Mettiamola così: leggiamo insieme i passaggi più importanti di questa riflessione su Manzoni (in occasione dei 150 anni dalla morte), tenendo per qualche istante nascosto il protagonista e il momento storico. Dell’autore, cattolico certo non con le idee di Pio nono, si sottolinea come particolarmente feconda la visione incentrata sul valore della persona: la persona, destinataria di diritti in quanto tale e non perché appartenente “a un gruppo etnico o a una comunità nazionale”. Concetti nei quali si può “scorgere” un’anticipazione dell’impianto valoriale della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo, posta “alla base della nostra Costituzione”, anch’essa feconda e attuale: la libertà, l’uguaglianza, una concezione dei diritti che “sbarra la strada a nefaste concezioni di supremazia basate sulla razza, sull’appartenenza e, in definitiva, sulla sopraffazione”. Su queste basi il discorso manzoniano si allarga al diritto internazionale, “dove si ritrova una critica lucida e serrata al nazionalismo esasperato” che alimenta odi e conflitti. Continua sull’Huffington Post