La sfida è fra musumeciani e schifaniani. L’assessore all’Economia Marco Falcone ha già deciso di iscriversi al primo partito. Lo dimostrano le ultime dichiarazioni sull’utilizzo dei fondi Fsc, al centro di un contenzioso all’interno della stessa maggioranza. Schifani, che ieri è volato a Roma da Fitto per una photo opportunity, vorrebbe fare tabula rasa dei progetti lasciati in eredità dal suo predecessore. Che secondo Falcone, invece, andrebbero immediatamente recuperati.

“Come usare al meglio i fondi Fsc? Finanziando progetti cantierabili, legati alle reali esigenze di territorio e cittadini, perché dobbiamo aumentare gli investimenti della Regione e far crescere la qualità della vita in Sicilia – ha detto Falcone all’Ansa -. In questo senso siamo già pronti: la Regione ha già in pancia decine di progetti già cantierabili, una programmazione chiavi in mano che tornerà utile per non sprecare tempo e aprire subito decine di cantieri in tutte le province”.

L’assessore, che qualche mese è stato spogliato da Schifani della delega alla Programmazione e che gli fa concorrenza anche all’interno del partito (sarà candidato alle Europee, ma sul fronte Tajani) insiste che “investire su progetti cantierabili non è solo di un’esigenza di sviluppo ma è anche l’impegno che la Sicilia ha assunto nei confronti dello Stato e che dobbiamo mantenere per continuare ad abbattere il disavanzo della Regione. Il presidente Schifani ha meritoriamente ottenuto una riforma dell’accordo Stato -Regione che ci libera da tanti vincoli, ma ci chiede anche di velocizzare e incrementare del 3 per cento gli investimenti pubblici. Cioè di spendere bene e a stretto giro le risorse esterne al nostro bilancio, come gli Fsc o i fondi dall’Unione Europea”.

Venerdì, un confronto definito “lungo e intenso” si è celebrato a Roma tra il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, e il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, sull’impostazione del prossimo accordo che assegnerà all’Isola risorse per 6,8 miliardi di euro del Fondo di sviluppo e coesione. Al netto di 1,3 miliardi di euro già previsti dalla legge per il ponte sullo Stretto di Messina, e degli altri 800 milioni per la realizzazione dei termovalorizzatori, le risorse “saranno destinate a investimenti infrastrutturali significativi e strategici nei settori dei trasporti, dell’ambiente e a valorizzare la quota di finanziamenti europei”.

La Regione, nei prossimi giorni, definirà compiutamente la propria proposta, e la sottoporrà nel più breve tempo possibile ai previsti pareri parlamentari e, successivamente, al confronto con le amministrazioni centrali. Un percorso che consente di disegnare la programmazione delle risorse Fsc destinate alla Sicilia in coerenza con il nuovo assetto ordinamentale introdotto con il decreto “Sud e Coesione”, che prevede un processo di condivisione tra governo regionale e quello centrale. “Stiamo lavorando insieme – hanno dichiarato il ministro Fitto e il presidente Schifani – per assicurare la rapida conclusione della fase di programmazione delle risorse e avviare così la realizzazione di interventi strategici per il territorio siciliano”.