio” determinerà una minore rappresentanza anche nell’Isola. Si passerebbe da 77 a 48 parlamentari, uno ogni 160 mila abitanti. Non la preoccupa?

“No, perché sarebbe un taglio proporzionale rispetto al resto d’Italia. La rappresentatività non viene alterata. Mi piace ricordare ciò che diceva Nilde Iotti, compagna di Togliatti, nell’84. Cioè che al tempo della Costituente “c’era la necessità di ristabilire un rapporto del tutto democratico con la società”. Poi, con la nascita dei consigli regionali, provinciali e comunali, la società e la democrazia apparivano molto più articolate, per cui il numero dei parlamentari era diventato “davvero troppo alto”. Rispetto al 1984, anno in cui la Iotti pronunciava quelle parole, ci siamo ulteriormente evoluti. Abbiamo trascorso gli ultimi sei mesi in videoconferenza. Ecco perché un numero così alto di parlamentari è ingiustificabile”.

Pd e Cinque Stelle si muovono insieme in alcuni dei comuni chiamati al voto per le Amministrative: Termini e Barcellona. Sarà così anche in futuro?

“Questo percorso necessita di step e attente valutazioni. E non può non prescindere dal coinvolgimento dei cittadini. La bellezza del Movimento è poter chiamare a raccolta le persone per votare sulla piattaforma Rousseau. Ci stiamo avviando verso gli Stati Generali del M5s, in cui verranno definiti i primi passaggi. Apriremo una discussione e valuteremo anche questi esperimenti. Ma pensare che ci sia già un’alleanza precostituita da qui alle prossime elezioni Regionali, assolutamente no”.