Visto che l’hanno messa sul piano della disputa, il risultato finale è: Amici della Musica vincono sull’Orchestra Sinfonica Siciliana. Il Comune di Palermo ha fatto la voce grossa e, oggi pomeriggio, alla fine di un vertice cui hanno partecipato il presidente della Regione Nello Musumeci (che aveva già preannunciato di voler  dirimere la questione), l’assessore regionale al Turismo Manlio Messina, il sovrintendente della Foss Antonio Marcellino e il membro del cda di via Turati Marco Intravaia e, dall’altra parte del tavolo, il sindaco Leoluca Orlando e il vicesindaco Fabio Giambrone, oltre che ovviamente il presidente della quasi centenaria associazione musicale Milena Mangalaviti e quello della Sinfonica Stefano Santoro, gli Amici della Musica l’hanno spuntata.

Ai fatti: gli Amici della Musica potranno usufruire del Politeama Garibaldi (di proprietà comunale ma sede storica della Sinfonica, concessa in uso alla Fondazione da Palazzo delle Aquile) per 40 giorni l’anno, come stabilito dalla vecchia convenzione. Una “sconfitta” per l’avvocato Santoro che aveva negato l’uso della sala all’associazione di via IV Aprile, nonostante fosse stata preventivamente prenotata in calendario, che avrebbe dovuto ospitarvi ieri pomeriggio il concerto del Quartetto di Mosca (con la partecipazione del clarinettista Alessandro Travaglini e del pianista Bruno Canino). Niente da fare: il Politeama era stato impegnato per un convegno medico (la Foss può affittarlo anche per eventi non di spettacolo). Dunque, concerto annullato. Da qui accuse e polemiche tra due fra le istituzioni di maggiore prestigio cuturale della città.

Si svolgerà dunque regolarmente al Politeama il prossimo concerto degli “Amici”, lunedì 2 dicembre alle 21,15, con musiche di Astor Piazzolla eseguite dall’Orchestra Femminile del Mediterraneo e Alessandro Quarta al violino diretti da Antonella De Angelis.

La notizia dello “sfratto” pur se momentaneo degli Amici della Musica aveva fatto scalpore in città e parlare di bracci di ferro e di vittorie e di sconfitte fa comunque male al cuore. Anche perché la storia dell’associazione musicale fondata dall’avvocato Trasselli negli anni Venti del secolo scorso, irradiatasi poi da Palermo ad altri centri siciliani, è sempre stata una storia di richieste di ospitalità. Previo esborsi più o meno cospicui, le stagioni degli Amici della Musica sono state accolte dal Teatro Biondo (per decenni), dal Massimo, dal Politeama per l’appunto, nell’Auditorium del Santissimo Salvatore, al Golden. Per stagioni e stagioni, poi, l’associazione ha omaggiato proprio l’Orchestra Sinfonica facendole inaugurare i propri cartelloni, chiamando sul podio illustri bacchette e al piano o al violino solisti superstar.

Una sforzo di memoria o un ripasso della storia musicale di Palermo avrebbe poi dovuto far ricordare ai dirigenti dell’Orchestra Sinfonica Siciliana che anche la gloriosa istituzione che presiedono è stata apolide. Che fine fece infatti la Sinfonica – allora ente autonomo – quando il Politeama diventò, dal 1974 e per lunghissimi 23 anni, la “casa della lirica” a Palermo? Dove trascorse la storica formazione i suoi quasi cinque lustri di nomadismo quando progettisti, architetti, burocrati, finanziatori si asserragliarono dentro il teatro di Basile in piazza Verdi facendone un mausoleo vuoto, una tomba di silenzio? La Sinfonica vagò, bussando a più porte, da quella del teatro parrocchiale del Don Orione a quella del cinema-teatro Golden. Quando il Massimo tornò, prima alla bell’e meglio, poi con aristocratica dignità, nella sua sede ricca di stucchi e velluti, anche la Sinfonica tornò in quella che era stata la sua “casa”, il Politeama.

Da anni la Foss affitta il Politeama (5000 euro a volta) a chi voglia farne uso. L’intera struttura o parti di essa. Pare che finora sia quasi sempre stata la Regione (da cui la Fondazione dipende) a “suggerire” l’agenda delle manifestazioni e la lista degli ospiti. Per amicizie personali e sodalità politiche sembra anche che la Fondazione ci abbia rimesso parecchi quattrini (l’unico a pagare con puntualità sarebbe stato Matteo Renzi comiziante all’inizio e alla fine della campagna referendaria che, come si sa, gli andò a finire maluccio).

La Sinfonica avrebbe addotto per il suo «no» attraverso il suo presidente Santoro motivi di debiti non saldati (671 mila euro) e di convenzione scaduta da rinnovare. Dal canto suo, la Mangalaviti, presidente degli “Amici”, dopo lo stop al concerto di ieri, aveva parlato di danno alla città e di cattivo utilizzo della sala. Nel gioco delle parti sono dunque dovuti intervenire il proprietario del Politeama, il Comune, e la Regione.

Stridii di strumenti non accordati, piccole logiche di potere, scaramucce politico-burocratiche lontani anni luce dalla ragioni dell’Arte: un concerto stonato solo per le orecchie degli spettatori. E un silenzio assordante (tranne che per un intervento di Ignazio Garsia, presidente del Brass Group) da parte dei musicanti di Palermo, per primi gli stessi professori della Sinfonica (che, ci dicono, hanno solidarizzato però in privato con gli “Amici” coinquilini). Brutto spettacolo, ancora una volta, dalle parti di via Turati, dopo quelli offerti lo scorso anno con la contradanza di sovrintendenze attribuite e poi revocate, di accuse, di ricatti politici, di richieste di risarcimento ad ex sovrintendenti, di cause pendenti di ex dirigenti. In una città sempre più amica delle poltrone e nemica di se stessa.