Al riparo dei gazebo, è cominciata la lunga estate della Lega (e del partito radicale) per riformare la giustizia italiana. Una proposta da sostenere attraverso l’indizione di un referendum, per cui servono 500 mila firme. “La pacifica rivoluzione” di Salvini, come è stata ribattezzata dall’ex Ministro dell’Interno, potrà “fare, dopo 30 anni, quello che non ha fatto la politica in parlamento”. Tra i quesiti sottoposti all’opinione pubblica – nel primo weekend hanno firmato oltre 100 mila persone – anche quelli che riguardano la responsabilità diretta dei magistrati, la separazione delle carriere, la riforma del Csm, il limite agli abusi delle misure cautelari. E, per gli addetti ai lavori, l’abolizione del decreto Severino, che comporta la decadenza di sindaci o amministratori (come avvenuto per il sindaco di Catania, poi reintegrato) condannati anche in via non definitiva.

Pure la Sicilia nel weekend si è messa in moto, come confermato dal segretario regionale della Lega, Nino Minardo. A Palermo la prima tappa dei gazebo, con la presenza di alcuni rappresentanti del Carroccio (dal deputato regionale Vincenzo Figuccia, al coordinatore cittadino Alessandro Anello) si è tenuta in via Magliocco. “Nonostante il weekend e il caldo estivo invitino a fare altro, abbiamo riscontrato grande interesse: la gente spontaneamente s’è recata a firmare, mettendosi in fila davanti ai gazebo – dice Minardo -. E’ successo ovunque, da Palermo a Marina di Ragusa. L’impegno di tutti noi è stato massimo. Che fosse una battaglia giusta e trasversale lo sapevamo. Che ci fosse interesse da parte dei cittadini era un auspicio di cui abbiamo avuto conferma”.

Il gazebo di via Magliocco, a Palermo

“Il gazebo realizzato in via Magliocco è stato un grande successo – conferma Alessandro Anello, commissario cittadino della Lega a Palermo -. L’affluenza è stata altissima. Stiamo allestendo un calendario che prevede la presenza, ogni sabato, di un gazebo itinerante in tutto il territorio cittadino, grazie al quale arriveremo nelle varie circoscrizioni. Siamo certi che anche grazie all’entusiasmo dei palermitani riusciremo a centrare l’obiettivo necessarie per arrivare al referendum”. Perché un comune cittadino dovrebbe firmare la proposta di referendum? “Riformare la giustizia in Italia è una cosa che bisogna fare da tempo. Tante volte – aggiunge Minardo – il parlamento ci ha provato, ma per un motivo o per un altro, non c’è mai riuscito. Ritengo giusto, come metodo, che siano i cittadini a farlo attraverso la sottoscrizione di un referendum. Qualunque italiano, che conosce il sistema per motivi professionali o perché ha avuto direttamente a che farci, si rende conto che snellire, semplificare e fare in modo che ci sia una giustizia più giusta, e soprattutto più veloce, sia necessario”.

Anche nelle istituzioni, al netto di alcuni forcaioli assodati, il clima sembra volgere al bello: “La stragrande maggioranza della politica e dei cittadini italiani sono, per indole e per natura, garantisti. Nel tempo – commenta Minardo, che è anche deputato nazionale del Carroccio – c’è stata qualche forza politica, e qualcuna c’è tuttora (anche se minoritaria), che ha assunto atteggiamenti diversi. Ma per fortuna s’è ricreduta, e noi ne prendiamo atto con soddisfazione”. Il manifesto della conversione grillina – perché è di questo che stiamo parlando – è Luigi Di Maio che chiede scusa all’ex sindaco di Lodi, dopo l’assoluzione in Appello, per gli schizzi di fango che il MoVimento gli aveva scagliato contro cinque anni prima. “Ogni fine settimana – conclude il segretario della Lega – saremo nelle piazze. Ma la raccolta delle firme va avanti ogni giorno anche nei municipi, o comunque in presenza di qualcuno – consiglieri comunali, parlamentari, avvocati – che possano autenticarle. L’obiettivo è raccoglierne un milione entro il 31 agosto”.